Fiat vale solo 5 euro. Anzi no, ne vale 8,5
Le grandi case vanno dal «sell» di Deutsche Bank all’«overweight» di Jp Morgan. Meno elastiche le banche italiane: posizione neutrale e target che varia da 6,2 a 6,5 euro. Con appena il 4,8% di differenza
di Laura Galvagni - 18-12-2004
La valutazione di Fiat mette d’accordo le banche italiane, ma non quelle estere. L’analisi di 12 ricerche messe a punto da altrettanti istituti in seguito alla presentazione dei dati dei primi nove mesi del gruppo mostra una generale discordanza sulla valutazione della società. Si va da Deutsche Bank, che ha fissato un prezzo obiettivo di 5 euro, alla più ottimista Jp Morgan, che ha un target price di 8,5 euro. Rispetto alla valutazione della banca tedesca, che ipotizza un’azione Fiat al valore nominale e nulla più, l’istituto americano ha calcolato un fair value superiore del 70 per cento. Soltanto un altro istituto ha una valutazione così positiva sul Lingotto: è Intermonte, che ha stimato un prezzo obiettivo di 8 euro. Dello stesso avviso era, fino a qualche giorno fa, Rasbank. Proprio in questi giorni la banca d’affari ha però deciso di rivedere al ribasso sia il target price che la raccomandazione buy. È abbastanza curioso notare che la maggior parte degli istituti italiani presi in considerazione abbia una posizione piuttosto simile sul titolo. Mediobanca, Ubm, Banca Leonardo, Imi ed Euromobiliare hanno infatti tutti una raccomandazione neutral sulle azioni del gruppo di Torino. Per quanto riguarda i target price oscillano poi tra un massimo di 6,5 euro (Mediobanca) e un minimo di 6,2 euro (Ubm). Lo scarto è ridotto ad appena il 4,8 per cento. A sparigliare sono insomma le banche estere. Bnp Paribas, coinvolta nel prestito convertendo Fiat da 3 miliardi per una cifra di 150 milioni, ha un giudizio outperform con un prezzo obiettivo di 7,2 euro. Naturalmente, nei giudizi di ciascuna il dito viene puntato contro il settore dell’auto, la principale fonte di perdita del Lingotto. Le attese sul settore non sono in generale positive. La maggior parte degli istituti si chiede se il 2005 sarà davvero l’anno della svolta e di conseguenza accende un faro su quella che sarà la principale proposta della Fiat per il prossimo anno: la nuova Punto. Nei diversi report non era stata ancora presa in considerazione la possibilità che proprio questo comparto potesse finire nelle mani di General Motors, in caso di esercizio dell’opzione di vendita da parte della Fiat.