Falck Renewables (FKR) Falck: focus oltre la punta del naso... (16 lettori)

Toony

Ce la faremo?!?
LUGANO - Nel maggio scorso Papa Francesco si é fatto promotore dell’enciclica “Laudato si'”, con la quale chiede maggiore rispetto per l’ambiente ma, intanto, il Vaticano mantiene i suoi cospicui investimenti nelle energie non eco-compatibili. A rilevarlo, durante un convegno, Monsignor Charles Morerod, vescovo della diocesi che ingloba Losanna, Ginevra e Friburgo. “Intendo farlo presente ai consiglieri di Sua Santità”, ha promesso, giovedì scorso, il prelato elvetico, davanti a un centinaio di fedeli, che hanno partecipato, all’università di Losanna, a una serie di conferenze intitolate “Liberiamoci dalle energie fossili”. In sostanza Monsignor Morerod, il quale presiede, pure, la Conferenza Episcopale Svizzera, invita la Chiesa a passare dalle parole ai fatti su di un tema che, in particolare nella Confederazione, è particolarmente sentito. Quando, però, questo Vescovo che, come mezzo di locomozione, predilige la bicicletta, viene sollecitato sull’entità degli investimenti del Vaticano in energie fossili, un po' ingenuamente afferma di non saperlo. “Si tratta di 7 miliardi di euro, suddivisi tra petrolio, gas naturale e carbone”, lo informa, allora, uno dei partecipanti alla serie di conferenze dell’università di Losanna, come scrive il settimanale Le Matin Dimanche.

Insomma, a sentire questi dati sorella Terra rischia di protestare invano “per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei”, tanto per ricordare un passaggio del cantico di San Francesco, citato dal Papa nell’enciclica “Laudato si'”. Quanto a monsignor Morerod non ha fatto altro che allinearsi a quelle parrocchie anglosassoni e dell’Europa del Nord che, già da tempo, hanno invitato i loro fedeli a ritirare tutti i loro investimenti dai gruppi invischiati con il business delle energie fossili. Il che significa, tra l’altro, tenersi distanti da giganti bancari come Ubs e Goldman Sachs, che su quel business continuano a lucrare. “Nel nome della morale ecologica e del rispetto del creato”, ha spiegato, rallegrandosi dell’iniziativa del Vescovo Morerod, Guillermo Kerber, direttore del Consiglilio ecumenico delle Chiese di Ginevra.
 

chrono

Nuovo forumer
Letto l'interessante dossier postato da TonyM. Possiamo dire che racconta di un'azienda con buoni fondamentali ma reduce da un quadriennio di performance non esattamente esaltanti? Possiamo ammettere che ha anche obiettivamente contrastato le variabili esogene con un moderato incremento di capacità produttiva e l'introduzione di Vector Q in portafoglio, pur senza raccogliere granchè ? Non voglio certo minimizzare il progresso sulla PFN, ma neanche l'inequivocabile confronto tra 2014 e 2013 su tutti gli altri principali indicatori..... Lo penso da tempo, e lo scrissi : il risultato globale del business plan e dei proclami di questo periodo trascorso è a dir poco deludente, e scrissi anche che nel privato quando le differenze tra conseguito e obiettivi sono così rilevanti i dirigenti vengono "invitati" a cambiare cavallo. Peraltro il giocattolino è bello, forse sano, mi viene da dire ...forse finalmente pronto. Ad esprimersi come si deve? Ad essere messo in vetrina? Io ho da tempo cancellato dal mio vocabolario l'avverbio "serenamente" (purtroppo violentato dal bavosetto toscano presunto premier), e dico di attendere "curioso" i prossimi passi. Per usare una metafora : se mi convincono di puntare su un purosangue, mi aspetto di vederlo al galoppo, se trotterella resto ampiamente deluso.
 

Toony

Ce la faremo?!?
Di fronte ai delegati dell' assemblea generale dell' Onu, il primo ministro svedese Stefan Lo'fven si e' impegnato a ridurre progressivamente l' impiego del combustibile fossile solido nella produzione di energia elettrica per arrivare a soddisfare nel 2035 tutta la domanda interna con il solo impiego delle fonti rinnovabili che nel 2014 hanno gia' coperto il 66% del fabbisogno nazionale. A questo scopo sono stati gia' stanziati ingenti fondi, tra i quali rientrano anche un miliardo di corone destinato al miglioramento dell' efficienza energetica. L' esecutivo di Stoccolma punta a replicare quanto sta gia' avvenendo in alcuni Paesi dell' Europa del Nord, Danimarca e Islanda in testa. In Italia, il governo in carica sta sostenendo timidamente lo sviluppo delle rinnovabili, ma non pensa all' avvio di un percorso finalizzato alla chiusura delle centrali a carbone (la maggior parte delle quali in mano a Enel) che l' anno scorso hanno prodotto il 15,7% dell' energia elettrica totale.

