MARKET TALK: Borse, scenario positivo torna legittimo (sentiment) 15/04/2016 12:23 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--Milano si conferma poco mossa, con il Ftse Mib che segna un -0,55% a 18.227 punti. Nel 2016 "abbiamo passato le prime settimane a preoccuparci di tutto e del contrario di tutto. Nulla, assolutamente nulla di quello che ci ha preoccupato si e' finora realizzato, ma questo non ci impedisce di continuare a temere. La Cina, il Giappone, la Grecia, Brexit, la Spagna senza Governo, le banche italiane, le elezioni americane, gli utili incerti, la crescita anemica, le vendite di auto in declino, gli investimenti scarsi, la produttivita' a zero, i temi non mancano", sottolinea Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners, nel report settimanale 'Il Rosso e il Nero'. I mercati, spiega l'esperto, "potrebbero essere definiti macchine programmate per preoccuparsi. L'ultima volta che hanno provato a organizzarsi per un capovolgimento strutturale positivo e' stata nel 1999-2000. E' finita male, come, sappiamo, e da allora, per 15 anni, non ci si e' piu' riprovato. Anche il rialzo del decennio scorso e' finito senza euforia. Il rialzo iniziato nel 2009 e' stato costantemente accompagnato da scetticismo, paura di ricadute, paura di inflazione e deflazione. Oggi che Wall Street e' a un passo dai massimi e' pero' ragionevole chiedersi se uno scenario virtuoso, capace di portare le Borse verso livelli ancora piu' alti, possa avere una sua legittimita'". Per Fugnoli "ipotizzare uno scenario sorprendentemente positivo, pur attribuendogli anche solo un 20% di possibilita', ha di nuovo una legittimita' intellettuale dopo un anno in cui il solo pensare moderatamente in positivo e' stato a tratti pericoloso per la reputazione. Chi gestisce un portafoglio non fara' male a tenere a mente anche questo scenario. A furia di pensare all'ipotesi di un Regno Unito in guerra con l'Europa, a giganteschi bail in in Italia e nel Continente e a recessioni prossime venture, potremmo infatti perdere di vista l'idea di una soluzione positiva, anche se non perfetta, ad alcuni dei grandi problemi che ci affliggono. Certo, il ciclo ha 7 anni e potrebbe venire voglia di vendere tutto e aspettare la prossima recessione per rientrare. Tuttavia, nel non cosi' improbabile caso in cui la crescita si dovesse prolungare per altri 2-3 anni, sarebbe un peccato lasciare sul tavolo il valore inespresso che, se non sugli indici, e' sicuramente presente a livello globale in alcuni settori, dalle banche ai ciclici". pl
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