Francia: ha vinto Macron legato ai Rothschild, amico dei banchieri

DA SEMPRE il primo viaggio all'estero del presidente francese e' in germania!
studia! (stavolta te lo dico io)
 
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Ecco chi ha finanziato Macron. Il documento che lo incastra: questo come lo spiega? / Guarda
 
Dettagli inquietanti

"Guardate bene questa foto": l'agghiacciante retroscena su Macron, c'è un messaggio nascosto

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Guardate bene questa foto: Emmanuel Macron che pronuncia il suo primo discorso da presidente della Francia con, alle spalle, la Piramide del Louvre. E prima ancora l'Inno alla gioia (la "sigla" dell'Unione europea) suonato prima della Marsigliese. Non semplice scenografia, ma un vero e proprio "messaggio" massonico. Ne sono convinti in tanti, su Twitter, rilanciando le tesi complottiste che vogliono Macron, ex banchiere d'affari, come testa di legno delle lobby della finanza transnazionale all'Eliseo. A condividere queste preoccupazione c'è anche Claudio Borghi, economista ed europarlamentare della Lega Nord. Sempre su Twitter Borghi retwitta commenti di questo segno e poi attacca duro i "macronisti" dell'ultim'ora: "In questo momento molti cialtroni di sinistra hanno capito la cazzata che hanno fatto. Tardi".

"Macron? Guardate bene qua": quell'agghiacciante sospetto, il messaggino nascosto
 
dopo aver sottoposto la LE PENN a visita psichiatrica
adesso ci sono perquisizioni nelle abitazioni dei rivali politici

sembra di essere tornati al fascismo.... ma non era Moscovici a denunciare certi comportamenti poco democratici italiani riferendosi a Salvini?

Insomma Macron ... un po' di dignità! Una seconda volta i francesi NON ti elggono ... ormai sanno di che pasta sei fatto!
 
Nuova imposta sui servizi digitali applicata dalla Francia di Macron a gran parte dei servizi web venduti in Francia.

La “Digital Tax” di Macron scatena guerra commerciale con gli USA

La United States Trade Rapresentative (USTR) agenzia che si occupa della tutela del commercio USA, ha iniziato un’indagine conoscitiva sulla nuova imposta sui servizi digitali applicata dalla Francia di Macron a gran parte dei servizi web venduti in Francia. L’imposta, fortemente voluta dal presidente francese per coprire quello che era considerato, anche giustamente, un settore economico che sfuggiva completamente all’impostazione fiscale diretta, pur avendo un grosso peso economico nel paese.
L’imposta prevedeva un’aliquota secca del 3% del fatturato realizzato in Francia su tutte le aziende che vendono determinate tipologie di servizi online e che realizzano un fatturato superiore ai 750 milioni globali e 25 milioni di euro in Francia.
Dato che questo tipo di società però sono esclusivamente situate negli USA e sono i colossi del web quali Google, Netflix, ma anche Booking e Airbnb, gli Stati Uniti hanno visto la mossa come pregiudicare le aziende americane ed hanno quindi iniziato un’investigazione.
Questo tipo di indagine è stato svolto anche nei confronti della Cina prima del l’imposizione dei dazi e potrebbe condurre all’applicazione di tariffe di ritorsione su prodotti francesi, come i vini o la componentistica (alcuni indicavano le auto ma le case francesi non sono presenti sul mercato USA).

La legge francese sui servizi digitali è, effettivamente, malfatta e dà l’impressione o la certezza di essere “ad personam* o meglio perfettamente mirata verso certe società. Anche il fatto di aver creato una norma ad hoc viene ad essere sospetto. Se invece si fosse ricorso ad una modifica dell’IVA, fornendo un’estensione alle società con fatturati modesti e senza considerare il “Fatturato globale” probabilmente si sarebbero raggiunti gli stessi risultati senza sembrare smaccatamente di parte.

Purtroppo Macron manca di queste finezze, anzi ama presentarsi come l’anti-Trump, ma questa volta il suo atteggiamento inutilmente aggressivo rischia di rivelarsi un boomerang nei confronti della sua stessa economia
 
la corte del neo-Napoleone Macron perde i pezzi pregiati
SI DIMETTE IL MINISTRO FRANCESE ALL’AMBIENTE: TROPPE ARAGOSTE

Si dimette a sorpresa il ministro della “Transizione ambientale” François de Rugy inseguito dalle accuse di aver utilizzato fondi pubblici per decine di migliaia di euro in modo totalmente improprio, per cene di lusso ed un restauro del proprio appartamento di servizio costato oltre 60 mila euro.

Tutto ha origine da un’inchiesta del media d’investigazione francese, Mediapart, che ha ricostruito delle spese di rappresentanza elevate e scarsamente giustificabili, come delle ricche cene a base di aragosta per i suoi ospiti, oppure 63 mila euro di lavori per il proprio appartamento di servizio ed addirittura un asciugacapelli rivestito in foglie d’oro, che però De Rugy ha invitato a trovare ed a mostrargli. Però le polemiche sono montate alle stelle ed alla fine Macron ed il suo primo ministro hanno deciso di sacrificarlo, in un momento molto delicato della politica francese. De Rugy afferma che è tutta una montatura e fino a questa mattina sembrava deciso a difendersi con i denti.

De Rugy era stato autore di una serie di riforme contestate, come la tassa sui biglietti aerei per finanziare il suo ministero oppure l’introduzione di obiettivi molto rigidi sull’emissione di CO2. Alla fine i soldi dei biglietti aerei sarebbero andati a finanziare le cene del ministro, che non credo siano state particolarmente ecologiche.

L’impressione è sempre la stessa: l’econologia, il CO2, etc sono solo pretesti per imporre da un lato delle “Barriere all’entrata” per tutelare chi già comanda sul mercato, dall’altro per imporre folli e costosi limiti alla massa della popolazione, mantenendola così in uno stato di soggezione non più giustificabile dal punto di vista sociale.
Intanto il ministro di turno pasteggia a champagne ed aragosta…
 

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