In due ore il regista descrive la parabola di un giovane e ambizioso agente di borsa, desideroso di far carriera e affascinato da Gordon Gekko, potente finanziere esperto in speculazioni borsistiche. Presto si renderà conto di essere solamente una marionetta nella mani di uomo senza scrupoli, capace di controllare e comprare tutto e tutti, tranne i valori e il buon senso di chi, come il padre del giovane Fox, riesce a non farsi abbagliare. Apparentemente non vi è nulla di così particolare o diverso dalle solite moraleggianti visioni a stelle e strisce, quelle piccole grandi lezioni che il cinema made in USA è abituato a dispensare a destra e a manca, senza lasciarsi mai sfuggire l’occasione di vestire gli abiti del buon samaritano. In Wall Street non cambiano le carte in tavola, ma il gioco è più duro del solito. Stone in tal senso non si risparmia mai, anzi quando gli si presenta l’occasione è sempre pronto a rincarare la dose: descrive il "mondo" della Borsa come un grande "banchetto" al quale tutti sono invitati, persino i piccoli risparmiatori, ma solo in pochi riescono a salvare il proprio patrimonio e la propria anima. Il giovane Fox è la vittima sacrificata dal regista americano al "Dio denaro", è una "pedina" che Stone sposta lentamente sulla scacchiera verso il Re, metafora di un successo che l’ambizioso ragazzo assaggia come un pedone assaggia lo scacco matto
da cinemavvenire