Falck Renewables (FKR) Falck: focus oltre la punta del naso... (1 Viewer)

chrono

Nuovo forumer
Se così fosse, dopo anni di nebbie e incertezze, e dato lo sbilanciamento, attuale e futuro, di FKR in UK, questo sarebbe un colpo ...di grazia. Anche se fosse per il 2017, l'effetto sui risultati non dovrebbe essere proprio marginale. Sempre in attesa di questo potentissimo piano industriale preannunciato per l'autunno, per vedere se in qualche modo il clan "Fa - nzoni" risponde in qualche modo a questa minaccia. Se poi la borsa italiana fosse un circo, come spesso è, allora niente di grave :sad:Io per precauzione ho intascato dividendo + massimi dell'anno e mi sono messo alla finestra, con questi non si sa mai
 

Toony

Ce la faremo?!?
Menomale che invece Ikea ci da una mano (almeno al settore...)!

MILANO - Ikea prova a ridurre l'impatto sull'ambiente investendo pesantemente nell'energia verde e nella lotta al cambiamento climatico. La società svedese, leader al mondo per i mobili low-cost che probabilmente ciascuno ha montato almeno una volta a casa propria, ha promesso di investire 1 miliardo di euro in energie rinnovabili e azioni contro il riscaldamento globale: una mossa che - dice il Financial Times che racconta la storia - sovrasta e per certi versi ridicolizza le energie messe in campo da interi Stati per combattere l'inquinamento e la dipendenza dai combustibili fossili.

La compagnia a controllo familiare ha specificato che investirà 500 milioni sull'energia eolica, 100 milioni sul solare per i prossimi cinque anni e dedicherà altri 400 milioni, attraverso il braccio della Fondazione Ikea, a progetti che aiutino le persone nei territori maggiormente colpiti dal riscaldamento globale. Il gruppo ha anche invitato gli altri imprenditori a fare altrettanto, spiegando che questo genere di iniziative potrebbero cambiare il modo di produrre energia molto prima del previsto. "Se tutti i gruppi e le organizzazioni facessero quel che facciamo noi", ha detto il capo della sostenibilità di Ikea, Steve Howard, "potremmo trasformare la generazione di energia interamente in rinnovabille entro il 2020, o forse anche prima".

L'annuncio arriva mentre funzionari da tutto il mondo confluiscono verso Bonn, in Germania, dove si lima il testo di un accordo sul clima che dovrebbe essere definito in un summit Onu di dicembre, a Parigi. Uno degli aspetti più delicati è proprio quello di far combaciare la necessità di fondi dei Paesi più poveri per intervenire sulla lotta al cambiamento climatico, con la volontà dei più ricchi di aprire i loro portafogli.

Il quotidiano della City riconosce come le iniziative dei privati possano in questo senso avere un grande impatto, soprattutto se si tratta di grandi gruppi non quotati (come Ikea) che possono spostare con più facilità le loro risorse. L'avvicinarsi del meeting parigino, in ogni caso, pare aver scatenato un'ondata di interesse: è notizia di pochi giorni fa che Axa taglierà di mezzo miliardo gli investimenti nel carbone per aumentare invece di 3 miliardi quelli green (entro il 2020). Le major del petrolio hanno appena scritto chiedendo di rivedere i meccanismi di prezzo del combustibile fossile, dando più spazio al gas naturale, e anche la Norvegia - che alimenta il suo mastodontico fondo pensioni con i proventi del petrolio - ha chiesto ai gestori di tagliare gli investimenti nel carbone.

Il miliardo messo in campo da Ikea è una cifra di tutto rispetto, sul fatturato da 28,7 miliardi dell'anno scorso, un terzo del giro d'affari di Axa. Dal 2009, Ikea ha già investito un miliardo e mezzo nelle rinnovabili e installato 700mila pannelli solari sui suoi edifici, nel piano che entro il 2020 la dovrebbe portare a produrre la maggior parte dell'energia consumata negli stabilimenti da fonti rinnovabili.
 
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Toony

Ce la faremo?!?
Mi permetto di anticipare Spotti con una sintesi del Report settimanale di Fugnoli! Per il testo completo restituisco a lui il privilegio...

