Gann: l'importanza del volume nella sua tecnica (1 Viewer)

luigi723

Forumer attivo
volumi

sui volumi, cicli e cause connesse ho cartaceo di william c. Garret "investing for profit with torque analysis" parere mio: forse qualcosa. 200 pag no disponibilità scanner per mandarlvelo per una traduzione a comprensione esauriente. Parla di imput sul mercato che vibra come scala musicale con i soi tempi. Zona emilia. ciao
 

Reverse

Under Jolly Roger
La traduzione di testi utili al nostro studio è certamente contemplata fra le cose fare.;) Sarebbe bello chi conosce bene l'inglese si facesse avanti per il bene comune. Io ne ho una sufficiente conoscenza ma non ho davvero il tempo. Il gioco di squadra serve proprio a superare i problemi del singolo. Grazie.
 

Reverse

Under Jolly Roger
Aggiungo: dato che al libro di Garrett ci saremmo comunque arrivati (e questo è un regalo che vi avrei fatto, perchè come luigi723 può testimoniare, e come ogni ganniano sa, il libro è piuttosto raro), si possono anticipare i tempi avviandone la traduzione. Avendo lo scanner metto il testo a disposizione. Fatemi sapere, ganniani anglofoni.:D:D
 

Reverse

Under Jolly Roger
Continuiamo nella nostra indagine sulla presenza di armonia nel mercato, con una maggiore attenzione, rispetto al "solito" studio ganniano, nei riguardi dei volumi.
Dal grafico allegato possiamo renderci conto della validità delle proiezioni di prezzo in ottavi del primo movimento rialzista di metà 2003 (marzo-giugno).
Altra cosa interessante: a ogni picco rilevante in termini di prezzo è corrisposto un buon aumento dei volumi. In pratica i volumi "anomali" rispetto alla media sono sempre stati fatti al rialzo, il che potrebbe voler dire che, periodicamente, qualcuno compra grosse quantità del titolo.
Il titolo permane in fase lateral-rialzista per prezzi superiori a 0.54.
1095667094beghelli1.png
 

Reverse

Under Jolly Roger
Scusate l'assenza di qualche giorno. Ho dovuto preparare tutto per la raccolta e l'esposizione in luogo arieggiato delle uve necessarie a produrre uno dei migliori (benchè poco conosciuto) passiti italiani.:D
A stasera per un nuovo "input".
 

celeron

Main Trend Analysis
Reverse ha scritto:
Scusate l'assenza di qualche giorno. Ho dovuto preparare tutto per la raccolta e l'esposizione in luogo arieggiato delle uve necessarie a produrre uno dei migliori (benchè poco conosciuto) passiti italiani.:D
...

Parliamone :-D :-D :-D
 

Reverse

Under Jolly Roger
Riprendo a postare dopo la parentesi "enologica" (devo comunque
ancora vinificare, cosa che mi prenderà dell'altro tempo).

Finora vi ho fatto vedere alcuni grafici con l'evidenza di
alcune "coincidenze" curiose nei movimenti di prezzo e tempo.
Adesso è bene che vi introduca ad un modo di pensare che può
esservi
di grande aiuto nel trading. Per fare questo vi riporterò alcuni
documenti che ho trovato girando per Internet.
Intanto, specifico subito che, pur rispettando le idee di tutti e
trovando grande piacere nel discuterle, sarei un bugiardo se
scrivessi di usare tecniche che hanno a che fare con i pianeti,
congiunzioni astrali ecc.
Mi ispiro IN PARTE a qualcosa di molto diverso, e cioè ad alcuni
schemi mutuati dalla fisica, per studiare il mercato (molto a modo
mio).
In un certo senso bisogna sviluppare una propria filosofia.
Vi metto sulla buona strada.;)


Breve sintesi sui Quanti tratta dal volume"Dio e la nuova Fisica"

di Paul Davies



"Paul Davies, nato a Londra nel 1946 è professore di fisica
teorica
All'Università di Newcastle. Ha insegnato per otto anni matematica
applicata al King's College di Londra e si è occupato come
ricercatore di molti argomenti di fisica fondamentale e di
cosmologia."


