Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2 (8 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

tommy271

Forumer storico
La Grecia deve accelerare i colloqui sul debito "haircut"

"Luce verde" da Schaeuble
per il rilascio della sesta puntata


Pubblicato: Lunedi November 28, 2011

Ultimo aggiornamento: 2011/11/28 20:36





"La Germania sosterrà il rilascio della prossima rata del prestito alla Grecia, se fai lo stesso e la Troika", ha detto Lunedi sera il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. La troika è prevista per Martedì regola in merito all'attuazione del programma di stabilizzazione da parte del governo greco e il rilascio della sesta rata del prestito. Inoltre, il signor Schaeuble ha chiesto alla Grecia di accelerare i colloqui con i creditori per "haircut" del debito.

Il rapporto dei rappresentanti dell'Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e della Banca centrale europea per l'economia greca sarà discusso il Martedì dell'Eurogruppo a Bruxelles, dove si annuncerà se continuare o meno continuare l'assistenza di prestito da parte dell'UE e del FMI per la Grecia.
Parlando ai giornalisti a Berlino, il signor Schaeuble ha esortato il governo greco per accelerare i colloqui con i creditori per "taglio" dei debiti ai sensi dell'accordo del 26 e 27 ottobre.
Secondo Schäuble, ora c'è grande preoccupazione sul fatto che la troika accetterà la lettera del Presidente della Southwest Antonis Samaras, che sostiene il nuovo piano di salvataggio, e se approvare il rilascio della sesta puntata pari a 8 miliardi . euro.

Dopo il dithering e ritardi negli ultimi mesi, il rilascio di denaro è sulla buona strada, stima, e molte altre fonti europee.

"Vedremo se ci saranno polemiche e qual è l'avanzamento del piano di adeguamento della Grecia", ha detto funzionario europeo.

"Questa sarà la terza volta che si decide di rilasciare la sesta puntata, così come si suol dire, il terzo e fortunato" è citato ufficiale agenzia di stampa Reuters.

Ha detto che l'UE deve anzitutto esaminare le loro garanzie scritte hanno inviato i partiti che sostengono il Papademos governo prima di prendere la loro decisione finale.


(Ta Nea)
 

jobau

Nuovo forumer
Queste strade sono perfettamente inutili.


Il nostro asso nella manica rimane il debito in mano alla BCE.
Quello è uguale al nostro ...
Semprechè non vogliano fare il "pacco" anche al Marietto ... :lol:.
Potrebbero però fare un buy-back "chiuso" alla sola BCE.
In questo caso potremmo aver qualcosa da dire ...

Tommy mi fido di quello che dici ma io ragiono da avvocato al di là del successo (e secondo me ci sono spazi) di un'azione legale io penso all'effetto di una causa di privati contro uno stato europeo creerebbe un danno fortissimo di immagine sull'affidabilità dell'eurozona. varrebbe la pena? o sarebbe meglio metterci a tacere? comunque il tuo appunto sulla BCE è giustissimo grazie
 

tommy271

Forumer storico
Tommy mi fido di quello che dici ma io ragiono da avvocato al di là del successo (e secondo me ci sono spazi) di un'azione legale io penso all'effetto di una causa di privati contro uno stato europeo creerebbe un danno fortissimo di immagine sull'affidabilità dell'eurozona. varrebbe la pena? o sarebbe meglio metterci a tacere? comunque il tuo appunto sulla BCE è giustissimo grazie

Vuoi che un tribunale greco dia ragione ad un cittadino "estero" che chiede la confisca di beni appartenenti allo stato ellenico?
Stai tranquillo che ti fanno una legge ad hoc ;).

Il danno di immagine l'hanno nel momento in cui applicano un'azione coercitiva.
Certo, poi si possono scordare di ritornare sui mercati (Argentina docet) ma a quel punto - se giungono ad un avanzo primario - potrebbero anche fregarsene.

Dal mio punto vista: ha senso per Venizelos fare default?
Il debito in mano al retail può essere quantificato tra i 15 e i 20 MLD.
Questa è la cifra che può essere "tagliata" dopo aver effettuato lo PSI.
Sappiamo però che un'operazione di buy-back (o un'asta all'olandese) potrebbe raccogliere una buona parte di questi titoli rastrellando sino a valori intorno a 50/60.
Vale la pena effettuare un haircut per raggiungere questi obiettivi?
 

