Gentiloni regala cose non sue ma degli italiani

resta sulla pietra che hanno tentato di far un accordo a perdere......ora per colpa di chi non lo so...magari di qualche burocrate venduto (non e' tanto che e' finito dentro uno di questi ceffi)
di solito funziona sempre cosi'.. un sottobosco prepara le carte...poi il presidente di turno taglia i nastri...magari senza sapere i dettagli

ps: non ci capisco niente ma vedo uno spostamento a dx sopra le bocche di bonifacio (B) non compatibile con quello prima...il punto A potrebbe avere un senso
 
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19 marzo 2018 - David Puente
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Il trattato firmato a Caen è stato il frutto di negoziati condotti tra il 2006 e il 2012, cui hanno partecipato i Ministeri dell’Ambiente per gli aspetti di protezione ambientale, della Difesa per gli aspetti di sicurezza, dello Sviluppo Economico per la piattaforma continentale, delle Infrastrutture e Trasporti per gli aspetti di navigazione marittima, delle Politiche Agricole per le questioni legate alla pesca e dei Beni Culturali per gli aspetti di protezione degli stessi.

Una definizione dei confini marittimi si è resa necessaria alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico.

Tralasciando ogni spiegazione riguardo al perché, al come, a quali siano le variabili che porterebbero a formulare tale trattato, questo non è ancora stato ratificato dal Parlamento italiano e fino ad allora è ampiamente scorretto sostenere che sia stato ceduto o regalato parte del nostro territorio.

La stessa Farnesina, nella giornata del 18 marzo 2018, ha dovuto smentire queste dicerie:

Relativamente alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici su possibili cessioni di acque territoriali alla Francia, si osserva che esse sono prive di ogni fondamento.

L’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici.

I confini marittimi con la Francia sono pertanto immutati e nessuno, a Parigi o a Roma, intende modificarli.

Quanto alla data del 25 marzo essa, come informa l’ambasciata di Francia a Roma, riguarda semplicemente “una consultazione pubblica nel quadro della concertazione preparatoria di un documento strategico” sul Mediterraneo che si riferisce al diritto ed alle direttive europee esistenti e che non è volta in alcun modo a “modificare le delimitazioni marittime nel Mediterraneo”. L’ambasciata riconosce che “le cartine circolate nel quadro della consultazione pubblica contengono degli errori (in particolare le delimitazioni dell’accordo di Caen, non ratificato dall’Italia)” e aggiunge che “esse saranno corrette al più presto possibile”.

Si informa infine che a breve si terranno consultazioni bilaterali previste a scadenze regolari dalla normativa UE al solo fine di migliorare e armonizzare la gestione delle risorse marine tra i Paesi confinanti, nel quadro del diritto esistente.

Siamo sullo stesso piano di un disegno di legge che, non ha assolutamente valore di legge finché non viene approvato da entrambe le camere, dal Presidente della Repubblica e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Finché non passa questi “ostacoli” è soltanto “carta straccia” .

Abbiamo ceduto ai francesi i mari al Nord della Sardegna? No! La storia di un trattato mai ratificato - Il Blog di David Puente
 
ok, ma siamo sempre li', non cambia di una virgola, ma niente proprio
c'era un accordo da ratificare.......e se non e' stato ratificato ci saranno dei buoni motivi!!


a volte sembra che viviamo in norvegia
tutte le generazioni che si sono succedute al potere, hanno mangiato a + non posso....perche' stavolta dovrebbe essere diverso ?!

in questi giorni sui giornali, un magistrato anti mafia


Due gli episodi contestati a Ingroia. Nominato nel 2013 dal governo di Rosario Crocetta liquidatore della Sicilia e-Servizi, società in house della Regione si sarebbe riconosciuto, in conflitto d’interesse e senza passare per una specifica valutazione dell’assemblea dei soci, una indennità di risultato di 117mila euro. Per gli inquirenti si tratterebbe di una somma indebita perché la legge stabilisce che l’indennità non possa superare il doppio del compenso onnicomprensivo attribuito pari, per Ingroia a 50.000 euro l’anno. Nel 2013 l’ex pm ha lavorato a Sicilia e Servizi solo tre mesi, percependo uno stipendio limitato a quel periodo. L’indennità dunque sarebbe del tutto sproporzionata. E, secondo gli investigatori avrebbe di fatto, determinato un abbattimento dell’utile di esercizio da 150.000 euro a 33.000 euro.

inoltre.......Rimborsi indebiti per 34mila euro relativi a vitto e alloggio
Ingroia, che ora esercita la professione di avvocato e vive a Roma, si sarebbe, inoltre, indebitamente appropriato di ulteriori 34.000 euro, a titolo di rimborso spese sostenute per vitto e alloggio nel 2014 e nel 2015, in occasione delle trasferte a Palermo per svolgere le funzioni di amministratore, nonostante la normativa nazionale e regionale, chiarita da una circolare dell'Assessorato regionale dell'Economia, consentisse agli amministratori di società partecipate residenti fuori sede l’esclusivo rimborso delle spese di viaggio. L’ex pm aveva adottato un regolamento interno alla società che consentiva tale ulteriore indebito rimborso. Anche in questo caso la violazione della normativa è stata avallata dal revisore contabile (questo si ricollega ai mari che si volevano regalare) che risponde di peculato in concorso con l’ex magistrato.


ps: c'e' un appunto da fare....non si capisce per quanto tempo ha lavorato in quella partecipata ma cmq poco
cmq il succo non cambia...anche questo aveva il vizio della politica....sono arrivato alla conclusione che ci deve essere un gene modificato :D
 
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