@@@ gli amici di ettore_61-e-non-solo (4 lettori)

ettore_61

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Re: a proposito di stelle... astrofinanza...

ottodenari ha scritto:
L'ultimo quote non esiste!

Ciao ragazzo.... :D

Ma non dormi piu'?

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snoopy

Forumer attivo
Usa: fallisce la IndyMac Bank Si aggrava la crisi finanziaria

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Le autorità americane sono state costrette a rilevare la IndyMac Bank, una delle principali casse di risparmio americane specializzate in mutui.
Il collasso dell'istituto, consumatosi nella notte, e' uno dei piu' grandi fallimenti bancari nella storia degli Stati Uniti: IndyMac ha asset per 32 miliardi di dollari. L'istituto riaprira' i battenti lunedi' mattina sotto la gestione dell'agenzia federale Federal Deposit Insurance Corp. (Fdic).
Il fallimento costera' alla Fdic, e quindi ai contribuenti, tra i 4 e gli otto miliardi di dollari, prelevati dal suo fondo che assicura i depositi bancari e che oggi dispone di 53 miliardi di dollari. Il collasso piu' grave tra le banche americane e' stato, nel 1984, quello della Continental Illinois National Bank & Trust con asset per 40 miliardi di dollari.
Il fallimento di IndyMac e l'intervento governativo sono diventati il segno piu' evidente del continuo aggravarsi della crisi dei mutui e del credito. Le autorita' temono che il crack nel settore finanziario non sara' l'ultimo. Negli ultimi giorni anche la crisi dei colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac ha scatenato voci di possibili e colossali salvataggi pubblici in arrivo.
Nella vicenda di IndyMac una delle agenzie di regolamentazione bancaria, l'Office of Thrift Supervision, ha accusato l'influente senatore democratico Charles Schumer di essere responsabile del fallimento: avrebbe seminato il panico inviando a fine giugno una lettera alle autorita' che metteva in dubbio la solidita' finanziaria della banca. Negli undici giorni successivi i risparmiatori hanno ritirato ben 1,3 miliardi in depositi. Ma Schumer ha risposto che la responsabilita' e' invece tutta dell'inadeguata supervisione: le autorita' federali avrebbero dovuto svolgere il loro compito di controllo, impedendo alla banca di utilizzare irresponsabili pratiche nei prestiti immobiliari.
 

dona46

Forumer storico
ballo con snoopy

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E si conclude un'altra settimana nera a Piazza Affari dove l'indice S&P/Mib ha ceduto nelle ultime cinque sedute il 3,03%, fermandosi si nuovi minimi dell'anno a 27.676 punti. In apertura di ottava l'indice ha cercato da subito di lasciarsi alle spalle la soglia dei 28.500 punti, tentando un allungo in direzione dei 29.000. Un tentativo miseramente fallito il giorno successivo, con una discesa in area 28.100 da cui però è partita una reazione che ha visto l'S&P/Mib impegnato nelle sedute di mercoledì e giovedì a riportarsi al di sopra dei 28.800. I ribassisti però sono tornati prontamente in pista. Con un duro attacco che ha spinto le quotazioni oltre 1.000 punti più in basso a 27.676 punti.

La settimana appena conclusa non ha fatto altro che confermare l'estrema fragilità di Piazza Affari che rimane inserita in una tendenza pesantemente ribassista. Il mercato è assolutamente incapace in questo momento di dare vita ad un rimbalzo credibile, visto che qualsiasi tentativo in questa direzione, almeno fino ad ora, ha prodotto risultati effimeri della durata di appena qualche ora.
Da più parti tuttavia ci si attende una reazione del mercato che secondo alcuni non dovrebbe tardare ad arrivare, anche se si tratterà di un semplice rimbalzo che non darà vita ad un'inversione di tendenza. Ad avanzare questa ipotesi è tra gli altri Dario Daolio, il quale ritiene che dai livelli attuali si possa assistere ad una fase di recupero. L'esperto però mette in guardia dal rischio elevato di una sforatura dei precedenti minimi, che di fatto si è concretizzata proprio nella seduta odierna, senza escludere anche una bear trap.
Nelle prossime settimane si potrebbe avere un rimbalzo compreso tra il 5% e l'8% e se tali previsioni saranno corrette, allora l'indice potrebbe muoversi tra i 28.000 e i 31.500 nei mesi di luglio e agosto.

