Ci sarà davvero il crollo dell’Euro?
29.11.2011, 16:22
Gli economisti continuano a discutere in quale misura è possibile il crollo dell’Euro. La settimana scorsa ha suscitato un gran parlare una prognosi che ha fatto l’ex capo della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo Jacques Attali, secondo cui alla fine della zona Euro mancano un mese. Sebbene la maggioranza degli esperti ritenga tale prognosi eccessivamente oscura, i dubbi in materia di futuro limpido dell’eurozona si moltiplicano sempre di più. La Stazione radio “La Voce della Russia” ha rivolto ai noti ed autorevoli economisti russi l’interrogativo: cosa succede se inizia davvero il processo di disintegrazione della zona Euro?
Negli ultimi tre anni trascorsi dall’inizio della crisi del 2008, gli economisti erano riluttanti a fare previsioni. Gli sconvolgimenti economici degli ultimi anni hanno messo a nudo dei problemi così gravi che è il caso di rifare tutto il sistema economico del mondo. Alcuni analisti, dicono, tra il serio e il faceto, che la prima fase di tale ristrutturazione sarà il crollo della zona Euro.
Serghei Guriev, rettore della Scuola di Economia Russa, non lesina il nero a riguardo:
"Se la Grecia deciderà di uscire dalla zona Euro, i mercati cominceranno subito a pensare: chi seguirà il suo esempio? Se supporranno che sarà l’Italia, si metteranno a vendere le obbligazioni italiane e ad acquistare quelle tedesche. Di conseguenza saranno ridotti bruscamente i prezzi delle obbligazioni contemporaneamente di diversi paesi e, quindi, ci sarà un panico. Il settore bancario europeo è la vittima più probabile della bancarotta o dell’uscita di un paese dalla zona euro. Le autorità finanziarie europee, logicamente, provvederanno a che non fallisca nessuna grande banca europea poiché altrimenti ci saranno delle gravi conseguenze."
I problemi riguardanti i fondi liquidi metteranno in forse tutto il mercato interbancario. Le singole istituzioni creditizie, anzitutto quelle che avevano acquistato delle obbligazioni dei paesi problematici, si scontreranno con gravi rischi di squilibrio della bilancia dei pagamenti. A questo punto la crisi può degenerare in una fase di panico di massa quando il pubblico dei depositanti si precipiterà a prelevare i loro risparmi dalle banche. Le autorità dovranno fare il loro meglio per tranquillizzare la popolazione, - dice l’ex Ministro dell’economia della Russia Evgheny Jassin:
"Penso che tutti i governi e le banche centrali si rendano ben conto che il maggiore pericolo per il mercato è insito in panico. Penso che si provvederà ad evitarlo in ogni modo."
Ci saranno anche dei problemi infrastrutturali. Come si fa a rimettere in circolazione le monete nazionali? Come si fa a calcolare i tassi di cambio in condizioni di instabilità? Come si fa a riconvertire tutti i debiti? Non rinunceranno i paesi alle loro obbligazioni finanziarie? Cosa fare con i miliardi di Euro che erano già stati spesi per il salvataggio degli out-sider? In che valuta effettuare i pagamenti nell’ambito dei contratti in vigore? Gli interrogativi si sprecano.
Peraltro, Andrei Vavilov, ex vice Ministro delle finanze della Russia, è convinto che non si dovrà ricercare le risposte poiché non ci sarà nessun crollo dell’Euro!:
"Non c’è nessun paese che avrebbe da guadagnare dalla sua uscita dalla zona Euro o dall’Ue. Io personalmente non penso che sia il caso di parlare di un simile scenario."
Comunque, pochi esperti condividono tale ottimismo. Scricchia tutta l'impalcatura dell’Ue! Prima della crisi i paesi aspiravano ad aderire all’Ue, alla zona euro. Ma ora, in tempo di crisi, la maggioranza dei partecipanti all’Ue preferiscono starsene in disparte. Solo se i paesi riusciranno a superare simili umori, l’Euro potrà reggere, anzi potrà diventare più forte di prima!,- dicono gli economisti.
(La Voce della Russia)