La teoria Quantistica e gli universi paralleli

La teoria dei quanti è ormai vecchia di parecchi decenni, eppure
soltanto ora le idee stupefacenti di cui è portatrice, cominciano
a
giungere ai profani. Si comincia ad intuire che essa ci fornisce
un'interpretazione apparentemente incredibile ma attendibile della
natura della mente e del reale. Oltretutto è impossibile ignorare
la
rivoluzione quantistica nella ricerca di Dio e del significato
dell'esistenza.

Questa teoria è in primo luogo una branca della fisica con
applicazioni eminentemente pratiche. Dobbiamo alla teoria dei quanti
il laser, il microscopio elettronico, il transistor, i
superconduttori e l'energia nucleare. Essa in un sol colpo spiega la
struttura dell'atomo, i legami chimici, la conduzione
dell'elettricità, le proprietà meccaniche e tecniche dei
solidi, i
meccanismi del collassamento stellare ecc. Insomma la teoria dei
quanti oggi è nelle sua applicazioni ordinarie, normale materia
comprovata in moltissimi modi ed in innumerevoli campi della fisica,
oltre che dell'ingegneria e permea profondamente la ricerca
scientifica in genere. La gente comune ovviamente ignora spesso tutto
questo ma anche pochi fisici professionisti, si soffermano a meditare
sulle bizzarre implicazioni filosofiche della teoria dei quanti,
eppure fin dal suo concepimento o quasi, ci si è resi conto che
essa
è davvero molto strana.

La teoria è nata dall'esigenza di descrivere il comportamento
degli
atomi e delle particelle che li costituiscono: essa si occupa quindi
in primo luogo del micromondo. All'inizio del secolo si riteneva che
l'atomo fosse sostanzialmente un sistema planetario su scala
infinidesimale e che i corpuscoli che lo costituiscono orbitassero
con la meccanica esattezza dei pianeti intorno al Sole. Ora sappiamo
che questa visione era completamente sbagliata. Negli anni venti si
scoprì che invece il mondo dell'atomo è caratterizzato dalla
confusione e dal caos.

Gli elettroni ad esempio non seguono traiettorie certe e definibili.
Ora appaiono qui e ora là. E non solo gli elettroni ma tutte le
particelle subatomiche che conosciamo. Anche l'atomo stesso si muove
senza regola e in modo indeterminabile. L'atomo se si potesse vedere,
avrebbe l'aspetto di una nuvola tondeggiante con il nucleo al centro
e gli elettroni orbitanti attorno girare così velocemente da
renderne
impossibile la visione concreta ma solo le tracce del loro vorticoso
movimento: costituirebbero la nuvola elettronica, appunto. La materia
che ogni giorno maneggiamo, osservata da molto, molto vicino si
dissolve in un turbine di immagini fuggevoli e insostanziali !

La teoria dei quanti, prende atto di questa indeterminazione. Sua
conseguenza diretta è l'imprevedibilità. Tutti gli eventi hanno
una
causa? Verrebbe istintivo rispondere di si e si ricorre spesso al
rapporto di causa-effetto per dimostrare ad esempio l'esistenza di
Dio, che è la Causa Prima. Il fattore quantico però, rompe la
catena
delle cause e fa sì che si verifichinio effetti privi di causa !!

Puo essere che la natura sia capricciosa e casuale e in quanto tale
fa si che elettroni e altre particelle compaiano a caso dal nulla?
Molti scenziati seguendo il parere autorevole del grande fisico
danese Niels Bohr, giunsero alla conclusione che l'incertezza del
comportamento atomico, è legge di natura: le leggi perfette che
governano il movimento degli oggetti dell'universo, si applicano
benissimo a stelle e galassie ecc. ma quando si tratta di atomi, le
leggi sono quelle della roulette ovvero del caso!

Albert Einstein respinse questa conclusione di Bohr, dichiarando con
la celebre frase che "Dio non gioca a dadi ! ". Però si sbagliava.
E'
ormai provato che nel mondo sub-atomico, regna la legge del caos e
degli effetti privi di causa.