Il governo di Stoccolma ha deciso di avviare un percorso che portera' nel giro di 20 anni a rinunciare completamente all' impiego del carbone nella produzione di energia elettrica. In questo modo, la Svezia si candida a diventare uno dei primi Paesi al mondo che generera' tutta l' elettricita' consumata nei propri confini attraverso l' utilizzo esclusivo di fonti rinnovabili. Ad annunciare la nuova strategia energetica del Paese scandinavo ci ha pensato lo stesso primo ministro, Stefan Lo'fven, davanti all’assemblea generale dell’Onu. Gia' nel 2014 ben il 66% dell' energia elettrica prodotta in Svezia proveniva da fonti rinnovabili, ma l' ambizioso obiettivo dell' esecutivo di Stoccolma e' di arrivare al 100 per cento. A questo scopo sono gia' stati iscritti a bilancio 4,5 miliardi di corone, corrispondenti a circa 485 milioni di euro, per l' acquisto di pannelli solari, di turbine eoliche, di mezzi di trasporto pubblici ecologici e di reti energetiche di ultima generazione. Circa un miliardo di corone e' destinato al miglioramento dell' efficienza energetica dei palazzo residenziali e altri 50 milioni di corone e' previsto per lo sviluppo di progetti sullo stoccaggio dell’elettricita' . Senza dimenticare che fuori dalla Svezia saranno impiegati ben 500 milioni di corone l’anno per realizzare infrastrutture verdi nei Paesi in via di sviluppo con l’obiettivo di dare un messaggio chiaro ai governi di tutto il mondo in vista della conferenza dell' Onu sui cambiamenti climatici che si terra' a Parigi tra due mesi. Nel complesso il governo Lo'fven punta a perseguire una strategia gia' seguita da altri Paesi del Nord Europa. Nella vicina Danimarca in una normale giornata di vento le pale eoliche producono circa il 40% in piu' dell' elettricita' necessaria ai consumi del Paese, con la conseguenza che l' eccedenza viene esportata negli Stati vicini come la stessa Svezia, la Norvegia e la Germania. L’Islanda, che negli ultimi decenni ha investito pesantemente nello sviluppo della produzione di energia elettrica con impianti idro e geotermali, ormai copre quasi completamente la domanda interna. Con riferimento alla sola Italia, l' attuale governo sta spingendo timidamente l' aumento della quota di elettricita' generata da fonti rinnovabili, all' interno del mix produttivo nazionale, ma non ha mai parlato di rinunciare, neppure gradualmente, all' impiego del carbone nelle centrali termoelettriche che attualmente lo utilizzano. Nel 2014, il 15,7% dell' energia elettrica prodotta in Italia proveniva da impianti a carbone mentre quella derivante dalle fonti rinnovabili ha raggiunto il livello record del 43%, grazie anche a fattori climatici che hanno favorito il boom della generazione idroelettrica.
 

Toony

Ce la faremo?!?
ROMA - Chiusura progressiva degli impianti a carbone e nuovi limiti alle emissioni di CO2 delle centrali per contenere l'aumento della temperatura entro i due gradi. Alla vigilia della conferenza Onu di dicembre che a Parigi deciderà il futuro climatico del pianeta, in Italia si raccende il dibattito sul modello energetico: una risoluzione parlamentare presentata da Stella Bianchi, deputata renziana e presidente dell'intergruppo Globe Italia che riunisce i parlamentari più impegnati sul fronte ambientale, propone lo stop al carbone.

Dopo la recente svolta dell'Enel, che ha programmato la chiusura di 23 centrali ad alto inquinamento e a bassa resa, ora si apre il capitolo carbone, il combustibile fossile che produce il 40% dell'energia globale ma è responsabile del 70% delle emissioni serra legate all'energia, cioè di circa la metà delle emissioni serra totali. "Le emissioni di CO2 provenienti dalla combustione del carbone arrivano a essere del 30% superiori a quelle del petrolio e del 70% superiori a quelle del gas naturale", si legge nella risoluzione. "La pericolosità del carbone è aggravata dal fatto che, oltre al biossido di carbonio, vengono dispersi nell'ambiente mercurio, piombo, arsenico, cadmio e altri metalli pesanti". Una ricerca condotta dall'università di Stoccarda ha evidenziato in Europa, nel 2010, 22.300 decessi a causa del carbone (di cui 521 in Italia).

