Edf cambia pelle: basta idrocarburi, più rinnovabili
La più grande società elettrica europea prepara la svolta "carbon free" per il 2030: la rivoluzione riguarderà Edison, la controllata italiana che avrebbe dovuto essere la "gas company", ma adessa avrà compiti diversi
di LUCA PAGNI
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20 settembre 2015
MILANO - Per certi versi sarà un cambiamento epocale. E non sarà facile: perché Edf, la più grande società in Europa per la produzione di energia elettrica, ha tutte le caratteristiche di un ministero nonostante sia una azienda quotata alla Borsa di Parigi. Ma Jean-Bernard Levy, il manager chiamato a rilanciare il gruppo, dopo aver studiato il dossier per qualche mese si presenterà martedì mattina alla prima linea dei suoi manager per spiegare come dovrà diventare Electricité de France nei prossimi anni, per non farsi travolgere dalla rivoluzione in atto nel settore energetico. Un piano che ha come orizzonte il 2030.
Sempre più rinnovabili, efficienza e reti intelligenti e diventare il prima possibile una società totalmente "carbon free". Un risultato che in Francia è chiaramente facilitato dal fatto che - in questo momento - più del 90 per cento dell'energia è prodotta dalle 54 centrali nucleari di cui dispone il paese. Quota che non potrà essere mantenuta anche in futuro, perché nei prossimi anni inizierà il processo di dismissione degli impianti, partendo quelli la cui attività è iniziata negli anni Sessanta.
Da qui la necessità di incrementare il prima possibile il parco delle centrali eoliche lungo la costa dell'Atlantico, dove il vento soffia con più intensità. Del resto, gli ultimi dati rivelano che sarà questa una fonte di energia fondamentale per garantire la produzione di energia in tutta Europa nel prossimo futuro: l'eolico potrà arrivare a soddisfare al 2030 circa un quarto della domanda elettrica nella Ue, il 24,4% per la precisione, e tra 15 anni la potenza installata nei 28 membri sarà di 320 GW, 254 in terraferma e 66 in mare.
L'intervento andrà in replica, il giorno dopo, a Milano: Levy parlerà ai dirigenti di Edison, la seconda utility italiana nonché la principale quotata di Edf in Europa. Un discorso che non potrà non avere ripercussioni anche sulla strategia industriale del gruppo in Italia. Se fino un anno fa, Edison aveva il compito si essere la "gas company" di Edf, è chiaro che la nuova "mission" del gruppo potrebbe cambiare. Più sviluppo delle rinnovabili anche in Italia, favorendo così il processo di aggregazione degli operatori e, con tutta probabilità, iniziare l'uscita dalla attività di E&P di idrocarburi.
Del resto, da qualche settimana Levy, per dieci anni ai vertici di Vivendi prima come amministratore delegato poi a capo del comitato esecutivo, va ripetendo cosa pensa della situazione, facendo già capire la direzione che dovrà prendere Edf. Lo ha fatto in più di una intervista. In una delle ultime è stato molto netto: "La lotta contro il cambiamento climatico è il tema dei nostri anni, del nostro secolo". Ma ha anche detto che bisogna imparare dai giganti come Google e come Facebook, la cui capitalizzazione di Borsa è esplosa perché hanno saputo continuamente investire in ricerca e sviluppo. In altre parole, basta con il contenimento dei costi per estrarre valore, ma spendere per il domani.