Fortezza Bastiani - elaborazione di trading systems, analisi ciclica, onde di Elliott

Scrivo queste cose non per fare politica (visto che non vado neppure a votare), ma per esprimere un concetto che emerge evidente dalla storia del nostro Paese: l'Europa non è responsabile dei nostri mali (come pensano in molti, sicuramente in troppi), ma è l'unica possibilità di salvezza che noi abbiamo.
I mali italiani sono il prodotto della storia italiana (e dell'irresponsabilità di gran parte della nostra classe dirigente): vengono da lontano e non spariranno facilmente.


Enrico grazie mille per queste tue "parentesi" storico economiche che io adoro.

Se hai tempo e voglia potresti scrivere anche un paragrafo dedicandolo al cambio Lira/Euro, perchè molte critiche sulla situazione attuale vengono anche da li.
Se da un lato come anche tu hai scritto c'è stato un crollo degli interessi pagati sul debito con il passaggio all'Euro, dall'altra è innegabile anche un aumento dei prezzi "fulminante" che è stato dovuto alla scelta del cambio fisso con la Lira.
Io la vedo un pò come una tassa che abbiamo dovuto pagare per avere una stabilità nei prezzi che con la vecchia moneta non avevamo più , ma forse non abbiamo pagato troppo?
La sensazione che oggi molte persone hanno nei confronti dell'Euro è che rispetto a quando avevamo la Lira con un patrimonio X e uno stipendio Y potevamo comprarci un auto/casa/vacanza/ecc.... Z ma adesso queste proporzioni non ci sono piu e si sono dimezzate!! o credi che queste "sensazioni" non siano supportate dai numeri?

grazie
 
Enrico grazie mille per queste tue "parentesi" storico economiche che io adoro.

Se hai tempo e voglia potresti scrivere anche un paragrafo dedicandolo al cambio Lira/Euro, perchè molte critiche sulla situazione attuale vengono anche da li.
Se da un lato come anche tu hai scritto c'è stato un crollo degli interessi pagati sul debito con il passaggio all'Euro, dall'altra è innegabile anche un aumento dei prezzi "fulminante" che è stato dovuto alla scelta del cambio fisso con la Lira.
Io la vedo un pò come una tassa che abbiamo dovuto pagare per avere una stabilità nei prezzi che con la vecchia moneta non avevamo più , ma forse non abbiamo pagato troppo?
La sensazione che oggi molte persone hanno nei confronti dell'Euro è che rispetto a quando avevamo la Lira con un patrimonio X e uno stipendio Y potevamo comprarci un auto/casa/vacanza/ecc.... Z ma adesso queste proporzioni non ci sono piu e si sono dimezzate!! o credi che queste "sensazioni" non siano supportate dai numeri?

grazie

Mi associo alla richiesta.
Un super grazie anche da parte mia.
 
Enrico grazie mille per queste tue "parentesi" storico economiche che io adoro.

Se hai tempo e voglia potresti scrivere anche un paragrafo dedicandolo al cambio Lira/Euro, perchè molte critiche sulla situazione attuale vengono anche da li.
Se da un lato come anche tu hai scritto c'è stato un crollo degli interessi pagati sul debito con il passaggio all'Euro, dall'altra è innegabile anche un aumento dei prezzi "fulminante" che è stato dovuto alla scelta del cambio fisso con la Lira.
Io la vedo un pò come una tassa che abbiamo dovuto pagare per avere una stabilità nei prezzi che con la vecchia moneta non avevamo più , ma forse non abbiamo pagato troppo?
La sensazione che oggi molte persone hanno nei confronti dell'Euro è che rispetto a quando avevamo la Lira con un patrimonio X e uno stipendio Y potevamo comprarci un auto/casa/vacanza/ecc.... Z ma adesso queste proporzioni non ci sono piu e si sono dimezzate!! o credi che queste "sensazioni" non siano supportate dai numeri?

grazie
Il problema del cambio lira/euro riguarda, più che altro, il tema della concorrenza in Italia, per lo meno a mio parere.
L'esempio tipico è quello delle pizze: prima dell'entrata nell'euro una pizza costava 4.500 lire, dopo 4,5 euro.
Ricordo che Tremonti aveva sostenuto la necessità dell'"euro di carta" (cioè la moneta da 1 euro cartacea) affinché le persone (evidentemente non intelligenti e perspicaci come lui) potessero rendersi conto del reale valore dei soldi.
In realtà, il sistema dei prezzi è governato dalle leggi del mercato e della concorrenza (la quale in Italia è sempre mancata).
Le pizzerie rappresentano un esempio tipico di mercato a concorrenza monopolistica. In tali tipi di mercato i prezzi si attestano sempre sui valori più alti.
Però vi sono stati mercati di libera concorrenza in cui i prezzi sono crollati: basti pensare al trasporto aereo europeo (adesso si può andare a Londra con 25 euro, forse anche meno, cosa impensabile negli anni '90 del secolo scorso).

Laddove vi è concorrenza (a livello europeo), i prezzi sono crollati, cioè si sono attestati sui valori più bassi.
Un altro esempio sono i prezzi per utilizzare i cellulari e le comunicazioni: qualcuno si ricorda il costo (enorme, se comparato ai prezzi odierni) del canone SIP?
Laddove, invece, non c'è concorrenza, ma vi sono forme di monopolio, di oligopolio e di concorrenza monopolistica, i prezzi sono, ovviamente, cresciuti.

Il problema, quindi, non è l'euro, bensì l'assenza di concorrenza nel nostro Paese (per lo meno in molti settori).
Questo è il mio parere.
 
Io ho vissuto a Vienna per un anno e molti prezzi erano più bassi che in Italia (più bassi dei prezzi del paese di provincia in cui sono nato).
Anche andare allo Staatsoper (il principale teatro operistico viennese) costava relativamente poco.
Gli affitti delle case non erano così elevati come in Italia e, in molti supermercati, si riusciva a fare la spesa a prezzi contenuti.

Io non credo che il problema sia stato quello di un cambio lira euro giusto o ingiusto: credo che il tema vero sia quello dell'assenza di concorrenza.
Perché costa meno fare le vacanze in Germania che in Italia?
Perché in Italia tutti i mercati settoriali (case in affitto, alberghi, stabilimenti balneari, ristorazione, etc.) sono estremamente tutelati, protetti: le barriere all'entrata (soprattutto i costi amministrativi per l'apertura delle attività) sono molto più stringenti che altrove e, quindi, gli operatori dei vari settori, agendo in sistemi di concorrenza monopolistica, possono fissare i prezzi a livelli più alti.

Ma questo è un antico male italiano.
Già Vilfredo Pareto sosteneva che, se anche la libera concorrenza fosse la causa di tutti i mali del mondo, non potrebbe essere la causa dei mali italici, perché in Italia un vero sistema di libero mercato non è mai esistito.

Ho letto che è morto Alberto Alesina, a soli 63 anni, d'infarto.
Alesina è l'economista alter ego di Giavazzi.
 
Il problema del cambio lira/euro riguarda, più che altro, il tema della concorrenza in Italia, per lo meno a mio parere.
L'esempio tipico è quello delle pizze: prima dell'entrata nell'euro una pizza costava 4.500 lire, dopo 4,5 euro.
Ricordo che Tremonti aveva sostenuto la necessità dell'"euro di carta" (cioè la moneta da 1 euro cartacea) affinché le persone (evidentemente non intelligenti e perspicaci come lui) potessero rendersi conto del reale valore dei soldi.
In realtà, il sistema dei prezzi è governato dalle leggi del mercato e della concorrenza (la quale in Italia è sempre mancata).
Le pizzerie rappresentano un esempio tipico di mercato a concorrenza monopolistica. In tali tipi di mercato i prezzi si attestano sempre sui valori più alti.
Però vi sono stati mercati di libera concorrenza in cui i prezzi sono crollati: basti pensare al trasporto aereo europeo (adesso si può andare a Londra con 25 euro, forse anche meno, cosa impensabile negli anni '90 del secolo scorso).

Laddove vi è concorrenza (a livello europeo), i prezzi sono crollati, cioè si sono attestati sui valori più bassi.
Un altro esempio sono i prezzi per utilizzare i cellulari e le comunicazioni: qualcuno si ricorda il costo (enorme, se comparato ai prezzi odierni) del canone SIP?
Laddove, invece, non c'è concorrenza, ma vi sono forme di monopolio, di oligopolio e di concorrenza monopolistica, i prezzi sono, ovviamente, cresciuti.

Il problema, quindi, non è l'euro, bensì l'assenza di concorrenza nel nostro Paese (per lo meno in molti settori).
Questo è il mio parere.

Buongiorno Enrico e grazie per il tuo parere.
 
Ma se i pizzaioli non avevano concorrenza potevano vendere la pizza a 9000 lire anche prima , cosa giustifica il raddoppio a seguito di un semplice cambio per l'entrata in vigore di una nuova moneta ? MIca siamo stati invasi da pizzaioli tedeschi o siamo andati tutti in massa in Germania coi voli a 25 euro a comprarci la pizza, c'è stata forse un po' di speculazione? Qualcuno ne ha approfittato e nessuno ha controllato?
 
Ma se i pizzaioli non avevano concorrenza potevano vendere la pizza a 9000 lire anche prima , cosa giustifica il raddoppio a seguito di un semplice cambio per l'entrata in vigore di una nuova moneta ? MIca siamo stati invasi da pizzaioli tedeschi o siamo andati tutti in massa in Germania coi voli a 25 euro a comprarci la pizza, c'è stata forse un po' di speculazione? Qualcuno ne ha approfittato e nessuno ha controllato?
Certo che ne hanno approfittato.
Io non sono un esperto della materia, però mi sono fatto una certa idea.
I pizzaioli potevano già alzare in precedenza i prezzi delle pizze, ma credo che, se lo avessero fatto, avrebbero perso clienti.
Con la grande conversione, molti ne hanno approfittato (gli economisti parlano di inflazione strutturale, cioè di un'inflazione non dovuta all'aumento dei costi dei fattori produttivi o all'aumento della massa monetaria, bensì a fenomeni "strutturali").
Fatto sta che anche a Vienna le pizze costavano 4,5 euro (ed era il 2006, quindi non molto tempo dopo l'entrata in circolazione dell'euro).
Ciò che a Vienna mi aveva colpito era il prezzo bassissimo dei kebab e degli "hühnerschnitzel mit pommes" (cotolette con patate).
Le cotolette con patate costavano davvero poco ed erano molto buone (adesso non mangio più né cotolette né patate per ragioni di salute).
Il motivo era molto semplice: a Vienna qualsiasi turco poteva aprire in brevissimo tempo un negozio in cui si cucinavano e servivano cotolette con patate, e quindi i prezzi non potevano andare sopra una certa soglia neppure nei bar del centro (io mangiavo l'hühnerschnitzel mit pommes davanti alla Votivkirche).
Il problema italiano è a monte: quasi tutti i settori sono ultra-protetti dalla concorrenza e, quindi, quando vi sono fenomeni di tipo epocale come la conversione lira/euro, chi può ne approfitta (e, in Italia, molti ne hanno approfittato).
Tuttavia pare che l'inflazione strutturale non sia stata notevole: l'aumento del costo dei caffé e delle pizze non ha poi inciso così tanto sull'aumento dei prezzi.
Tali aumenti specifici, però, hanno colpito la percezione dell'opinione pubblica.
Tuttavia credo che noi, con l'entrata nell'euro, abbiamo avuto dei risparmi enormi, per esempio, sulle spese di riscaldamento, perché l'euro ha stabilizzato il cambio dei prezzi del petrolio nonostante il crollo delle due torri e la conseguente crisi economica.
Avremmo pagato di più pizze e caffé, ma abbiamo risparmiato in riscaldamento: i risparmi non colpiscono l'opinione pubblica tanto quanto le spese.
 
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