Road Glide

Forumer attivo
Sono settimane che leggo e valuto le varie ipotesi e i vari scenari.
Molti sono realistici, altri meno.

L'unico aspetto che considero granitico è, però, questo:
l'euro greco è lo stesso che circola negli altri 16 Paesi di Eurolandia, quindi un default della Grecia equivarrebbe ad un default di Eurolandia e dell'Euro in ultima istanza.
Non credo sia uno scenario ipotizzabile.

Non vi è una buona governance politica europea, ma ciò non toglie che l'unione economica è sancita e incontrovertibile.

Pensate ad un investitore extra Ue: come potrebbe concepire di aver perso i suoi soldi investiti in euro "greci" quando in Eurolandia sarebbero disponibili euro buoni a soddisfare i creditori vittime del default?
 

jobau

Nuovo forumer
Vuoi che un tribunale greco dia ragione ad un cittadino "estero" che chiede la confisca di beni appartenenti allo stato ellenico?
Stai tranquillo che ti fanno una legge ad hoc ;).

Il danno di immagine l'hanno nel momento in cui applicano un'azione coercitiva.
Certo, poi si possono scordare di ritornare sui mercati (Argentina docet) ma a quel punto - se giungono ad un avanzo primario - potrebbero anche fregarsene.

Dal mio punto vista: ha senso per Venizelos fare default?
Il debito in mano al retail può essere quantificato tra i 15 e i 20 MLD.
Questa è la cifra che può essere "tagliata" dopo aver effettuato lo PSI.
Sappiamo però che un'operazione di buy-back (o un'asta all'olandese) potrebbe raccogliere una buona parte di questi titoli rastrellando sino a valori intorno a 50/60.
Vale la pena effettuare un haircut per raggiungere questi obiettivi?

si però l'argentina era uno stato a sè stante la grecia è inserita in un sistema, l'euro, e non può forzare la mano. può arrivare ad un agreement con le banche. rimango scettico che ci possa forzare ad accettare condizioni vessatorie.
 

russiabond

Il mito, la leggenda.
Le conseguenze economiche di Angela Merkel...



Le conseguenze economiche di Angela Merkel


Lunedì 28 Novembre 2011 20:12







Angela Merkel
ROMA - Il momento che l’Unione Europea sta attraversando è stato ben esemplificato dal vertice di Breslavia del settembre scorso, quando i ministri Ecofin dell’Eurogruppo si sono riuniti intorno al capezzale del malato d’Europa, la Grecia, con la partecipazione straordinaria del Segretario al Tesoro USA Timothy Geithner.

La posizione in cui Geithner è venuto a trovarsi e le sue prime reazioni, un po’ scomposte ma comprensibilissime, hanno forse ricordato a qualcuno l’imbarazzo nel quale il presidente Wilson si trovò quasi un secolo fa a Parigi durante i lavori della Conferenza di pace, imbarazzo che Keynes così magistralmente descrisse nel terzo indimenticabile capitolo del suo pamphlet sulle conseguenze economiche della pace. In entrambi i casi abbiamo visto gli Stati Uniti venire in Europa con la speranza di contribuire a sbrogliare la matassa dei suoi affari nazionali, e restare invece impigliati e come smarriti nell’inestricabile viluppo delle sue trame e dei suoi interessi in perenne conflitto. Il povero Geithner, esattamente come il povero Wilson, era giunto in Europa armato delle sue migliori intenzioni e di poche idee chiarissime, e il risultato è stato quasi uno strappo diplomatico: il segretario americano non ha potuto infatti trattenere il suo sconcerto di fronte allo spettacolo dei ministri europei che litigavano e temporeggiavano sul ponte del Titanic. Una reazione molto umana nella sua incontenibile franchezza, a cui dovrebbe andare tutta la nostra simpatia.