Si è scoperto inoltre che non si può contemporaneamente
conoscere la
posizione e il movimento di una singola particella. E' possibile
conoscere l'una o l'altro, mai entrambi.
E' questo il famoso Principio di indeterminazione di Heisemberg, uno
dei padri fondatori della teoria quantistica. In base a questo
principio si afferma l'impossibilità appunto di conoscere dove si
trovi un atomo, una qualsiasi particella e contemporaneamente di
conoscere anche le modalità di movimento!! Non ha senso infatti
chiedersi contemporaneamente dove si trova un atomo e come si muove.
Prima occorre stabilire cosa si intende misurare, se la posizione o
il movimento: solo dopo di ciò si può avere una risposta
significativa.

La posizione e il movimento (più esattamente la quantità di
moto),
costituiscono aspetti della realtà che per le particelle
microscopiche sono reciprocamente incompatibili. Secondo Bohr,
l'indistinto e nebuloso mondo dell'atomo prende corpo nella realtà
solo quando lo si osserva. In assenza di osservazione, l'atomo è
un
fantasma; si materializza solo quando lo si cerca. La realtà
sembra
proprio nascere dall'osservazione! E tutto ciò ha ormai una
convalida
sperimentale.

L'argomento dei quanti è materia molto tecnica e difficile. Questo
panorama sommario però basta a dimostrare che la concezione
ordinaria
del mondo, quella secondo cui gli oggetti della cosiddetta realtà
esterna esistono a prescindere dalla nostra osservazione, crolla
completamente di fronte al fattore quantico. Molti aspetti che ci
lasciano perplessi si chiariscono se si tiene presente un bizzarro
dualismo onda-corpuscolo che ricorda un po' il dualismo tra mente e
corpo oggetto di argomentazioni filosofiche. Ciò può
significare che
un'entità del macrocosmo, del nostro mondo, determina il
microcosmo
di cui esso stesso è composto?

Negli ultimi anni i fisici hanno cominciato a occuparsi della
cosmologia quantistica: dell'applicazione cioè della teoria dei
quanti a tutto l'universo. Per definizione non può esistere
alcunchè
al di fuori dell'universo che lo renda reale osservandolo (tranne
Dio, forse). L'universo quindi, secondo il pensiero del fisico
quantistico Eugene Wigner, dovrebbe trovarsi nello stato di limbo
quantico. Senza una mente che lo integri, l'universo non può che
vagare in un'incerta condizione di irrealtà. Si divide nella
coesistenza ibrida di realtà alternative che si sovrappongono,
nessuna delle quali è realtà vera. Perché allora noi
percepiamo
un'unica, solida realtà?

C'è un'audace teoria che affronta direttamente questo vertiginoso
problema: La teoria degli universi paralleli. Avanzata per la prima
volta nel 1957, la teoria afferma che tutti i mondi quantici
alternativi e possibili sono reali e coesistono in modo parallelo
l'uno sull'altro. Ogni volta che determiniamo una qualunque
misurazione per determinare ad esempio, se il gatto è vivo o
morto,
l'universo si scinde in due universi: in uno il gatto è vivo,
nell'altro è morto. Entrambi gli universi sono però reali, e in
entrambi vi sono osservatori umani, che peò percepiscono solo
l'universo in cui si trovano. Certo, può essere che il buonsenso
si
ribelli all'idea che l'universo si divide in due a seconda del
capriccio di un unico elettrone: la teoria peò regge di fronte a
una
analisi più approfondita.

Quando l'universo si scinde, si scinde anche la nostra mente in due
menti distinte, ognuna delle quali va ad abitare in un suo universo!
Ciascuna delle due menti, naturalmente, è convinta di essere unica
e
indivisa. A chi obietta di non percepire questo atto di biforcazione
si può rispondere che non si percepisce nemmeno la rivoluzione
della
Terra attorno al Sole! Ma come saranno e dove saranno questi altri
mondi? E' possibile raggiungerli? Non sembra possibile seguendo le
indicazioni della teoria. I mondi paralleli, una volta separati,
risultano fisicamente isolati e dunque irraggiungibili ed
inaccessibili. Per riunirci ad essi bisognerebbe invertire il
processo della misurazione, il che richiederebbe un'inversione
temporale: è come voler ricostruire un uovo che si è rotto, un
atomo
dopo l'altro.