Per Carlo Corradin, proprio i livelli raggiunti in chiusura di settimana, ossia l'area dei 27.600/27.700 punti, rappresentano la vera soglia da monitorare ora, dopo la violazione dei 28.000 punti che di fatto rappresenta una soglia psicologica.
Se si dovesse ripartire da qui, sarà cruciale un ritorno al di sopra dei 28.500, per avere un segnale che consenta di pensare ad un ritorno verso i 29.200/29.300 punti.

C'è anche però chi pensa ad una prosecuzione della discesa dopo la perdita di alcuni livelli importanti, ed è il caso di Davide Biocchi, secondo cui l'abbandono dei 28.500/28.700, dovrebbe aprire le porte ora ad una flessione in direzione dei 26.150. Quest'ultimo rappresenta la base del movimento laterale che si è sviluppato tra fine 2003 e fine 2004, e tra i 26.150 e i 28.500/28.700, l'indice S&P/Mib dovrebbe trovare una fascia di prezzo ideale per cercare di dare vita ad una reazione.
Anche per Robert Baron ci sono ancora margini di discesa a Piazza Affari e dopo la violazione di area 28.000, vengono individuati due possibili target al ribasso: uno a 27.400/27.000 e l'altro a 26.200/26.000.
Non è da escludere che le quotazioni si fermino anche prima, ma lo scenario non è destinato a cambiare di molto almeno fino a quando non si avrà un riattraversamento e un consolidamento al di sopra dei 29.375 punti. Oltre questa soglia si potrà pensare per l'S&P/Mib ad un ulteriore allungo in direzione dei 30.400/30.700, tenendo presente in ogni caso che un eventuale rimbalzo sarebbe destinato ad essere seguito da nuove vendite. Come si può facilmente notare, anche tra gli addetti ai lavori non c'è una visione univoca su quella che potrà essere l'evoluzione del mercato nelle prossime sedute. Da una parte si scommette su un rimbalzo già dai livelli attuali, dall'altra non si esclude l'ipotesi di una prosecuzione della flessione verso aree di supporto collocate più in basso, da cui verosimilmente si potrebbe cercare di costruire una reazione più convinta che apra le porte ad un riequilibrio dei valori.
Non mancano gli eccessi sul mercato, a partire dall'ipervenduto che ormai si riscontra sugli oscillatori, e che lasciano sperare in un rimbalzo, così come suggerito anche dalla letture del call/put ratio.
E' anche vero però che è sempre molto difficile poter indovinare il momento esatto in cui potrà materializzarsi un rimbalzo specie in una fase simile a quella attuale in cui la tendenza è chiaramente ribassista e qualsiasi movimento in direzione opposta sarà da leggere almeno nelle battute iniziali come un recupero puramente tecnico.
Di fronte a questa incertezza, non si può fare mistero del fatto che l'indice S&P/Mib sia ancora a rischio di ulteriori flessioni. In vista di ciò, per quanti avessero seguito il suggerimento che continuiamo a dare ormai da diverse settimane, consigliamo ancora di rimanere alla finestra. E' troppo pericoloso in questo momento cercare di anticipare il mercato, sperando in un rimbalzo che almeno per ora tarda ad arrivare e potrebbe far attendere ancora.
 

snoopy

Forumer attivo
Buon giorno dona46
Non accettare un proposta di ballo da una signora sarebbe una grossa scortesia... :love:
Buon fine settimana !!!!!!!!!!!!!!
 

snoopy

Forumer attivo
Mutui subprime: Senato Usa eroga 300 miliardi a proprietari colpiti da crisi


NEW YORK - 300 miliardi di dollari ai proprietari di immobili colpiti dalla crisi dei mutui subprime. E' il pacchetto di aiuti varato oggi dal Senato degli Stati Uniti: il provvedimento e' stato approvato con 63 voti a favore e 3 contrari. I proprietari di casa colpiti dalla crisi potrebbero rifinanziare il debito, anziche' perdere le loro abitazioni, in base ad un nuovo programma della Federal Housing Administration.
 

veilfast

Forumer storico
Il sistema finanziario Usa

il Tesoro americano e la Fed hanno salvato Bear Stearns, a maggior ragione salveranno Fannie Mae e Freddie Mac. Così ragionavano ieri gli operatori di Wall Street. In teoria il ragionamento non fa una piega, tranne per un dettaglio: che le due società, pur finanziando e assicurando circa la metà dei mutui casa statunitensi, non sono propriamente banche e un salvataggio alla Bear Stearns violerebbe non poche regole e comportamenti della finanza pubblica e privata del Paese. Potrebbe comprarsele lo Stato, hanno argomentato gli operatori, forse suggestionati da un articolo del New York Times, secondo il quale il Tesoro (ossia le tasse dei cittadini) sarebbe pronto a "proteggere" le due società. Non a caso il costo dei Cds (la protezione in caso di fallimento) su Fannie e Freddie è calato di qualche centesimo, mentre i titoli crollavano nuovamente del 20-30% ai minimi degli ultimi vent'anni. Stanotte si è aggiunta la notizia, non del tutto inattesa dopo quanto era accaduto nei giorni scorsi, del fallimento di IndyMac Bank, per la quale le autorità di mercato americane hanno deciso di trasferire la gestione all'agenzia federale Federal Deposit Insurance Corp.
E così siamo ritornati nelle condizioni di quattro mesi fa, quando l'intero mondo del credito sembrava prossimo all'implosione. Con un'aggravante però: perché davanti ai 5.200 miliardi di dollari di attività (più del doppio del Pil italiano) finanziate o garantite dalle due società, i 29 miliardi impegnati per Bear Stearns sono appena una goccia. Senza contare che anche Lehman è agonizzante e le sue azioni trattano alla metà dei 28 $ chiesti un mese fa per l'aumento di capitale. Senza contare che quasi tutte le grandi banche Usa saranno costrette a svalutare ancora gli attivi e chiedere al mercato altre decine e decine di miliardi per ricapitalizzare. E la fiducia, che sembrava non dico ritrovata, ma quantomeno non del tutto compromessa? È finita a terra, come suggerirebbe l'indice che misura il rischio di controparte, risalito a 150 punti dopo essere sceso sotto i 100 a maggio. E dopo il caso IndyMac, c'è suspense per la riapertura di lunedì.
Qualche segno di speranza
Ma anche a 150 punti questo indicatore è rimasto ieri un bel 100 punti sotto il picco di marzo: segno che c'è speranza. Infatti, se lo stato di salute delle banche americane è semmai peggiorato negli ultimi quattro mesi, le condizioni del credito alle imprese sono andate via via migliorando. Non si può sostenere che negli Usa esista una vera contrazione del credito.
Se i canali di finanziamento alle banche si sono praticamente chiusi, a parte la "finestra" lasciata aperta dalla Fed ai primary dealer, quelli destinati alle imprese industriali e commerciali continuano a funzionare.
Il costo dei Cds per le aziende più solide è aumentato di appena 22 punti in un mese, mentre continuano le emissioni di nuovi bond anche da parte delle società a più alto rischio.
In Europa le cose vanno ancor meglio. Assicurare i bond contro un fallimento societario costa un po' più che a maggio, ma molto meno di marzo, e i differenziali di rendimento delle obbligazioni a buon rating (ma anche di quelle giudicate "spazzatura") sono aumentati un poco, non esplosi come quattro mesi fa. E la stessa banca centrale europea aveva annotato la settimana scorsa che le condizioni del credito nell'area euro erano tornate a una quasi normalità.
Semmai nel Vecchio continente preoccupa più l'economia reale che la finanza, visto il calo generalizzato della produzione industriale a giugno. Ma considerando le perdite dell'indice Stoxx, ben più ampie di quelle di Wall Street, e motivate di volta in volta più con le difficoltà d'Oltreoceano che da fattori autoctoni, si dovrebbe pensare che anche la stagnazione dell'economia europea sia già nei prezzi.
In ogni caso tutto dipenderà da Wall Street. Sembrerà paradossale, ma quello che s'è visto a New York nelle ultime due sedute potrebbe essere incoraggiante.
È vero che la Borsa è scesa. Ma davanti al tracollo di Fannie Mae, all'inabissarsi dei titoli bancari e all'ennesima impennata del petrolio, pare d'aver scorto la volontà degli investitori di puntare su alcuni settori, come l'industriale, il tecnologico e anche quello dei consumi.
In settimana l'S&P ha perso l'1,9%, il Nasdaq lo 0,3%, ma lo Stoxx è caduto del 4,5% (-4,9% Milano, -5,6% Parigi, -3,2% Francoforte, -3,9% Londra).
 

