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Cina, inflazione a gennaio sale ai massimi 11 anni a +7,1%
PECHINO, 19 febbraio (Reuters) - Il tasso d'inflazione
cinese a gennaio ha toccato i massimi degli ultimi 11 anni a
+7,1% e non sembra mostrare segnali di rallentamento, rendendo
probabile un intervento restrittivo nella politica monetaria di
Pechino.
L'opinione di molti economisti è che l'inflazione salirà
ancora a causa dell'aumento di massa monetaria in circolazione e
del rincaro delle materie prime, che non è ancora stato scontato
dai consumatori.
Per i politici cinesi si
profila una sfida difficile a pochi
mesi dalle Olimpiadi di agosto, che avrebbero dovuto essere
l'occasione per mostrare al mondo la stabilità economica del
Paese.
"L'accelerazione nella diffusione di moneta e nel ricorso al
credito nel mese di
gennaio suggerisce che l'inflazione avrà
ancora fiato per correre", dicono due economisti di Goldman
Sachs a Hong Kong in una nota.
Secondo la loro analisi, i prezzi dei consumi a febbraio
saliranno oltre il 7% rispetto al pari periodo dell'anno
scorso
e potrebbero avvicinarsi alle due cifre.
"Riteniamo sia troppo presto per aspettarsi una politica
monetaria più blanda. Al contrario le autorità economiche
tenteranno di stringere ancora di più, per cui vedremo ulteriori
rialzi nei
coefficenti di riserva obbligatoria, un apprezzamento
più veloce dello yuan e controlli più pesanti sull'attività di
credito delle banche".
La crescita dell'inflazione a gennaio, in aumento dal 6,5%
di dicembre, era in linea con le attese del
mercato ed è la più
alta dal settembre 1996. Anche altri paesi asiatici sono alle
prese con un rialzo dei prezzi. L'inflazione a Singapore è ai
massimi degli ultimi 25 anni.