Abbiamo quindi tutti noi al nostro fianco, vicinissimi, milioni e
miliardi di nostri duplicati. Si tratta però di una vicinanza non
misurabile con lo spazio della nostra percezione. I mondi che si
biforcano poi anche per qualche motivo irrilevante, saranno o molto
simili al nostro, viversi per qualche piccolo particolare o
totalmente diversi.
In certi mondi ad esempio Hitler non è mai esistito e John Kennedy
non è mai stato assassinato ecc.
Molti affermano che la teoria dei quanti, che attribuisce alla mente
un ruolo così importante, può costituire la chiave per capire
più a
fondo la questione del libero arbitrio. In effetti il fattore
quantico ha spazzato via la vecchia concezione deterministica
dell'Universo, secondo cui tutto ciò che facciamo è stato
prestabilito dai meccanismi universali prima della nostra nascita.


Dio e il libero arbitrio


Dio può esercitare il libero arbitrio e compiere le sue scelte ?
Se
l'uomo gode del libero arbitrio a maggior ragione ne godrà Dio.
Quindi anche la divinità risulta coinvolta nei problemi che
sorgono
con il concetto di libertà e inoltre ci ritroviamo con le solite
perplessità connesse all'infinitezza e all'onnipotenza di Dio. Se
Dio
ha un piano riguardo l'universo, - piano che si realizza in quanto
manifestazione della Sua volontà - perché non si è limitato
a creare
un universo perfettamente determinato in cui i fini che Egli si
propone siano automaticamente raggiunti? O meglio ancora, perché
non
ha creato un universo in cui tali fini siano già realizzati ? E se
l'universo non è determinato, ciò non significa forse che il
potere
della divinità è limitato dal fatto che essa non può
prevedere o
decidere quale sarà l'esito delle Sue decisioni? Si potrebbe
però
dire che Dio è perfettamente libero di rinunciare a una parte del
suo
potere: controbattere che tale rinuncia si manifesta nel conferimento
all'uomo del libero arbitrio, che ci permette di opporci a Lui se
così desideriamo, e nell'attribuzione al mondo atomico del fattore
quantico, che trasforma la Sua creazione in un gioco d'azzardo
cosmico. Rimane però un problema logico: come può un agente
onnipotente limitare il proprio potere pur rimanendo onnipotente ?

L'eventuale onnipotenza di Dio è ben diversa dal libero arbitrio
dell'uomo; quest'ultimo può scegliere tra due o più cose, fare
indubbiamente delle scelte ma comunque esaudire solo una piccola
parte dei suoi desideri. Al contrario un Dio onnipotente non è
sottoposto a questi limiti: Egli può realizzare tutto ciò che
desidera. Ma l'attributo dell'onnipotenza solleva alcune ardue
questioni teologiche. Dio è libero di impedire il male? Se è
onnipotente, si. Perché dunque esiste il male nel mondo? E' questo
un
interrogativo terribilmente insidioso, come dimostra l'analisi che ne
fa David Hume.
Se il male esiste perché Dio ha così deciso, Dio non è
buono; se il
male esiste contrariamente alle intenzioni divine, Egli non è
onnipotente. In conclusione, Dio non può essere contemporaneamente
buono e onnipotente, come afferma la maggior parte delle religioni.

Si può controbattere l'argomento affermando che il male deriva
solo
dall'uomo: poichè Dio ci ha creati liberi, siamo liberi anche di
fare
il male e di frustrare quindi i suoi piani. Ma giacchè Dio avrebbe
potuto crearci diversi, incapaci di fare il male, anch'Egli è
parzialmente responsabile del male che noi facciamo. La
responsabilità dei danni provocati da un bambino, ricade anche sui
genitori. Si deve quindi concludere che il male (o almeno certi
limitati aspetti del male) rientra nei piani di Dio per il mondo?
Oppure che Dio non è libero di far sì che non ci opponiamo ai
suoi
disegni? I problemi non finiscono qui; altri ne sorgono se riteniamo
che la divinità trascenda il tempo.
Infatti il concetto di libertà di scelta ha un carattere
essenzialmente temporale. Il concetto stesso di scelta implica il
tempo: una scelta atemporale è un assurdo semantico. E se Dio
conosce
il futuro, ha senso parlare di segni divini e della nostra
partecipazione ad essi? Un Dio infinito ed onniscente conosce ciò
che
avviene in ogni istante. Ma come si evince dalle moderne conoscenze
scientifiche , non esiste un presente universale: quindi la
conoscenza divina, se si estende nello spazio, deve estendersi anche
nel tempo.