Oltretutto - si fa presente nella risoluzione - l'Italia ha un eccesso di produzione di elettricità; la capacità installata è doppia rispetto alla domanda di picco, senza considerare l'apporto delle rinnovabili. Dunque una riduzione dell'offerta di energia da centrali termoelettriche - con la chiusura di quelle a carbone - non pregiudicherebbe la sicurezza del sistema energetico.

Anzi, lo UK Energy Research Centre ritiene che una spinta in direzione di fonti rinnovabili ed efficienza energetica aumenterebbe i posti di lavoro in misura 10 volte superiore a un analogo investimento nel settore termoelettrico. E, secondo un rapporto Legambiente, entro il 2020 il settore delle energie rinnovabili potrebbe arrivare a creare 250mila posti di lavoro, più altri 600 mila nei settori collegati e nell'indotto.

Oltretutto il carbone potrebbe diventare un settore economicamente a rischio. Il Fondo sovrano norvegese, il più grande del mondo, ha già deciso di disinvestire dal carbone. The Economist ricorda che secondo Mark Carney, il governatore della Banca d'Inghilterra, forti misure per evitare la catastrofe climatica sono necessarie, e grandi quantità di carbone e petrolio potrebbero restare sotto terra perché non più utilizzabili per motivi ambientali.

"Alla conferenza di Parigi si dovrà definire una road map per arrivare a un sistema produttivo carbon neutral", ricorda Stella Bianchi. "E una delle prime mosse dovrà essere la messa al bando delle centrali a carbone. Negli Stati Uniti c'è già un forte movimento in questa direzione, un movimento che ha tra i suoi leader l'ex direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, James Hansen. L'Italia può essere capofila in Europa di questo processo virtuoso per sostituire un combustibile ad alto impatto ambientale con le rinnovabili e l'efficienza".
 

chrono

Nuovo forumer
Buono per Settembre, meno sul trimestre (produzione eolico mi pare -16%), però sono i dati del nostro stivale. A questo punto trimestre chiuso, Manzoni conosce i dati e ha recentemente ripetuto in Star Conference guidance 2015 TRA 132 E 137. Ora, considerato il tot. 85 a primo semestre, con +15% su 2014, e un terzo trimestre facciamo senza infamia e senza lode, che farà tra i 15 e i 17 Mio, siamo intorno a 100 Mio. A meno di un quarto trimestre eccezionale, e nonostante il risultato boom del primo semestre, siamo in linea con la forchetta di Manzoni, e quindi con lo stesso risultato dello scorso anno. Non voglio fare sempre il bastian contrario, e sono anzi consapevole che un'azienda con questi risultati è sana e produce risorse per rimborsare il suo debito o autofinanziare nuovi investimenti, quindi ottimo risultato. Però è ferma, un altro anno al palo sotto ogni punto di vista. Ora più che mai, come l'intero mercato attendo di conoscere i programmi del nuovo piano industriale più volte sbandierato e come intendono destinare la cassa nei prossimi anni. La quotazione riflette l'attesa su questo fronte, non si scambia più, lettera ormai inesistente. Dopo mesi di largo spazio alla sola speculazione di breve, che arrivi un attesissimo exploit?;)
 

franci63

Forumer storico
Buono per Settembre, meno sul trimestre (produzione eolico mi pare -16%), però sono i dati del nostro stivale. A questo punto trimestre chiuso, Manzoni conosce i dati e ha recentemente ripetuto in Star Conference guidance 2015 TRA 132 E 137. Ora, considerato il tot. 85 a primo semestre, con +15% su 2014, e un terzo trimestre facciamo senza infamia e senza lode, che farà tra i 15 e i 17 Mio, siamo intorno a 100 Mio. A meno di un quarto trimestre eccezionale, e nonostante il risultato boom del primo semestre, siamo in linea con la forchetta di Manzoni, e quindi con lo stesso risultato dello scorso anno. Non voglio fare sempre il bastian contrario, e sono anzi consapevole che un'azienda con questi risultati è sana e produce risorse per rimborsare il suo debito o autofinanziare nuovi investimenti, quindi ottimo risultato. Però è ferma, un altro anno al palo sotto ogni punto di vista. Ora più che mai, come l'intero mercato attendo di conoscere i programmi del nuovo piano industriale più volte sbandierato e come intendono destinare la cassa nei prossimi anni. La quotazione riflette l'attesa su questo fronte, non si scambia più, lettera ormai inesistente. Dopo mesi di largo spazio alla sola speculazione di breve, che arrivi un attesissimo exploit?;)

135-137:eek::eek::eek: x me Spotti non la vede cosi':D
 

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