Sarà o no un bluff ?
NEW YORK (WSI) - Il collasso dei prezzi del petrolio, scesi sotto quota 70 dollari dopo la decisione dell'Opec di mantenere inalterata la produzione di greggio, non sembra spaventare almeno per il momento i big americani dell’oil. Exxon Mobil e Chevron hanno fatto sapere di poter sopravvivere senza problemi anche con i prezzi intorno ai 40 dollari al barile.
Intervistato alla Cnbc, il numero uno di Exxon, Rex Tillerson, ha confermato che i progetti del gruppo nella trivellazione in acque profonde così come quelli nel gas naturale sono investimenti di lungo termine che sono stati pensati per far fronte a fluttuazioni del greggio da 40 a 120 dollari al barile.
Commenti analoghi, secondo un analista di Oppenheimer, Fadel Ghei, sono arrivati anche dal numero uno di Chevron, il quale ha ribadito la capacità del gruppo di assorbire le conseguenze di prezzi del greggio in discesa fino a 40 dollari.
Se dunque il tentativo dell’Opec era quello di soffocare il boom di crescita delle società oil americane, facendo crollare i prezzi, finora l’operazione non sembra andata a buon fine.
Anzi. Come fanno notare alcuni analisti, se i prezzi del petrolio dovessero rimanere così bassi - o addirittura cadere ulteriormente – le società del comparto di più piccole dimensioni potrebbero trovarsi in gravi difficoltà finanziarie. Ciò potrebbe rappresentare un’opportunità di acquisto per le grandi compagnie petrolifere che hanno la flessibilità finanziaria per approfittare di una svendita.
"La situazione ideale per Chevron e Exxon è quella di vedere i prezzi del petrolio cadere ulteriormente, spaventando a morte di tutti gli altri player del settore. In presenza di tale eventualità, i big dell’oil avrebbero buone opportunità di acquisto" ha detto Gheit, che ha messo in conto un’ondata di fusioni e acquisizioni, se i prezzi del petrolio non dovessero recuperare entro la prossima estate. (mt)