Se ne deve concludere che un Dio eterno qual'è quello dei
cristiani
non ha libertà di scelta: ma è possibile che invece l'uomo sia
dotato
di un attributo di cui il suo creatore sia privo? Si è costretti a
concludere paradossalmente, che la libertà di scelta non è un
privilegio, ma una limitazione di cui noi soffriamo: corrisponde
cioè, alla nostra incapacità di conoscere il futuro. Dio non
è
costretto nel carcere del presente, non ha bisogno del libero
arbitrio. Il problema appare irrisolubile. La nuova fisica senza
dubbio vivifica l'antico enigma del libero arbitrio e del
determinismo ma non lo risolve. La teoria dei quanti, confuta sì
il
determinismo, ma in compenso minaccia il concetto di libertà
moltiplicando la realtà. La teoria della relatività, ci apre un
universo esteso nel tempo oltre che nello spazio ma non ci toglie una
certa libertà d'azione.


L'idea di un Dio

C'è da dire che l'dea di un Dio creatore che con un atto di
volontà
ha fatto si che l'universo esistesse è profondamente radicata
nella
cultura giudaico-cristiana. Però quando si analizza a fondo la
questione dal punto di vista scientifico-filosofico, si evince che
questa convinzione pone più problemi di quanti ne risolva. La
difficoltà principale rimane la natura del tempo. Oggi sappiamo
che
il tempo è inestricabilmente legato allo spazio e che lo
spazio-tempo
fa parte dell'universo così come ne fa parte la materia. Il tempo
ha
le sue leggi che lo governano e fa parte della fisica.
Ora se il tempo appartiene all'universo fisico e obbedisce alle leggi
della fisica, ne consegue che il tempo stesso è compreso in
quell'universo che Dio dovrebbe aver creato. Ma ha senso dire che Dio
è causa del tempo, quando l'esperienza ordinaria ci insegna che la
causa precede sempre l'effetto? La causalità è calata nel
tempo: Il
tempo deve esistere prima che una cosa causi un'altra cosa. Se il
tempo non esiste, concepire un Dio che esiste prima dell'universo
è
assurdo dato che non esiste né un prima né un dopo!

Ma Dio potrebbe esistere al di fuori dello Spazio e del Tempo, come
teorizzò Boezio nel VI° secolo, elaborando un concetto di
creazione
molto più astratto e sofisticato di quello ordinario. Dio potrebbe
esistere sopra la natura e non prima di essa. Questa idea non affatto
facile da capire: la divinità fuori dal tempo crea l'universo e lo
mantiene in esistenza in ogni momento! E' un Dio che agisce in ogni
istante. Il remoto creatore cosmico viene ad assumere una
connotazione di maggiore immediatezza ma risulta in cambio più
oscuro
e distante.

Ma se Dio è fuori dal tempo non può venire a far parte della
successione di cause in quanto egli non è tanto causa
dell'universo
quanto spiegazione dell'universo stesso! Chiedamoci ora perché le
cose sono come sono. Perché questo universo, queste leggi, questa
organizzazione della materia e dell'energia? Perché c'è
qualcosa
invece del nulla? Ogni cosa e ogni evento dell'universo fisico
richiedono, per giustificare la propria esistenza, il ricorso a
qualcosa d'altro. Al di fuori di essi: spiegare un fenomeno significa
collegarlo a qualcosa d'altro. Ma se prendiamo l'universo nel suo
insieme è ovvio che non vi può essere per definizione nulla di
fisico
al di fuori dell'universo che lo possa spiegare. Bisogna quindi
ricorre a qualcosa di non fisico e di sovrannaturale: Dio. L'universo
è così perché Dio ha deciso che fosse così. Questo
ragionamento che
si fonda sulla proposizione secondo cui tutto ciò che è fisico
è
contingente, cioè sprovvisto di un esistenza di per se necessaria,
costituisce il cosiddetto argomento
ex contingentia mundi che è una delle prove cosmologiche della
filosofia cattolica relativa all'esistenza di Dio.

Anche quest'argomento offre comunque il fianco a molte obiezioni
già
applicabili all'argomento causale e in un certo senso, diventa
vittima del proprio successo. Alla domanda: Cosa può spiegare Dio?
il
teologo risponde: Dio è un essere necessario che non ha bisogno di
spiegazioni ovvero Dio contiene in se stesso la spiegazione della
propria esistenza! Ma questa proposizione ha un significato? E se lo
ha, cosa vieta di impiegare lo stesso argomento per tentare di
spiegare l'universo? Basta dire: L'universo è necessario e
contiene
in se stesso la giustificazione della propria esistenza! L'idea che
un sistema fisico contenga in sé la propria giustificazione
potrà
sembrare paradossale al profano ma in fisica non è nuova. Ci
troveremmo di fronte ad un sistema ad andamento circolare di Energia
che crea se stessa! Quindi un universo che contiene in sé una sua
giustificazione fondata esclusivamente su interazioni naturali e
fisiche.

Il teologo obietterà dicendo che è più semplice attribuire
il
carattere di autogiustificare la propria esistenza a Dio, in quanto
onnipotente e onniscente è l'entità più semplice concepibile
che non
all'universo, che nei suoi molti aspetti si mostra complesso e
particolare: Se esiste un Dio c'è più di una probabilità che
abbia
creato una cosa finita e complessa come l'universo. E' improbabile
che l'universo esista incausato (senza causa). E' più probabile
che
incausato sia Dio. L'esistenza dell'universo diventa più
comprensibile se ipotizziamo che sia stato creato da Dio. Infatti
questa ipotesi richiede una spiegazione più semplice che non
supporre
che l'universo esista senza causa alcuna.

L'obiezione è molto convincente, è difficile convincersi che
l'universo con tutti i suoi molteplici aspetti sia così per caso.
Lo
scienziato potrà però non accettare il presupposto che una
mente
infinita (Dio), sia più semplice dell'universo. A noi risulta
infatti
che la mente esiste solo in sistemi fisici che abbiano supaerato un
certo livello di complessità: il cervello ad esempio è un
sistema
estremamente complesso. Se ne conclude quindi che una mente infinita
è infinitamente complessa e quindi meno probabile dell'universo,
molte manifestazioni del quale sono di gran lunga non
sufficientemente complesse per dar luogo a una mente. Forse dunque
Dio non è una mente ma qualcosa di più semplice. E in questo
caso ha
senso parlare di una mente che esiste al di fuori del tempo?


Dio e il Tempo

Secondo i cristiani Dio è eterno. Questo aggettivo però ha due
accezioni diverse: "che dura per sempre" e "senza tempo". La prima
è
più semplice: eterno è ciò che esiste senza principio né
fine per un
periodo di tempo infinito. Una siffatta eterna divinità, però
comporta serie obiezioni. Un Dio nel tempo è sottoposto al
cambiamento: che cosa provoca il cambiamento? Se Dio è la causa di
tutto ciò che esiste (come si deduce dall'argomento cosmologico),
è
ragionevole affermare che la causa ultima cambia anch'essa? Il tempo
non gode di un'esistenza a sé ma fa parte dell'universo fisico.

Sappiamo grazie alle scoperte di Einstein sulla Relatività* che il
tempo è elastico e può dilatarsi o contrarsi nel rispetto di
precise
leggi matematiche che si fondano sul comportamento della Materia.
Inoltre il tempo è strettamente legato allo spazio e spazio e
tempo
insieme esprimono l'attività del campo gravitazionale. Il tempo
non è
una qualità divina: lo si può deformare fisicamente anche
mediante la
manipolazione umana. Un Dio calato nel tempo, dunque, è in un
certo
senzo coinvolto e intrappolato nelfunzionamento dell'universo fisico.
E' probabile del resto, che il tempo cessi addirittura di esistere in
un remoto futuro: in tal caso la posizione di Dio si rivelerebbe
oltremodo insicura.
E' chiaro che Dio non può essere onnipotente se è sottoposto
alla
fisica del tempo, né lo si può ritenere il creatore
dell'universo se
non ha creato anche il tempo! Infatti poiché il tempo e lo spazio
sono inseparabili, un Dio che non crea il tempo non crea neppure lo
spazio. Da ciò si potrebbe concludere che il concetto di un Dio
creatore è superfluo tranne che per creare il tempo (o più
rigorosamente lo spazio-tempo).