L’analogia non muore qui. Come allora anche oggi le trame europee rischiano di prendere una piega autolesionista. Nel 1919 furono Francia e Inghilterra a distruggere le premesse per la pace e la prosperità dell’Europa intera ostinandosi a infliggere a una Germania sconfitta e stremata riparazioni di guerra insostenibili. Oggi è la Germania che sembra decisa a sacrificare il progetto europeo sull’altare di un rigorismo finanziario sempre più simile a un dogma o a uno strano idolo, un insaziabile e imperscrutabile Moloch ai cui piedi ogni altra ragione è destinata a soccombere (e che tuttavia ha conosciuto proprio recentemente, con l’acquisto di bund da parte della banca centrale tedesca, un’imbarazzante, clamorosa, rivelatrice eccezione). Ma pensare a che cosa le società europee stanno rischiando in questi mesi – forse in queste settimane – mette i brividi, e la responsabilità che grava in queste ore sul governo tedesco è spaventosa.

Se un paese membro dell’eurozona sarà lasciato fallire l’effetto più probabile sarà un tracollo a cascata degli altri paesi a rischio e molto facilmente dell’intero sistema. Abbiamo letto tutti qualche tempo fa le varie simulazioni sulle conseguenze di un’ipotetica uscita della Grecia dall’euro. Ma farsi un’idea anche solo approssimativa dei guai a cui stiamo andando incontro non è difficile. Il sistema sociale greco è già ora sottoposto a una pressione intollerabile, e non si capisce su quali margini si possa contare per una stretta ulteriore della spesa pubblica. La domanda interna è al minimo, la produzione anche. Quello che ai falchi tedeschi del FDP e della CDU sembra un semplice, onesto invito a tirare ancora la cinghia a noi pare molto più simile allo stringersi di un cappio intorno al collo di un condannato – un condannato che potrebbe trascinarci tutti con lui in fondo alla botola.

In realtà l’effetto più certo della stretta fiscale con cui l’economia europea sta cercando di strangolare se stessa sarà di fiaccare ulteriormente, e forse definitivamente, le sue residue possibilità di sviluppo azzerando il potere di acquisto dei suoi consumatori. Non occorre una sfera di cristallo per predire che le entrate fiscali sono destinate a diminuire col decrescere dei redditi e dei profitti. Nella situazione in cui ci troviamo accrescere la pressione fiscale sulle fasce di reddito medio basse e sulle imprese è il modo più certo con cui lo stato può ridurre le proprie entrate; e troppo spesso i tagli alla spesa pubblica sono l’esatto equivalente di un aumento dei tributi, con la differenza che sono indiscriminati e quindi colpiscono con più forza i più deboli. Un rincaro del ticket sulle cure mediche e i medicinali è un’imposta regressiva. Se il nostro obiettivo è di sanare i bilanci nazionali, stiamo cercando di curarci con del veleno: perché il prodotto di tutti questi fattori non può che essere un ulteriore deterioramento dei conti pubblici.

E non si tratta solo del breve periodo. Il crollo della domanda nei paesi periferici dell’Eurozona avrà un effetto depressivo sui paesi con cui hanno scambi commerciali diretti e indiretti, mentre la crisi che colpirà il sistema bancario europeo ci riporterà tutti indietro verso la nera notte dell’insolvenza e del credit crunch. L’effetto sistemico è assicurato, ed è per scongiurarlo, naturalmente, che in settembre Obama aveva spedito Geithner a Breslavia: perché se l’Europa affonderà ci saranno onde alte anche sull’altra sponda dell’Atlantico.

C’è infine da chiedersi se qualcuno abbia messo in relazione la ristrutturazione parziale del debito greco con il crollo della fiducia sui titoli italiani a cui dobbiamo la caduta del governo Berlusconi, e con l’estendersi del contagio, in questi giorni, alle economie centrali dell’UE e perfino alla Germania. Chiamare “soft default” o “default pilotato” una mezza bancarotta non è certo sufficiente a ingannare chi deve collocare milioni di euro. Adesso che uno stato dell’eurozona è stato avviato al semifallimento, chi può ragionevolmente sentirsi sicuro degli altri debiti pubblici?

