GayToday : Uscita n.1 (Comprare casa oggi.domani.o mai..?)

caspita, noto che il pessimismo regna sovrano.
sicuramente ci sono prezzi alti su immobiliare, ma da questo a definirlo bolla ce ne corre (in italia, altri paesi probabilmente sono più a rischio), magari prezzi scenderanno, ma crolli la vedo dura...
idem per materie prime, la domanda mondiale è ai max e molte fabbriche cinesi lavorano a regime ridotto per problemi di approvigionamento materie e scarsità di manodopera in certe aree...crolli difficili in questa situazione.
la realtà è che da noi c'è molto pessimismo perchè siamo una nazione e forse un continente in declino...e il numero di nascite ne è una chiara spia...che futuro volete che abbia un paese di vecchi?...
 
GENKO ha scritto:
Cara Franci,
Se tu avessi un immobile che valeva 10 prima del maledetto euro e dopo 20...lo daresti lo stesso a 10 o te lo terresti e chiederesti il doppio?
Io me lo terrei o chiederei il doppio.
.
Hai ragione, allora una volta acquistato a 20 l'immobile, bisognerà venderlo a 40 e così via, successivamente chi lo acquista a 40 lo vorrà vendere a 80.
E secondo te a cosa porterà questo tipo di atteggiamento? Che tipo di futuro può essere prospettato?
Poco per pochi, e gli altri?
Il fatto è che manca anche una educazione civile in questo senso, cosa significa raddoppiare il costo di qualsiasi cosa?
Significa raddoppiare le sofferenze economiche di un paese, significa rallentare rapidamente la circolazione di liquidità, significa bloccare l'economia di un paese, significa creare un paese di poveri.
La cosa più terrificante di tutto questo è che lo stesso governo, non sembra identificare questo come un problema, vuole una società di nascenti schiavi di grossi gruppi bancari e compagnia bella.
L'unica arma di difesa che ha la gente comune è l'astensione dall'acquisto, tu vendi a 200, io compro a 80, i signori della agenzie immobiliari non vivono di affitti, vogliono vendere? i prezzi devono scendere pesantemente.
In questo contesto, sempre ringraziando l'attuale governo, posso identificare che la marea infinita di extracomunitari che acquistano appartamenti in 10 o 15 persone a prezzi assurdi, non ha di certo migliorato una situazione che appariva già di per sè preoccupante con l'avvento dell' euro.
Sentiamo parlare di crisi economica, ma i soldi non spariscono, si spostano, ma ci sono da qualche parte, bisogna mettersi in testa che se si vuole andare avanti in maniera civile, la ricchezza dovrà essere distribuita non accumulata.

Ciao Genko.
Io non parlavo di grossa speculazione immobiliare, parlavo dal mio punto di vista di piccolissimo risparmiatore e piccolissimo proprietario.
Come piccolissimi proprietari sono motlti chre oggi "devono" vendere perchè non ce la fanno a tirare avanti.Sono realtà che ho sotto glio occhi, purtroppo, compresi anziani e meno anziani che vendono le nude proprietà.
Supponiamo che io debba vendermi la casa ( i ricchi di solito non le vendono,comprano nei tempi buoni e affittano, almeno da noi, mentre in America e paesi come Inghilterra la cosa è divversa).
Ebbene, se di questa casa cinque anni fa mi davano 100 e oggi mi danno 200 io la devo vendere per fare beneficenza alla signorina del cannolino a 100?Per poter continuare a comprare il cannolino a 2,5 o, molto più probabilmente, per tirare avanti.
Non mi sentirei assolutamente in colpa se vendessi al prezzo che mi offre il mercato.Io non mi sento in colpa se vendo a mercato un titolo che quota 10 e non lo regalo a 5.
Parlo sempre da piccolissimo proprietario.Altra cosa è la speculazione che va dal cannolino, allo zucchino, alla scarpa e...su, su..all'infinito.
Posso cercare di difendermi il più possibile, non m'importa molto di rinunciare( forse mi peserebbe che a rinunciare fosse un figlio), ma non posso rinunciare a chiamare l'idraulico se mi si è allagata la casa, non posso non andare dal dentista se ho un ascesso.
Conosco una persona che si sta vendendo la nuda proprietà per poter fare costose cure odontoiatriche, perchè la pensione non basta e non c'è più quel poco di respiro che il reddito dei bot le consentiva in passato .
 