veilfast

Forumer storico
Usa: fallisce la IndyMac Bank

Le autorità americane sono state costrette a rilevare la IndyMac Bank, una delle principali casse di risparmio americane specializzate in mutui.
Il collasso dell'istituto, consumatosi nella notte, e' uno dei piu' grandi fallimenti bancari nella storia degli Stati Uniti: IndyMac ha asset per 32 miliardi di dollari. L'istituto riaprira' i battenti lunedi' mattina sotto la gestione dell'agenzia federale Federal Deposit Insurance Corp. (Fdic).
Il fallimento costera' alla Fdic, e quindi ai contribuenti, tra i 4 e gli otto miliardi di dollari, prelevati dal suo fondo che assicura i depositi bancari e che oggi dispone di 53 miliardi di dollari.
Il collasso piu' grave tra le banche americane e' stato, nel 1984, quello della Continental Illinois National Bank & Trust con asset per 40 miliardi di dollari.
Il fallimento di IndyMac e l'intervento governativo sono diventati il segno piu' evidente del continuo aggravarsi della crisi dei mutui e del credito.
Le autorita' temono che il crack nel settore finanziario non sara' l'ultimo.
Negli ultimi giorni anche la crisi dei colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac ha scatenato voci di possibili e colossali salvataggi pubblici in arrivo.
Nella vicenda di IndyMac una delle agenzie di regolamentazione bancaria, l'Office of Thrift Supervision, ha accusato l'influente senatore democratico Charles Schumer di essere responsabile del fallimento: avrebbe seminato il panico inviando a fine giugno una lettera alle autorita' che metteva in dubbio la solidita' finanziaria della banca. Negli undici giorni successivi i risparmiatori hanno ritirato ben 1,3 miliardi in depositi.
Ma Schumer ha risposto che la responsabilita' e' invece tutta dell'inadeguata supervisione: le autorita' federali avrebbero dovuto svolgere il loro compito di controllo, impedendo alla banca di utilizzare irresponsabili pratiche nei prestiti immobiliari.
 

ettore_61

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Fannie, Freddie e i futures

(ANSA) - WASHINGTON, 14 LUG - Il ministro del Tesoro americano, Henry Paulson, ha annunciato domenica sera che il governo Usa ha messo a punto ''piu' misure'' a sostegno di Fannie Mae e Freddie Mac, le finanziarie che sostengono i mutui ipotecari. Paulson ha definito quello delle due finanziarie un ''ruolo centrale'' nel finanziamento del mercato immobiliare degli Stati Uniti.(ANSA).

ANSA) - WASHINGTON, 14 LUG - ''Fannie Mae e Freddie Mac hanno un ruolo centrale nel sistema del finanziamento immobiliare e devono continuare a svolgerlo - ha detto Paulson - nella forma attuale di societa' di finanziamento di mutui''. Per il ministro del Tesoro americano, ''il loro supporto nel mercato immobiliare e' particolarmente importante per come stiamo lavorando alla correzione dell'attuale sistema''. Il piano messo a punto dal Tesoro americano prevede anche un ''ruolo consultivo'' per la Federal Reserve.(ANSA).

