Francia: ha vinto Macron legato ai Rothschild, amico dei banchieri

hanno bloccato i server google youtube
ci sono delle informazioni che possono compromettere la vittoria di Macron
 
06/05/2017 - Marco Orioles

Con la campagna elettorale francese chiusa alla mezzanotte di ieri, e la distanza tra i due candidati attestatasi intorno agli irraggiungibili quindici punti, ci vorrebbe un miracolo per Marine Le Pen per conquistare l’Eliseo. O un aiutino dagli amici russi, sulla scia di quello che, l’anno scorso, contribuì a portare Donald J. Trump alla Casa Bianca. Un aiutino che sembra proprio essere arrivato.

Alle 11:58 di ieri lo staff della campagna elettorale di Macron ha annunciato di essere stato vittima di un “massiccio e coordinato attacco hacker”. Nove gigabyte di documenti di vario genere (mail, allegati, foto) sono stati trafugati e messi on line, riprodotti da siti di estrema destra, ripresi da sostenitori di Marine Le Pen e rilanciati su Twitter .. . Il materiale, che sarebbe stato rubato ad aprile dopo che gli hacker erano riusciti a violare alcune caselle email dei collaboratori di Macron, è composto da corrispondenza privata, note, contratti, pagamenti. Il problema è che gli autori dell’attacco vi hanno aggiunto un quantitativo adeguato di fake news che ora, alla vigilia del voto e col silenzio elettorale inviolabile, potrebbero avere un impatto tale da indebolire l’immagine del candidato favorito e ridurre il suo congruo vantaggio su Le Pen.

Il sempre informato New York Times, che all’attacco anti-Macron dedica oggi la storia di copertina sul suo sito, sostiene che anche questa volta c’è lo zampino russo. La testata newyorchese ha ascoltato Vitali Kremez, direttore di Flashpoint, azienda specializzata in rischi informatici, il quale ha espresso il sospetto che dietro l’attacco hacker ci sia il gruppo russo APT28, noto anche come Fancy Bear. È la stessa formazione che l’anno scorso è entrata in possesso delle email del comitato elettorale di Hillary Clinton, finite poi su Wikileaks che ne ha fatto la punta di lancia di un’offensiva a tutto campo contro la candidata democratica. Fancy Bear peraltro ha già tentato il mese scorso di penetrare nei server della campagna elettorale di Macron, utilizzando il ben noto metodo del “phishing”: sono state inviate ai collaboratori di Macron delle mail fasulle ma dal design molto simile a quelle reali, facendo sì che i destinatari si convincessero a digitare la propria password, così da consentire agli hacker di violare i database. In quel caso, APT28 aveva registrato dei domini molto simili a quelli di EnMarche! quali “onedrive-en-marche.fr” and “mail-en-marche.fr”, per gabbare gli ignari collaboratori di Macron. A differenza del caso odierno, l’operazione tuttavia sembra non aver sortito risultati.

Il nuovo ciberattacco made in Russia rischia stavolta di non rimanere senza conseguenze, come si desume dal preoccupato comunicato che EnMarche! ha rilasciato ieri: “Coloro che fanno circolare questi documenti mescolano file autentici ad altri falsi in modo da diffondere il dubbio e la disinformazione. Questa operazione, che arriva nelle ultime ore della campagna ufficiale, rappresenta una destabilizzazione della democrazia come quella che si è già vista durante la campagna elettorale negli Stati Uniti”. Non a caso, il vicepresidente del Front National Florian Philippot ha gongolato su Twitter ... .

Sull’attacco si è espressa anche Wikileaks, che confermando la natura e la mole del furto di dati, ha commentato: “Questa fuga di informazioni massiccia arriva troppo tardi per cambiare il corso dell’elezione francese. Lo scopo che si nasconde dietro a questo timing è curioso”. Wikileaks non nasconde evidentemente l’insoddisfazione per l’intervento tardivo degli hacker russi, che non le permettono di ritagliarsi un ruolo decisivo e duraturo nell’operazione anti-Macron. Bisogna ricordare che Julian Assange a febbraio sembrava sul punto di scendere in campo, avendo dichiarato al giornale moscovita Izvestia di possedere informazioni “interessanti” su Macron.

Quello che doveva essere un giorno di riflessione, per gli elettori francesi, potrebbe dunque infiammarsi a causa dell’ennesimo tentativo russo di influenzare una campagna elettorale europea in cui sono in gioco molti interessi di Mosca. Interessi che Le Pen tutelerebbe meglio e più volentieri rispetto a un Macron che vuole rappresentare la miglior speranza di un rilancio dell’Unione Europea. Proprio ciò che Putin non riesce a digerire.

