Fondi, gestori tornano a comprare bond emittenti periferici
lunedì 19 dicembre 2011 17:32
di Tommy Wilkes e Sinead Cruise
LONDRA, 19 dicembre (Reuters) - I gestori dei fondi internazionali ritengono che gli attuali rendimenti dei bond emessi dai paesi periferici siano troppi elevati per durare a lungo e hanno cominciato a riacquistare il debito degli emittenti colpiti dalla crisi.
Alcuni asset manager si sono riaffacciati sui mercati del debito dei periferici per non farsi scappare rendimenti da record, non paragonabili a quelli offerti dai gilts britannici e dai bund tedeschi.
"Il nostro punto di vista nelle ultime settimane è che c'è stato un sell-off significativo nei mercati periferici, specialmente in Italia e Spagna", afferma Kevin Anderson, Cio del reddito fisso e del forex a livello globale di State Street Global Advisors.
La maggior parte dei manager sottolinea che il cambiamento di sentiment non è ancora prezzato, soprattutto se si guarda all'Italia, dove il rendimento del decennale è attestato attorno al 7%.
Anderson, che guida una squadra che gestisce asset per circa 375 miliardi di dollari, dice di non farsi illusioni a proposito della battaglia dell'Italia per rifinanziare l'indebitamento nel 2012, ma ritiene che i prezzi rappresentino una tentazione per ridurre le posizioni sottopesate.
State Street al momento rimane ampiamente sottopesata sul debito periferico, ma ha già cambiato la posizione sulla Spagna, dove i rendimenti sono scesi ai livelli di quelli italiani, aggiunge il manager.
DEFAULT ITALIA O SPAGNA "TOTALMENTE DEVASTANTE"
Diversi gestori credono che i governanti europei alla fine eviteranno un default italiano o spagnolo, sebbene passando attraverso una ristrutturazione pesante o una soluzione sul modello dell'accordo faticosamente raggiunto fra Grecia e creditori privati.
Questa prospettiva ha trovato un supporto nel recente summit Ue, allorché il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha detto che il coinvolgimento del settore privato nella ristrutturazione del debito greco è una cosa straordinaria, dato che le obbligazioni non comportano clausole per un'azione collettiva.
Rupert Watson, capo dell'asset allocation di Skandia Investment Group, ritiene che i compratori di bond periferici stiano soprattutto adottando una tattica mordi-e-fuggi, perché è difficile immaginare un default "totalmente devastante" di Italia e Spagna.
"Di conseguenza", argomenta Watson, "bisogna ammettere che avere fegato, e capacità di sfidare la volatilità di breve periodo - che può essere considerata neutrale, se non leggermente sovrappesata -, ora è buona idea".
Il timore di mancare il treno dei ritorni corposi sull'offerta sta spingendo alcuni gestori ad agire. L'Italia rappresenta il mercato più appetibile per chi vuole godere del vantaggio di arrivare per primo, ma alcuni hanno messo un piede anche in Irlanda e Portogallo.
"Stiamo tuttora accumulando su queste posiziioni; ai prezzi giusti, è una buona occasione", spiega Kathleen Gaffney, co-portfolio manager di Loomis Sayles Bond Fund, fondo di Boston che gestisce 19 miliardi di dollari. "Se possiamo acquistare al prezzo giusto, compreremo".
Secondo Gaffney, "quando vedi qualcosa che comincia a logorarsi, quello è il momento in cui iniziamo a pensarci. Non si può sapere come le cose si sistemano o quale sarà la risposta, ma per noi la questione è soltanto se l'Unione (Europea) reggerà o meno".
SUMMIT UE NON E' STATA SOLUZIONE DEFINITIVA
I gestori non sono convinti che i governanti si siano avvicinati a trovare una soluzione alla crisi del debito dopo il vertice del 9 dicembre scorso, quando i leader Ue hanno raggiunto un'intesa per erogare fondi al Fmi e, così, aiutare i paesi dell'area in difficoltà.
Queste misure, insieme ad un Efsf dotato di leva, sono destinate ad aiutare i paesi dell'area euro che sono nei guai. L'Italia vedrà scadere debito per 150 miliardi tra febbraio e aprile dell'anno prossimo.
Se l'Italia dovesse fare default su tutto o parte dello stock di debito, che ammonta a 2.500 miliardi di dollari, altri asset rischiosi comparabili andrebbero sotto pressione e, pertanto, è logico approfittare del premio offerto dal debito del nostro paese rispetto agli altri emittenti sovrani.
"Se vuoi prenderti un rischio, alora senza dubbio potresti focalizzare una porzione del portafoglio sui bond italiani, piuttosto che dedicarla ad altri titoli rischiosi che rendono meno, lasciando il resto ad asset sicuri", dice Tim Haywood, che gestisce le strategie hedge fund di Gam.
Haywood racconta che ha ceduto bond russi, comprando titoli italiani, puntando sul fatto che se l'Italia facesse default, tutti gli asset rischiosi ne soffrirebbero, ma se dovesse farcela, il debito italiano sovraperformerebbe quello russo.
Gaffney di Loomis Sayles vede opportunità nell'acquisto di debito non adeguatamente prezzato, che si trova in giro per l'Europa; i gestori devono soltanto avere voglia di cavalcare la volatilità di medio termine.
"Abbiamo comprato bond corporate Usa nel 2007, siamo abituati ad anticipare gli altri", argomenta Gaffney. "Potremmo non vedere grandi ritorni su Grecia e Portogallo, ma sull'Irlanda sì, e sono fiduciosa che anche le altre posizioni ci daranno soddisfazioni".
La manager di Loomis Sayles conclude: "Quando dicevo queste cose alcuni giorni fa, la gente mi guardava come se fossi matta. Se sbagli, ovviamente ci rimetti. Ma se ci stiamo sbagliando, allora ci perderemo tutti".