Ovviamente non ti devi sentire in colpa di vendere una casa ad un prezzo assurdo, perchè se trovi il merlo che te l' acquista hai solo da guadagnarci, io comunque stò parlando della effettiva impossibilità di acquistare appartamenti da parte delle persone comuni.
Il tuo esempio di beneficienza è fuori luogo, in quanto quella che tu consideri beneficienza io lo considero un prezzo adeguato al valore dell'immobile.
Comunque non si può parlare di titoli mettendoli alla stregua di beni di prima necessità come può essere la casa.
Non ne voglio fare un caso di coscienza personale ma una stima dell' assoluto stato di follia che attualmente vige nel contesto del mercato immobiliare.
Fever7 parlava di paese con poche nascite, ma è proprio per questo che non ci sono nascite o sono in costante dominuzione, ci voglio troppi soldi per creare oggi un nuovo nucleo familiare, ma come potete pensare che una coppia possa comprare una casa ai prezzi attuali e sostenere l'eventuale mutuo e tutti i costi relativi alla gestione della stessa.
Non vi è proporzione tra stipendi e costo dei generi di prima necessità, non me ne frega niente se oggi mi fanno un sconto del 10% sulla mortadella se nel corso degli ultimi mesi è aumentata del 50%, o se mi abbassano il costo della rivista PippoCaloggero del 30%, perchè è una cosa di cui posso fare benissimo a meno.
Senza contare l' insostenibile faciloneria con cui vengono sparati prezzi inguardabili da parte di costruttori che con assoluta tranquillità pretendono di venderti 100 mq di appartamento a 700 Milioni delle vecchie lire in una zona assolutamente non centrale di Milano, quando solo due o tre anni prima la stessa aveva un valore di circa 350 Milioni, dicendoti che basta fare il mutuo.
Cioè io dovrei fare un mutuo assurdo indebitandomi tutta la vita con una banca per comprare una casa e facendo così magari uno schifo di esistenza per riempire le tasche ad un costruttore che lucra sulla mia necessità di crearmi una famiglia.
La società è come una costruzione con fondamenta dotate di una certa resistenza, se si supera questa soglia si può andare irreversibilmente verso un disastroso cedimento strutturale.
 
riporto un'opinione che ritengo probabile

I periodi di espansione economica sono accompagnati da tensione sui prezzi delle materie prime (petrolio, metalli, etc...) in ragione della maggiore domanda delle stesse. L'indice delle materie prime, dunque, è uno dei più affidabili indicatori del ciclo economico. La borsa, d'altronde è anch'essa correlata al ciclo economico e, pertanto, se ne deduce che borsa e materie prime devono essere strettamente correlate tra di loro.

L'indice delle materie prime ha cominciato a "crescere" da ottobre 2001, segnando in quel minimo, l'inizio di un nuovo ciclo di espansione che, ad inizio 2004, ha segnato il suo massimo. In poche parole: l'economia mondiale ha attraversato una fase di espansione da fine 2001 ad inizio 2004, che è stata prontamente recepita dagli indici e dai prezzi di borsa [il FMI calcola che il pil mondiale del 2004 sarà del +5% un vero boom..].

Adesso, lo stesso ciclo economico ha girato verso il basso e, quindi, dovrebbe trascinarsi al ribasso anche le quotazioni dei titoli azionari. Fin qui, cose che in gran parte lo sapevamo, e non è una novità che, in questa fase di espansione (ormai alle spalle), l'economia italiana non è cresciuta. Perché?

Perché il nostro è un paese non è competitivo: produce le stesse cose di altri (paesi) a costi nettamente più alti ed è addirittura meno competitivo del Botswana che è un paese povero dell'Africa. E' inevitabile che sia tagliato fuori dai mercati mondiali. Produrre in Italia le stesse autovetture che in Corea costano meno della metà, non conduce certamente ad un futuro denso di soddisfazioni; semmai costringe a dover ripensare l'intera strategia industriale di questo paese, pena l'impoverimento strutturale e il definitivo declino.

Nell'udire la parola "declino", in molti si "sollevano" e, quasi astiosamente, accusano di "disfattismo"; come se il problema stesse nella parola stessa, piuttosto che nella situazione che descrive. Questo atteggiamento ricorda quello dei Re medievali che mandavano a morte gli ambasciatori che portavano brutte notizie oppure i ministri che rappresentavano le lagnanze dei loro sudditi.