Resta l'altra accezione di eterno: "senza tempo". Il concetto di un
Dio al di là del tempo risale almeno ad Agostino il quale sostiene
che Dio ha creato il tempo. Anche molti altri teologi cristiano
sostengono questa posizione. Sant'Anselmo ad esempio così
scriveva: "Tu (Dio) esisti non ieri, oggi o domani, ma esisti del
tutto al di fuori del tempo". Un Dio senza tempo non presenta i
problemi di cui sopra ma come già visto è sottoposto a delle
limitazioni. Non può essere un Dio personale che pensa, dialoga,
sente, desidera ecc, poichè si tratta di attività temporali. E'
difficile stabilire come un Dio siffatto possa agire sul mondo! Un
Dio senza tempo non può dunque essere considerato persona o
individuo
nel senso che attribuiamo a questo termine. Sostiene il teologo
moderno Paul Tillich: "Se diciamo che Dio è un Dio vivente, ne
affermiamo con ciò la temporalità e con essa un rapporto con le
manifestazioni del tempo e senza la temporalità di Dio il
messaggio
cristiano non ha forma ".

La fisica del tempo comporta anche alcune interessanti implicazioni
filosofiche e logiche che si applicano all'onniscenza divina. Se Dio
è senza tempo, non può pensare, poiché il pensiero è
un'attività che
avviene nel tempo. Inoltre come può "conoscere", un Essere senza
tempo? Se il conoscere è imprescindibile dal tempo, la conoscenza
può
esserne svincolata - a patto però che ciò che si conosce non
cambi
nel tempo. Se Dio ad esempio conosce la posizione di ogni atomo oggi,
è evidente che domani questa conoscenza sarà mutata.
Affinchè egli
conosca in modo atemporale è necessaria quindi una conoscenza di
tutti gli eventi del tempo.

Diventa così molto difficile conciliare i diversi e tradizionali
attributi della divinità. La fisica moderna avendo scoperto e
quindi
stabilito la mutevolezza del tempo, scinde l'onnipotenza divina
dall'esistenza della Sua personalità. Non è facile quindi
dimostrare
che Dio possiede entrambi queste qualità!






Brevi cenni sulla Teoria della Relatività

a cura di G.Damilano


La teoria della Relatività teorizzata da Albert Einstein nel 1911,
si
divide fondamentalmente in due grandi parti:

- La relatività Generale o Gravitazionale
- La relatività Ristretta.

La relatività generale perfeziona ed estende la precedente teoria
di
Newton sulla Gravitazione Universale affermando ad esempio che un
raggio di luce in presenza di una massa viene deviato e che gli
oggetti materiali emetterebbero Onde Gravitazionali e quindi delle
particelle chiamate "Gravitoni" che sarebbero in analogia
dei "Fotoni", quanti di energia.

La relatività ristretta dimostra invece l'equivalenza tra massa ed
energia, tra lo spazio ed il tempo e la costanza ed insuperabilà
della velocità della luce. La dimostrazione è la nota formula
E=(MC)
2. L'energia cioè è uguale alla massa moltiplicato per la
velocità
della luce (C), il tutto al quadrato.
Questo vuol dire che aumentando la velocità di un oggetto, il
tempo
relativo al solo oggetto in movimento rallenta fino al valore zero,
mentre la massa dell'oggetto stesso aumenta fino a diventare infinita
alla velocità della luce (circa 300.000 Km/s). Ne consegue che la
stessa è insuperabile in quanto non può esistere una massa
infinita.
Durante questa trasformazione, contemporaneamente, lo spazio si
contrae secondo i valori previsti da una formula matematica
chiamata "Costante di Lorentz". L'inversione temporale (*) di eventi,
che potrebbe naturalmente avere conseguenze drammatiche è quindi
impossibile, almeno secondo le formule della fisica attuale, non
essendo mai possibile superare la velocità della luce!