(ANSA) - NEW YORK, 14 LUG - La Fed concede a Fannia Mae e Freddie Mac l'accesso a diretti prestiti attraverso la Fed di New York. Lo comunica la banca centrale al termine della riunione del board. L'autorizzazione mira ad assicurare a Fannie Mae e Freddie Mac la ''possibilita' di promuovere prestiti ipotecari durante un periodo di stress dei mercati finanziari''. (ANSA).

(ANSA) - NEW YORK, 14 LUG - Il tesoro americano e la Fed intervengono in tandem a sostegno del mercato: dopo la debacle in Borsa dei giorni scorsi di Fannie Mae e Freddie Mac, il segretario al Tesoro Henry Paulson e il presidente della Fed Ben Bernanke hanno deciso di svelare, prima dell'apertura dei mercati, un piano di salvataggio. La Fed ha concesso alle due agenzie semipubbliche specializzate nei prestiti immobiliari di accedere ai prestiti di diretti, cioe' ha offeto loro ''se necessario'' l'accesso alla finestra di tasso di sconto. Il Tesoro, invece, ha annunciato che chiedera' l'approvazione del Congresso per acquistare, ''in caso di necessita''' titoli in ambedue le societa' cosi' da assicurare che abbiano ''sufficiente capitale per continuare a svolgere la propria missione''. Il piano del Tesoro darebbe inoltre un ruolo ''consultivo alla Fed''. Solo la scorsa settimana i titoli di Fannie e Freddie sono scesi del 45% mentre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, hanno perso l'80% del proprio valore. (ANSA).


(ANSA) - NEW YORK, 14 LUG - Freddie Mac ''e' incoraggiata dall'odierna mossa della Fed'' e dalle affermazioni del Tesoro americano. Lo ha detto, in una nota, l'amministratore delegato di Freddie Mac, Richard F. Syron, ribadendo comunque che la societa' e' adeguatamente capitalizzata. ''Il capitale della societa' e le risorse di liquidita' - prosegue - ci consentiranno di continuare ad assolvere la nostra missione, come sempre''. (ANSA).

ANSA) - NEW YORK, 14 LUG - ''Siamo lieti di lavorare con il Tesoro, l'Ofheo e il Congresso''. Lo afferma, in una nota, il presidente e amministratore delegato di Fannie Mae, Daniel Mudd, commentando l'annuncio del segretario al Tesoro Henry Paulson. Mudd comunque ribadisce che la societa' ha ''adeguate riserve di capitale e mantine l'accesso alla liquidita' sui mercati''. ''Continueremo a giocare il nostro ruolo nel provvedere liquidita' e stabilita' al mercato immobiliare ora e in futuro''. (ANSA).