Per nostra fortuna, la posizione tedesca non è affatto granitica. Abbiamo buone ragioni per credere che il partito della cancelliera sia in fibrillazione, e anche per sperare che un numero sempre crescente di colombe europeiste stia cercando di isolare in un angolo lo zoccolo duro degli euroscettici, complici le assidue telefonate di un Obama sempre più allarmato. E siamo tutti un po’ più sollevati da quando il FDP, il partito democratico liberale alleato alla CDU di Angela Merkel, ha subito un rovescio così smaccato nelle ultime elezioni amministrative del land di Berlino, soprattutto perché gli osservatori sono concordi nel ritenere che il motivo risieda nella linea euroscettica e populista che i liberali hanno tenuto finora. In breve, stiamo aspettando di vedere su quale numero la ruota della politica tedesca finirà per fermarsi, quando le diverse spinte e i molti e complessi umori che la determinano avranno trovato il loro equilibrio definitivo in materia di politica europea. Tutto, o quasi, dipende ora da questo. C’è di che rimanere con il fiato sospeso.

Tutto ciò – e sopra ogni cosa l’urgenza di passare all’azione – Obama e i suoi consiglieri lo hanno capito da un pezzo. E il governo tedesco? Per l’ennesima volta nella storia i destini dell’Europa dipendono dalle sue decisioni. Dobbiamo sperare che la Germania (la sua società in primo luogo: perché in Germania non esistono soltanto un governo e una banca centrale, ma anche un’opinione pubblica) si renda conto del pericolo a cui la sua politica sta esponendo l’Europa e decida di cambiare rotta finché ancora ci sono margini per riuscirvi: forzando la propria leadership ad una più piena e coraggiosa assunzione della responsabilità storica di cui si trova investita oppure, se necessario, sbarazzandosi di questo governo per formarne uno nuovo che sia davvero all’altezza della situazione. È duro ammetterlo, ma nelle prossime settimane non ci resterà altro che guardare a Berlino, e tenere le nostre dita ben incrociate.
 
Ultima modifica:

tommy271

Forumer storico
IIF: Comitato di formazione per il PSI

NAFTEMPORIKI.GR Lunedi, November 28, 2011 20:42
Ultimo aggiornamento: 2011/11/28 20:4


Nella creazione di un comitato ad avviare negoziati con le autorità greche per le obbligazioni del programma di scambio (PSI) ha la International Financial Institute (IIF).
Nel comitato co-presieduto dal capo della IIF Dalaras Carlo e il senior director di BNP Paribas Jean Lemier.


IIF: Siamo impegnati all'accordo del 27 ottobre
 

tommy271

Forumer storico
si però l'argentina era uno stato a sè stante la grecia è inserita in un sistema, l'euro, e non può forzare la mano. può arrivare ad un agreement con le banche. rimango scettico che ci possa forzare ad accettare condizioni vessatorie.

Infatti, non può "forzarci" ma solo "imporre" condizioni vessatorie.
Quindi liberissimi noi del retail nel fare hold out, ma liberissima la Grecia nel fare default.
Io credo che se le adesioni allo swap raggiungano una buona percentuale, la Grecia si limiterà a minacciare e nel contempo operare con azioni di buy-back.
Mi sembra la soluzione più percorribile e ragionevole.
 

tommy271

Forumer storico
Schaeuble: Merkel proporrà modifiche al Trattato dell'Unione

Il cancelliere tedesco A. Merkel proporrà modifiche al Trattato nel mese di dicembre l'Unione europea a rafforzare la stabilità delle regole dell'eurozona, che fornirà, tra l'altro, il diritto alla Commissione europea di respingere le proposte dei bilanci nazionali, in conformità con ministro delle Finanze tedesco, Schaeuble.



Schäuble ha sottolineato che al fine di assicurare che i paesi della zona euro mantenere il limite di indebitamento del 60% del PIL, la Germania proporrà che ogni paese dovrebbe istituire un fondo che si assumerà il debito che supera questo limite.
"Il debito totale scenderà al 60% del PIL entro i prossimi 20 anni", ha detto Schaeuble, che domani si unirà al consiglio dei ministri delle Finanze della zona euro. Il fondo debito di ciascun paese sarà poi ripagato con i fondi del proprio paese e di tornare a livelli sostenibili.

(Imerisia.gr)
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto