Signori, se in questi giorni così convulsi non ho speso neanche una riga di commento non è stato per non aver seguito le vicende.
Piuttosto perchè ormai il modo di procedere in questa vicenda mi vede schifato a 360 gradi. Non c'è un filo di serietà.
E non mi interessa delle "necessità" o "opportunità" politiche.
Tutta questa vicenda è nata da una menzogna e continua ad essere perpetuata dal susseguirsi di menzogne.
Fortuna che io le domande "infantili" di cui parla Imark me le sono fatte a settembre uscendone (dopo essere entrato a giugno fortunatamente, e non prima, se non tradando con esiti più fortunati dell'ultimo movimento), a settembre, dicevo, quando i politici europei ancora parlavano in un modo, ma nei fatti si stava preparando il sistema a un urto micidiale.
Che comunque c'è stato, perchè ricordo che ad oggi una certezza l'abbiamo: si sta chiedendo al 90% dei creditori privati (che poi siano banche e "istituzionali" poco importa) di sostenere un default stile Ecuador con recovery immediato a 35, il tutto per ottenere uno "snellissimo" debt/pil al 120% di un paese ridotto ormai a un'economia terzomondista.
Questa poteva sembrare fantascienza un anno fa.
Il tutto con i prestiti UE che sono diventati magicamente intoccabili come quelli del FMI, anche se non formalmente.
So che tutto si gioca sulla volontarietà, che dovrebbe essere l'escamotage con cui la stessa UE ne uscirebbe come holdout. I margini speculativi della vicenda forse sono intatti e anzi con questi scossoni sono incrementati,
ma qui tutti giocano col fuoco illudendosi poi di poter riprendere il controllo della situazione. Papandreu non è nuovo a questi colpi di testa inopportuni e questa che ha fatto è una cazzata micidiale.
Chi ci dice che dopo averla nominata quella parolina "referendum" ora non prenda corpo come movimento di piazza in Grecia, chi ne rivendichi il diritto a prescindere dall'opportunità o meno. Chi impedirà che questa parola prenda piede in altre piazze europee, nel Nord Europa magari per far decidere i cittadini se continuare a buttare soldi in una voragine senza fondo.
Signori parliamoci chiari. La Germania sta bluffando fino a un certo punto.
Al punto a cui siamo arrivati il Club AAA, esasperato, non ci mette nulla a buttare fuori dell'Europa la Grecia. Trattati o meno. Ci vuole un attimo. Si chiudono i rubinetti e la Grecia deve dichiarare default disordinato e decidere unilateralmente di uscire dall'euro perchè non può permettersi con quel disavanzo di non battere moneta propria. Magari qui da noi,un movimento referendario, cavalcato da partiti populistici come quello della lega, per farsi alfiere e difensore del concetto "giù le mani sulla riforma per la pensione".
Se su queste vicende fosse chiamata a decidere la piazza con la pancia andiamo al collasso. Investire oggi è un rischio immane, in qualsiasi cosa, perchè a seconda delle scelte politiche che si faranno, ci potranno essere sconvolgimenti epocali.
Sono sincero, a volte interrogandomi su cosa investire, mi sento come un piccolo (piccolissimo e decaduto, aggiungo
) aristocratico francese che sta facendo un sopralluogo su un latifondo chiedendosi se può valer la pena investire li le proprie risorse, mentre intanto a Versailles l'Assemblea Nazionale si riunisce nella Sala della Pallacorda.
Per colpa di alcuni che hanno approfittato ingrassando come maiali, di un sistema lasciato sempre più in balia del laissez-fairismo, della sperequazione fiscale, della non sufficiente redistribuzione e del solo culto del profitto, dei privilegi acquisiti, piccoli o grandi e delle caste ora il sistema è al collasso.
E quando il 99% è incazzato nero, molte teste devono volare via dal collo.
E non conta se tu non hai colpe dirette, se sei stato formica, previdente lungimirante e quant'altro.
Quando molti non arrivano a fine mese diventa quasi una colpa avere un tetto sopra la testa di proprietà e addirittura mezzi per investire, che sopravanzano le tue immediate necessità.
E a ben vedere forse lo è, chissà...
p.s. penso a chi sia entrato verso i 60 sulla marzo 2012 ritenendo, per l'ennesima volta, che dal 27 ottobre si fosse giunti a una svolta con una decisione quasi ratificata di accordo volontario con le banche
In pochi giorni ha visto aprirsi un baratro con un dip a -30%.