MARKET TALK: mercati nervosi in prossimi mesi (Fugnoli) 04/06/2015 16:33 - MF-DJ

MILANO (MF-DJ)--Ftse Mib -0,56% a 24.476 punti. "La sensazione e' che i prossimi mesi saranno per i mercati piuttosto nervosi. L'inflazione anno su anno, quella piu' guardata da tutti, salira' verso il 2% in America verso fine anno e tenere i tassi a zero, per la Fed, sara' sempre piu' imbarazzante. Se il probabile rialzo di dicembre avverra' in un contesto di riaccelerazione della crescita, la Borsa lo assorbira' abbastanza bene. Se la crescita sara' mediocre, la Borsa ne soffrira'. In una situazione cosi' fluida, l'acquisto di bond lunghi diventera' interessante solo come mordi e fuggi. Da qui in avanti, in ogni caso, saranno da preferire i governativi di qualita' rispetto ai corporate. Quanto alle Borse, l'Europa ci sembra da preferire, mentre l'America, sui massimi, puo' essere ridotta. Sul cambio tra dollaro ed euro non ci sembra ancora di vedere le condizioni per una rottura ne' verso l'alto ne' verso il basso". E' quanto spiega Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners, nel report settimanale 'Il Rosso e il Nero'. pl
 

franci63

Forumer storico
Ma questa l'avete letta? E' di ieri e non è proprio una notizia simpatica...

"""
Entro questa settimana il nuovo governo di David Cameron, attraverso il dipartimento dell’Energia e dei cambiamenti climatici, potrebbe annunciare la fine anticipata dell' attuale schema di incentivi a favore dei parchi eolici onshore, cioe' sulla terraferma. Secondo quanto riportato ieri dal quotidiano inglese ' The Guardian' , l' attuale scadenza dell' aprile 2017 potrebbe essere spostata all' aprile 2016. A partire da questa nuova data entrera' in vigore un nuovo regime tariffario denominato “Contracts for Difference”. Non e' ancora chiaro se il provvedimento sara' retroattivo, colpendo cosi' i ricavi degli impianti eolici gia' in funzione localizzati nel Regno Unito. Le associazioni che raccolgono i produttori di energia elettrica fonti rinnovabili oltremanica hanno sottolineato che il nuovo schema potrebbe bloccare i futuri sviluppi dell’eolico nel Paese. A piazza Affari, l' unica societa' che e' esposta verso il settore eolico in Regno Unito e' Falck Renewables. Al 31 marzo del 2015, il gruppo guidato da Piero Manzoni poteva contare su 318 MW di capacita' installata netta sul territorio britannico, pari a circa il 43,8% del totale, che hanno generato nei primi tre mesi del 2015 il 48,6% del margine operativo lordo totale. Un eventuale taglio retroattivo degli incentivi da parte del governo di Cameron potrebbe penalizzare la societa' . Senza dimenticare che il gruppo di Sesto San Giovanni prevede di realizzare nel Paese ben 111 MW di capacita' installata nell' eolico nei prossimi due anni. Nel dettaglio, Falck Renewables ha in costruzione l’impianto di Spaldington Airfield per cui e' prevista una capacita' installata netta di 12,5 MW e il cui completamento e' fissato per la seconda meta' del 2016. Nello stesso periodo dovrebbero essere messi in operativita' anche 22,5 MW a Kingsburn, mentre i 30 MW di Assel Valley e i 36 MW Auchrobert dovrebbero essere ultimati entro il primo trimestre del 2017."""

grave se si cambiano le regole in corso:wall::wall::wall:.....io oggi giocoforza ho alleggerito di molto:rolleyes::-o
 

chrono

Nuovo forumer
Ai limiti della decenza

Mi chiedo : inizio settimana con volumi a sorpresa, oltre 2 Mio di titoli scambiati e volo sino a 1.27. Dopo mesi di piattume laterale. Settimana finita, al momento siamo sotto il livello di venerdì scorso. Non ho mai capito niente di questo titolo, questa è una nuova occasione :mmmm:
 

Toony

Ce la faremo?!?
Mi chiedo : inizio settimana con volumi a sorpresa, oltre 2 Mio di titoli scambiati e volo sino a 1.27. Dopo mesi di piattume laterale. Settimana finita, al momento siamo sotto il livello di venerdì scorso. Non ho mai capito niente di questo titolo, questa è una nuova occasione :mmmm:

Però si scende sempre con volumi bassi...
 

chrono

Nuovo forumer
Ora...se 2 anni fa (ed era già tardi) la Grecia fosse andata definitivamente fuori dai c.o.....n.i., magari avremmo vissuto un periodo di inferno, o forse no, comunque oggi si valuterebbero le performance medie delle borse europee su altre variabili. E invece siamo qui, un altro dei tanti venerdì, a registrare che siccome l'accordo non c'è, i soldi non ci sono (e non ci saranno), si lavora ancora una settimana per rimandare la patata a qualche mese in la, per un nuovo giro. Venghino sciori venghino, altro giro altra corsaaa:jolly::jolly::jolly:
 

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