Turchia: Ue, un passo avanti e uno indietro
Veto cipriota su ministeriale ma firme di ministri pro-adesione
02 dicembre, 13:30
(di Rodolfo Calo') (ANSAmed) - ANKARA- Turchia e Ue, un passo avanti e uno indietro in un sol giorno a conferma che il processo di adesione e' in stallo ma esistono pulsioni a farlo avanzare: sulle pagine di oggi dei quotidiani turchi spiccano infatti un veto di Cipro contro la partecipazione turca a una ministeriale Ue sulla Siria ma anche una manifestazione di sostegno venuta da ben 11 paesi (Germania compresa). Il tutto nel quadro di una crisi finanziaria e politica europea che consente ad Ankara di prendersi una rivincita addossando il pigiama di ''malato d'Europa'' proprio a chi glielo aveva infilato un secolo fa.
Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, come sottolinea il quotidiano Hurriyet ha criticato il fatto che Cipro abbia bloccato la sua partecipazione alla riunione di ieri dei capi della diplomazia dell'Ue sulla crisi siriana. Davutoglu ha notato che tre grandi paesi dell'Ue, - Germania, Gb e Francia - avrebbero voluto la partecipazione turca alla riunione ma ''si sono piegati ai capricci di un piccolo paese'', ''la parte greca di Cipro''.
Il veto della parte meridionale ed europea dell'isola, divisa a causa dell'invasione turca anti-colonnelli greci del 1974, e' uno dei principali ostacoli alla candidatura della Turchia all'Ue, in stallo dal varo dei negoziati di adesione nel 2005 anche per l'opposizione francese e le remore tedesche. L'Italia, insieme ad almeno altri otto paesi, e' favorevole ad un'adesione tra l'altro proprio per meglio utilizzare il ruolo di mediazione che la Turchia, paese musulmano membro della nato, puo' giocare nello scenario mediorientale.
Nonostante le cautele di Berlino, il tedesco Guido Westerwelle e' tra gli 11 ministri degli Esteri di paesi Ue firmatari di un articolo comparso sul portale EUobserver e segnalato oggi dal quotidiano turco Milliyet: il testo varato alla vigilia del vertice europeo viene sintetizzato come un forte sostegno all'adesione della Turchia la cui ''influenza'' potrebbe rafforzare ''la portata globale dell'Ue'' in un momento ''di incertezza globale'' come quello attuale, hanno scritto i ministri. Oltre alla presenza tedesca, notevole e' anche la firma dei ministri di Ungheria, Slovenia e Lettonia che non sono nel novero dei nove paesi piu' convinti sostenitori della Turchia (un 'club' di cui fanno parte anche Polonia e Spagna).
''La Turchia amore del continente malato'', e' il titolo di Milliyet che sfrutta un rimando storico: ''l'uomo malato d'Europa'', come si insegnava a scuola, era l'impero ottomano nella sua fase finale e l'espressione e' considerata mutuabile anche per indicare le attuali carenze economiche (zone orientali depresse, basso Pil pro capite) o di altro genere (controverso deficit democratico) che renderebbero problematica un'adesione della Turchia all'Ue. Almeno ad Ankara pero' il 'pigiama' del malato ora l'indossa l'Ue: il ministro turco per gli Affari europei e Capo negoziatore per l'ingresso nell'Unione Europea, Egemen Bagis, ieri da Praga ha sostenuto che la Turchia puo' risolvere i problemi dell'Europa. E oggi, in un articolo pubblicato su Europolitics e rilanciato dall'agenzia turca Anadolu da Bruxelles, ha ribadito il concetto che i ''governi tecnocratici'' di Grecia e Italia dimostrano come la ''crisi finanziaria'' europea stia diventando ''politica'' attraverso questi ''golpe economici'' che creano un ''deficit democratico''. (ANSAmed).