Chi ha hackerato Emmanuel Macron - Formiche.net
 
Ultima modifica:
Fra Macron e Le Pen, forse vince Mélenchon (o l’Insurrection)
Maurizio Blondet 5 maggio 2017 9
Fra Macron e Le Pen, forse vince Mélenchon (o l'Insurrection) - Blondet & Friends

Jean Luc Mélenchon è l’esponente di estrema sinistra che alle presidenziali ha avuto un imprevisto quasi 20%. Al suo elettorato, dopo aver taciuto per una settimana, ha detto che lui non voterà Marine Le Pen. Ma NON ha detto che voterà Macron. Contrariamente ai tutti gli altri, da Fillon in poi, dai moderati ai comunisti, si tiene in caldo il suo pacchetto di voti – per dopo. Vecchio navigatore della politica, sa che quel che conta adesso dopo, vinca l’uno o l’altro, sono le elezioni dell’assemblea nazionale, del parlamento. Dove il vincitore difficilmente avrà una maggioranza che gli consenta di governare; specialmente data la polarizzazione estrema che si profila, che rende improbabile qualunque “coabitazione”: un esercizio di cui erano virtuosi i leader dei due partiti “tradizionali”, PS e Gaullisti, precisamente i due partiti che gli elettori hanno spazzato via. Con Hollande al 4% il Partito Socialista è finito. E’ chiaro che è stato Mélenchon a ereditarne gran parte del suo elettorato in fuga.

Alle legislative, la sua formazione rossa (France Insoumise) avrà un buon numero di seggi. Se vince la Le Pen, sarà la formazione organizzata di opposizione per eccellenza, la sola rimasta, e avrà dalla sua la piazza “rossa”. Se vince Macron, che praticamente non ha partito, dovrà negoziare i voti coi deputati di Mélenchon, il quale condizionerà parecchio il suo programma “di destra” neoliberista.

Si tenga conto che, mentre Marine Le Pen ha indicato il suo primo ministro in Dupont-Aignan (un gollista, non del Front) e l’ha presentato alla stampa, Macron non l’ha fatto e continua a non designare il suo primo ministro. I maligni dicono che Mèlenchon voleva essere lui, che non è stato ascoltato (ovvio, dall’uomo dei Rotschild…) e che gliela farà pagare.

Il deputato ecologista Noel Mamère, fremente di sdegno, l’ha spiegato al Figaro: Mélenchon, per un “calcolo pericoloso e irresponsabile vuole mantenere il suo capitale elettorale” (invece di darlo a Macron..), “e forse scommette su una andata al potere di Marine Le Pen per potersi presentare domani come il capo dell’insurrezione cittadina, l’uomo della provvidenza a cui fare ricorso in una situazione politicamente caotica”.

Per questo, Mèlenchon è attaccato dai media con una furia frenetica che non è inferiore a quella che dedicano a Marine e a Dupont-Aignan: un urlo isterico e corale così sopra le righe che Jacques Sapir (non certo un lepenista, e nemmeno un melensciano) lo ha paragonato a quello di “una muta scatenata”, fatta di “giornalisti a noleggio che con una rara impudenza” accusano il rosso “di tutti i mali manipolando i fatti in modo vergognoso. Niente giustifica gli attacchi odiosi e la campagna selvaggia di cui è l’oggetto”.

Effettivamente, in questi ultimi giorni i media – forse i sondaggi che diffondono non sono così tranquillizzanti – che parteggiano per Macron, buttata ogni maschera e pretesa di neutralità, con una rabbia frenetica che sfocia nella demenza, scrivono articoli con la bava alla bocca.. Impressionante come un giornale “perbenista” come Le Monde vomiti veleno contro Marine, insulti, diffamazioni, voglia di ingiuriare ed offendere senza nessun freno contro i “lapsi”, gli apostati traditori Dupont-Aignan e Mélenchon . Anche Philippe Gasset annota con repulsione “lo straordinario cedimento intellettuale, morale, direi metafisico” di questa stampa che si sta trasformando “in uno strumento di perversione,diffamazione e di Terrore e infine persecuzione, evolvendo in una narrativa che si caratterizza con la demenza”.

I media rabbiosi chiamano alla guerra civile


Non c’è dubbio che se scoppierà la guerra civile in Francia, i media ne porteranno una gigantesca, sinistra responsabilità. L’hanno incitata, auspicata, stanno montando le forche e le ghigliottine.

L’ecologista che attribuisce a Mélenchon il disegno di far vincere il Front National è un esempio di questa demenza. Ma lieve, rispetto a ben altre manifestazioni.

Per esempio: è saltato fuori da Wikileaks un documento fotocopiato che rivelerebbe che Macron ha nascosto alle Bahamaas un conto offshore con 3 milioni; non solo Le Monde si affanna a dimostrare che è un falso; ma che è una “fake news uscita dalla rete internet di Trump e Putin”: così, letteralmente, come se la Casa Bianca la gestisse insieme al Cremlino.

Rumeur sur un prétendu « compte offshore aux Bahamas » : Macron contre-attaque


I redditi di Macron e degli altri. Ora salta fuori un documento delle Caiman…Falso!, strilla Le Monde.
Macron ha subito promesso querele a chi riprende la storia del conto segreto (che tuttavia può contribuire a spiegare come mai di tutti i candidati lui, banchiere, abbia dichiarato il patrimonio più piccolo, 35.514 euro, contro il 627.142 della Le Pen;
immediatamente la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta “per notizie false onde stornare i voti” (sic), dichiarando in anticipo la notizia falsa, e cercando di colpire Marine, che nel dibattito a due aveva ventilato di questo conto offshore.