(ANSA) - NEW YORK, 14 LUG - Ben Bernanke e Henry Paulson scendono in campo per salvare Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie semipubbliche specializzate in prestiti ipotecari travolte dalla crisi del mercato immobiliare. Il presidente della Fed e il segretario al Tesoro, al termine di un week-end di consultazioni, svelano, prima dell'apertura dei mercati e nella speranza di invertire il trend dell'ultima settimana durante la quale i titoli delle due agenzie sono crollati del 45%, un piano di salvataggio che prevde ''se necessario'' l'accesso alla finestra di tasso di sconto della banca centrale e la possibilita' per il Tesoro di acquistare azioni di Fannie e Freddie. Le due societa' ringraziano le autorita' per l'intervento e rassicurano sul proprio stato di salute. Il piano annunciato da Paulson, che dovra' ottenere il via libera del Congresso, si articola in tre mosse e mira ad assicurare che Fannie e Freddie continuino a ''giocare un ruolo fondamentale nel sistema di finanziamento immobiliare nella loro forma attuale di societa' controllate dai propri azionisti''. Un'affermazione questa che punta, ancora una volta, a sgombrare il campo dai rumors circolati negli ultimi giorni sulla possibilita' di una nazionalizzazione delle due societa'. Il segretario chiedera' al Congresso di aumentare ''temporaneamente'' la linea di credito a disposizione di Fannie e Freddie. Inoltre il piano Paulson prevede la possibilita' di acquisto, ''se necessario'', di titoli delle due societa': nel comunicato del Tesoro, comunque, non e' specificato se l'acquisto avverra' sul mercato o meno. La terza e ultima mossa del segretario e' l'attribuzione di un potere ''consultivo alla Fed'' per la determinazione dei livelli minimi di capitale e delle norme prudenziali. La Fed, invece, al termine di una riunione del board, concede a Fannie e Freddie la possibilita' ''se necessrio'' di accedere ai suoi finanziamenti, come fanno le banche commerciali. Si tratta di una misura - spiega la banca centrale - che si va ad aggiungere al piano del Tesoro. Le due societa' potranno cosi' accedere alle risorse della Fed al tasso applicato per le operazioni di sconto. Freddie e Fannie incassano il supporto di Fed e Tesoro e ringraziano. ''Siamo incoraggiati dall'odierna mossa della Fed e del tesoro'', sottolinea l'amministratore delegato di Freddie, Richard Syron, ribadendo comunque che la societa' e' adeguatamente capitalizzata: ''Il capitale e le risorse di liquidita' ci consentiranno di continuare ad assolvere la nostra missione come sempre''. ''Lavoreremo con il Tesoro, l'Ofheo e il Congresso'', precisa invece il presidente e ad di Fannie, Daniel Mudd. ''Continuiamo ad avere capitale adeguato e accesso alla liquidita' sui mercati - assicura Mudd -. Continueremo a giocare la nostra parte nel provvedere liquidita' e stabilita' al mercato immobiliare ora e in futuro''.

14/07/2008 08:02 DJ *Future: S&P500 al Globex a 1251,6 punti (+0,95%) -
14/07/2008 08:02 DJ *Future: Dow Jones al Cbot a 11188 punti (+0,83%) -
14/07/2008 08:02 DJ *Philips: fatturato 2* trim a 6,5 mld euro -
14/07/2008 08:02 DJ *Tokyo: indice Nikkei chiude a 13010,16 punti (-0,2%) -

Piccola nota:

Visti i futures, al mercato americano piace il piano di salvataggio.
Come al solito, il mercato guarda cio' che gli comoda perdendo di vista il fatto che la crisi di Fannie e Freddie e' la conferma che la crisi e ben piu' profonda di quello che si crede .... o si vuol far credere.

Lo sa Tokyo che chiude di poco negativo .....

Saluti e baci.

Alessandro
 

dona46

Forumer storico
e allora..............buongiorno

Quotazioni

Fannie Mae
FNM
10.25
-22.35%


Freddie Mac
FRE
7.75
-3.12Da Il Sole 24 Ore: Le cadute di Fannie Mae (NYSE: FNM - notizie) e Freddie Mac (NYSE: FRE - notizie) , unite alle difficoltà di Lehman Brothers (NYSE:


LEH - notizie) e delle altre banche americane hanno trascinato Wall Street in deciso ribasso. Nell'ultima seduta della settimana il Dow Jones (notizie) ha ceduto l'1,14% a 11100,54 punti, l'S&P500 è sceso dell'1,10% e il Nasdaq (NASDAQ: notizie) ha perso lo 0,83% attestandosi a quota 2239,08. Venerdì gli operatori si sono convinti, dopo un articolo del New York Times (NYSE: NYT - notizie) , che anche le due società che assicurano circa la metà dei mutui Usa, Fannie Mae e Freddie Mac, verranno salvate dal Tesoro (NYSE: TSO - notizie) americano. Ma un loro salvataggio violerebbe le regole di mercato e comportamenti della finanza pubblica e privata del Paese. Per tutta risposta i due titoli sono crollati nuovamente del 20-30%, ai minimi degli ultimi venti anni. Ma non è tutto. Anche Lehman è agonizzante e quasi tutte le grandi banche Usa saranno costrette a svalutare ancora gli attivi.
 

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