Che questo sia un paese in declino è nei fatti e non nel lessico di chi quei fatti descrive; da almeno tre anni, infatti, l'economia mondiale cresce ad un ritmo medio del 4.5% annuo, mentre il Pil italiano segna, nella media di quegli anni, un aumento dello 0.5% (nove volte di meno). I numeri, per loro intrinseca virtù, non hanno bisogno di commento e non offendono nessuno, ma dovrebbero chiarire i concetti anche ai furbi azzurrini.

Torniamo alle borse.

Da fine 2002 in poi hanno cominciato (correttamente) a scontare l'espansione (economica) successiva e, dunque, i maggiori utili delle aziende quotate. La tabellina sotto, mostra la somma degli utili delle 10 maggiori aziende quotate alla borsa di Milano (il 2004 è, ovviamente, una stima sulla base delle relative semestrali).

Anno.........utili
1996 9389
1997 10332
1998 11240
1999 12682
2000 18653
2001 13380
2002 5083
2003 14203
2004 16898


Il punto, pertanto, è il seguente: l'indice delle materie prime ha indicato (ad inizio 2004) un'inversione di tendenza dei prezzi (delle stesse materie prime) e, quindi, una fase economica di rallentamento mondiale.

Se nei periodi di forte espansione (+4.5% a livello mondiale) l'Italia è riuscita a mettere insieme un modesto +0.5%, cosa succederà nel prossimo futuro, quando, a livello mondiale, si riscontrerà un +2.5%? La previsione più logica condurrebbe a prevedere una recessione intorno a una media del -1.0% per i prossimi due anni e, questo, non è certamente lo scenario peggiore. Recessione economica significa, ovviamente, utili societari in discesa che, com'è consequenziale, condurrebbero a prezzi di borsa riflessivi o in arretramento (e neanche questo è lo scenario peggiore).

Potrebbe, infatti, verificarsi una recessione molto peggiore (tra -3.0% e -5.0% l'anno), con utili societari che si trasformano in perdite (con la sola esclusione di alcune isole felici tipo Eni ed Enel) e con prezzi di borsa che rotolano pesantemente giù, come fossero barattoli pieni di pessimi pomodori pelati Cirio Non è disfattismo, è la cosa più probabile che dovremmo attenderci ed a cui dovremmo già "adeguarci". SE l'ipotesi sarà corretta allora i prezzi dei titoli azionari dovrebbero rassomigliare molto ai prefissi telefonici e, dunque, chi fosse riuscito ad arrivarci con tutte le sue risorse finanziarie intatte, potrebbe fare degli affari unici, comprando a sconti davvero stratosferici, rispetto ai fair-values.
 
vediamo se riesco ad allegarvi un documentario sul PREMIER CANTANTE vietato in Italia dove c'è democrazia ..........non come in Iraq :sad:



spiacente è troppo pesante
 
Re: riporto un'opinione che ritengo probabile

tontolina ha scritto:
I periodi di espansione economica sono accompagnati da tensione sui prezzi delle materie prime (petrolio, metalli, etc...) in ragione della maggiore domanda delle stesse. L'indice delle materie prime, dunque, è uno dei più affidabili indicatori del ciclo economico. La borsa, d'altronde è anch'essa correlata al ciclo economico e, pertanto, se ne deduce che borsa e materie prime devono essere strettamente correlate tra di loro.

L'indice delle materie prime ha cominciato a "crescere" da ottobre 2001, segnando in quel minimo, l'inizio di un nuovo ciclo di espansione che, ad inizio 2004, ha segnato il suo massimo. In poche parole: l'economia mondiale ha attraversato una fase di espansione da fine 2001 ad inizio 2004, che è stata prontamente recepita dagli indici e dai prezzi di borsa [il FMI calcola che il pil mondiale del 2004 sarà del +5% un vero boom..].

Grazie Lina ma...non è che hai letto Migliorino di oggi???? :D
Adesso, lo stesso ciclo economico ha girato verso il basso e, quindi, dovrebbe trascinarsi al ribasso anche le quotazioni dei titoli azionari. Fin qui, cose che in gran parte lo sapevamo, e non è una novità che, in questa fase di espansione (ormai alle spalle), l'economia italiana non è cresciuta. Perché?

Perché il nostro è un paese non è competitivo: produce le stesse cose di altri (paesi) a costi nettamente più alti ed è addirittura meno competitivo del Botswana che è un paese povero dell'Africa. E' inevitabile che sia tagliato fuori dai mercati mondiali. Produrre in Italia le stesse autovetture che in Corea costano meno della metà, non conduce certamente ad un futuro denso di soddisfazioni; semmai costringe a dover ripensare l'intera strategia industriale di questo paese, pena l'impoverimento strutturale e il definitivo declino.