Non basta: sessanta ambasciatori francesi hanno pubblicato sul Figaro una dichiarazione congiunta di lealtà e sottomissione a Micron, “il solo candidato capace di esercitare un mandato presidenziale che sia chiaramente per l’Europa e aperto alla mondializzazione regolata”: letteralmente così. Un chiaro segnale che se vince Marine, gli apparati istituzionali non ne riconosceranno la legittimità, e le muoveranno contro – anche gli ambasciatori parte della rivolta e contro – rivoluzione che ha in piazza i suoi attori più violenti.

€CALYPSE NEWS: J – 2 : modèle de lettre d’allégeance à Macron (surtout pour les Français résidents à l'étranger)

I 60 ambasciatori sono stati imitati dai presidenti di 73 università, che hanno diffuso un appello ai loro studenti: votate Macron, “il programma di Marine Le Pen è contrario ai nostri valori!”.

Élection présidentielle : le bureau de la CPU appelle à voter contre l’extrémisme

C’è da stupire, dunque, se l’ex presidente Barak H. Obama ha diffuso un video in cui sostiene solennemente Macron contro la Le Pen? Tanto per non lasciare dubbi che i poteri forti e peggiori stanno da quella parte.



Macron è diventato ogni ora più arrogante. Ha accettato di fare il dibattito a due di secondo turno con Marine, mentre per esempio Chirac non lo concesse a Le Pen padre? “Sì, ho accettato, anche a prezzo di sporcarmi un po’ le mani”, ha detto lui con degnazione.
Macron si lava le mani dopo che tocca quelle di un operaio? Gli elettori di Marine sono lavoratori, hanno le mani sporche Subito Le Monde è corso a scrivere che quella frase del suo protetto è un’altra “fake news” [probabilmente messa in giro da Putin].

Forse consigliato dai suoi istruttori d’immagine di essere “più aggressivo”, Macron nel dibattito a due ha buttato lì che i seguaci di Marine (gli operai con le mani sporche) “sono loro i nostri veri nemici. Passi accanto a loro nelle strade, li incontri in campagna o sul web, quasi sempre ben nascosti. Odiosi quanto vigliacchi. Li conosci . Il partito degli agenti del disastro, di quelli che spargono la paura. La Francia di estrema destra. E’ qui”.
Un tono che a qualche osservatore americano ha ricordato le frasi di Hillary, quando definì gli elettori di Trump: “Una manica di deplorevoli”.

http://theduran.com/macron-calls-le-pen-supporters-the-enemies-of-france/

Ma è peggio. Quando un candidato chiama i votanti per l’avversario, il 40 per cento dei francesi, “i veri nemici della Francia, l’anti-Francia”, sta chiamando la guerra civile. Se entrerà all’Eliseo, agirà contro di loro?

Il tutto poi in un paese dove la manifestazione del Primo Maggio è stata trasformata in una battaglia di extraparlamentari contro la polizia – una battaglia che è in corso da mesi nelle banlieues e ormai anche nei quartieri di Parigi. Dove “manifestanti” assaltano gli agenti con le Molotov e la voglia sempre più manifesta di uccidere: “E’ una sinistra radicale per la quale i tornei verbali e i piccoli calcoli parlamentari sono ormai superati; vogliono affrontare lo Stato duramente, fisicamente, concretamente”, ha scritto Pierre Rigoulot, lo storico direttore dell‘Institut d’Histoire Sociale, dedito alla storia del sindacalismo e dei socialismi.

Magari a Macron e ai media basterà eccitare questa”sinistra”.Il problema sarà poi farla tornare nella bottiglia.




La chiusura di Marine Le Pen nel duello in diretta TV è stata fulminante. “Comunque vada – ha detto guardando Macron – la Francia sarà guidata da una donna: o da me o dalla Merkel“.
 
vi chiedete perche la Le Pen a perso nelle citta'? la periferia di Parigi e' ormai africana
e' questo che volete?
comunque la Le Pen se consolida il voto vince alle elezioni politiche
 
ha vinto in 2 dipartimenti su 101
ma di cosa stiamo parlando?!
si ritiri!
ho sentito tutto il farfugliare sull'euro...veramente ridicola
 
la Le Pen ha avuto 10 milioni di voti
Macron con il supporto di TV, lobby, Obama, Merker e tutta la stampa 20milioni di voti

le scelte sbagliate si pagano, sempre
 
a me non piace ne' l'uno ne' altro...ti basta?
lei pero' e' oggettivamente impreparata....non si puo' proprio sentire
sull'euro esempio e' stata ondivaga...con ricette ridicole...salvini e' uno statista al confronto..il che e' tutto dire
 

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