Per chiarire megli i meccanismi della relatività ristretta viene
spesso usato l'esempio chiamato del "Paradosso dei Gemelli" che
spiega in pratica le conseguenze della deformazione dello Spazio-
Tempo. Pietro e Paolo sono due gemelli. Paolo si imbarca su una nave
spaziale viaggiando a velocità relativistica (prossima a quella
della
luce) e Pietro rimane a terra. Paolo che viaggia così velocemente
subirà senza accorgersene un rallentamento del suo tempo mentre
guardando (ipoteticamente) Pietro rimasto a terra, osserverà che
per
lui le cose al contrario, trascorreranno molto velocemente. Al
rientro della nave spaziale, dopo un lungo periodo di tempo, Paolo
apparirà notevolmente più giovane del fratello Pietro rimasto a
terra!

La teoria della relatività continua a chiamarsi così nonostante
sia
del tutto ormai dimostrata, tranne che per l'esistenza
dei "Gravitoni", previsti dalle formule che ancora non sono stati
rivelati. Sono particelle prive di massa come i fotoni ma molto
più
sfuggenti. Per scoprirli sono necessarie apparecchiature molto
sofisticate, costose ed ultrasensibili, che forse l'attuale
tecnologia non è in grado ancora di costruire.

(*) L'inversione temporale sarebbe possibile solo nel caso venissero
scoperte delle particelle previste da alcune teorie
chiamate "Tachioni" (dal greco Takios, tornare indietro) e che
avrebbero la caratteristica di superare il limite della velocità
della luce. Nel 1974 due fisici dell'università di Adelaide
dettero
la notizia della loro scoperta che però non venne mai confermata.
Se
venissero comunque scoperte queste particelle, l'implicazione fisica
che ne deriverebbe sarebbe quantomeno sconcertante. Si verificherebbe
il paradossale effetto che se una di queste particelle fosse emessa
da un'osservatore A, sarebbe ricevuta da un'osservatore B, un'istante
prima di essere stata emessa!! Il che sembra apparentemente
impossibile!
 

luigi723

Forumer attivo
dio

per favore Reverse lascia stare dio dovè che centra come i cavoli a merenda. Tanto più che questo concetto non ha mai portato un aiuto concreto alla risoluzione dei probemi dell'umanità. Nel senso che il concetto di dio e le sue immaginarie caratteristiche non ha mai indotto gli scienziati a invenzioni tecniche

nb se vuoi cancellare questo mio intervento per non interrompere la linearità del tuo discorso fallo pure
 

Reverse

Under Jolly Roger
Re: dio

luigi723 ha scritto:
per favore Reverse lascia stare dio dovè che centra come i cavoli a merenda. Tanto più che questo concetto non ha mai portato un aiuto concreto alla risoluzione dei probemi dell'umanità. Nel senso che il concetto di dio e le sue immaginarie caratteristiche non ha mai indotto gli scienziati a invenzioni tecniche

nb se vuoi cancellare questo mio intervento per non interrompere la linearità del tuo discorso fallo pure

Ci mancherebbe luigi, fino a quanto non si scade in polemica un'osservazione o una domanda non fanno altro che rendere più profonda la trattazione di un argomento.
Andando al punto, io ho anticipato che per me si tratta di un modo di intendere il mercato che è quasi una filosofia, un modo di intendere il Tutto. Nonostante possa sembrare stranissimo, se ci pensi non lo è.
La realtà per "funzionare" (parlo di realtà fisica, quindi tutto ciò che ci circonda) deve essere basata su precisi rapporti matematici e funzionare seguendo determinate leggi. Una piccola variazione può causare grossi scompensi.
Intendiamoci, io credo in Dio e credo anche che abbia problemi molto più seri che controllare come ha chiuso il Nasdaq....:D
E ci mancherebe pure che con quanto sopra riportato volessi mischiare il sacro e il profano. Il senso reale è che tutto è fisica e quindi tutto è matematica. Il mercato è la rappresentazione grafica di avvenimenti e di stati d'animo che dagli stessi sono causati. Per me tutto è misurabile, anche se non tutto con la stessa precisione ed accuratezza.
 

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