Nell'udire la parola "declino", in molti si "sollevano" e, quasi astiosamente, accusano di "disfattismo"; come se il problema stesse nella parola stessa, piuttosto che nella situazione che descrive. Questo atteggiamento ricorda quello dei Re medievali che mandavano a morte gli ambasciatori che portavano brutte notizie oppure i ministri che rappresentavano le lagnanze dei loro sudditi.

Che questo sia un paese in declino è nei fatti e non nel lessico di chi quei fatti descrive; da almeno tre anni, infatti, l'economia mondiale cresce ad un ritmo medio del 4.5% annuo, mentre il Pil italiano segna, nella media di quegli anni, un aumento dello 0.5% (nove volte di meno). I numeri, per loro intrinseca virtù, non hanno bisogno di commento e non offendono nessuno, ma dovrebbero chiarire i concetti anche ai furbi azzurrini.

Torniamo alle borse.

Da fine 2002 in poi hanno cominciato (correttamente) a scontare l'espansione (economica) successiva e, dunque, i maggiori utili delle aziende quotate. La tabellina sotto, mostra la somma degli utili delle 10 maggiori aziende quotate alla borsa di Milano (il 2004 è, ovviamente, una stima sulla base delle relative semestrali).

Anno.........utili
1996 9389
1997 10332
1998 11240
1999 12682
2000 18653
2001 13380
2002 5083
2003 14203
2004 16898


Il punto, pertanto, è il seguente: l'indice delle materie prime ha indicato (ad inizio 2004) un'inversione di tendenza dei prezzi (delle stesse materie prime) e, quindi, una fase economica di rallentamento mondiale.

Se nei periodi di forte espansione (+4.5% a livello mondiale) l'Italia è riuscita a mettere insieme un modesto +0.5%, cosa succederà nel prossimo futuro, quando, a livello mondiale, si riscontrerà un +2.5%? La previsione più logica condurrebbe a prevedere una recessione intorno a una media del -1.0% per i prossimi due anni e, questo, non è certamente lo scenario peggiore. Recessione economica significa, ovviamente, utili societari in discesa che, com'è consequenziale, condurrebbero a prezzi di borsa riflessivi o in arretramento (e neanche questo è lo scenario peggiore).

Potrebbe, infatti, verificarsi una recessione molto peggiore (tra -3.0% e -5.0% l'anno), con utili societari che si trasformano in perdite (con la sola esclusione di alcune isole felici tipo Eni ed Enel) e con prezzi di borsa che rotolano pesantemente giù, come fossero barattoli pieni di pessimi pomodori pelati Cirio Non è disfattismo, è la cosa più probabile che dovremmo attenderci ed a cui dovremmo già "adeguarci". SE l'ipotesi sarà corretta allora i prezzi dei titoli azionari dovrebbero rassomigliare molto ai prefissi telefonici e, dunque, chi fosse riuscito ad arrivarci con tutte le sue risorse finanziarie intatte, potrebbe fare degli affari unici, comprando a sconti davvero stratosferici, rispetto ai fair-values.
Grazie Lina, ma non è che ti sei scopiazzata pari pari Migliorino di oggi? :D :D :D
 
tu ke ne sai
che ne sai tu di un campo di grano...

guarda che avevo premesso:"riporto un'opinione...."
non sono così intelligente io
semmai intellighiotta :P
 
Re: riporto un'opinione che ritengo probabile

tontolina ha scritto:
Perché il nostro è un paese non è competitivo: produce le stesse cose di altri (paesi) a costi nettamente più alti ed è addirittura meno competitivo del Botswana che è un paese povero dell'Africa.

Le classiche sparate! il thread ne è pieno... è facile riconoscere un italiano: fra tutti è quello che più intensamente spala merda sull'Italia.
 
Paperino ha scritto:
Attenzione a riportare stralci di reports a pagamento se non autorizzati... :rolleyes: :-o

Soprattutto quando fanno discorsi strampalati sulla struttura del costo del lavoro in paesi che non hanno nulla in comune.

Nel prossimo magari consiglierà a Montezemolo di delocalizzare la produzione Ferrari in Corea, chi lo sa? magari una jv con Hyundai, si potrebbe ripetere lo strepitoso successo dell'Arna:

"e sei subito Ferrarista!"

sarebbe contento anche il Premier che voleva fare la Ferrari Punto ;)
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto