Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2 (20 lettori)

Stato
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Nobody's

Γένοιο οἷος εἷ
Grecia, Fitch: il Paese è insolvente, default vicino

Finanza.com – 15 minuti fa


La Grecia è insolvente e andrà in default. Lo ha detto Edward Parker, responsabile dei rating sovrani europei di Fitch Ratings in un'intervista a Bloomberg, aggiungendo che la crisi dell'euro sarà lunga. Dopo la sospensione delle trattative con gli investitori privati, il parere di Fitch è che imporre una perdita ai creditori, tecnicamente, equivale ad un default. Se la Grecia si rivelerà insolvente il prossimo 20 marzo, quando scadrà un bond di Stato da 14,4 miliardi di euro, allora ad essere sotto pressione sarebbero altri Paesi periferici, come Italia e Spagna, aggravando ulteriormente la situazione.

sarà una bufala.....

:fiu:
 
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Gaudente

Forumer storico
papademos stralci intervista a cnbc....

1.dobbiamo ristrutturare il debito greco con la partecipazione VOLONTARIA dei cerditori privati.
2. Sono SICURO che la Grecia resterà nell'Euro.
3. Haircut VOLONTARIO del 50% del valore nominale.
4. Siamo vicini ad un accordo e sono fiducioso che avverrà in tempo utile per evitare il default.
Sembrano i proclami di Goebbels due giorni prima della caduta di Berlino :-o
 

Gaudente

Forumer storico
Non vorrei andasse a finire come la volta scorsa....e credo che questo timore si rifletta prezzi di queste ultime ore...vero, non sarebbe nell'interesse di nessuno..pero'...e' da un mese che si sente dire...accordo imminente...ma non si concretizza mai...qualche dubbio viene
Abulico ma cosa farfugli , l'accordo non puo' essere fatto per il semplice motivo che gli interessi sono inconciliabili: da una parte la Grecia deve pretendere un haircut dell'80% (calcolato a valore attuale netto) perche' altrimenti non ha nessuna possibilita' di servire il debito, dall'altra gli hedge funds si sono ingozzati di marzo 2012 a prezzi di affezione e non possono accettare nulla del genere ... la coperta e' troppo corta e a tirarla da tutte le parti l'unico risultato che si ottiene e' di strapparla
 

StockExchange

Forumer storico
Ieri ho assistito a un meeting tenuto da Directa a Roma sugli Aumenti di Capitale.
Ci sono andato su insistenza di un amico, perchè ero certo che sull'argomento sapevo tutto quel che c'è da sapere e infatti il relatore non ha detto nulla che non fosse ovvio. Anzi ha compiuto anche qualche inesattezza: ad esempio non ha sottolineato l'importanza delle diluizioni azionarie che stanno subendo le nostre banche. Voleva usare, a riprova della scarsità di liquidità in giro per l'Europa, l'argomento che è strano che ad esempio UCG non sia oggetto di attenzioni per scalate a 2,5-3 euro, 25-30 centesimi "del vecchio conio" diceva, a sottolineare i prezzi pre e post accorpamento.
Gli sfuggiva che se l'ADC avrà successo alla fine gireranno il triplo di azioni e che per scalare la medesima quota servirebbero il triplo di azioni. Quindi gli attuali 3 euro equivalranno ai vecchi 9 euro o 90 centesimi. Che sarebbe comunque un prezzo ottimo se mai si tornerà a macinare utili. Ma si tornerà a fare utili che non servano per accantonamenti su pregresse e future perdite attese? Mah...

Comunque una cosa che mi ha sorpreso è che lui si è fatto l'idea, secondo me terribilmente sbagliata, che per noi Italiani i btp sono privi di rischio perchè se le cose peggiorano l'euro si sfascia e l'Italia pagherà a 100 ma in lire e peggio per i creditori esteri....:lol:
Beh il relatore non ha capito nulla di dove stiamo andando.
A parte che se credessi che l'euro si sfascia non vorrei essere investito in btp ma in qualunque altra moneta principale che sarebbe comunque più forte della nuova lira, quindi o USD o GBP o CHF.
Ma il punto è che l'euro non si sfascia. Dall'euro non si esce.
Tutt'al più si ristrutturano i debiti, come stiamo vedendo.
 
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yellow

Forumer attivo
Mi sembra un'analisi :(alquanto realistica anche se scomoda, e da troppi columnist taciuta:

By Jim Saft Jan 17 (Reuters) - (James Saft is a Reuters columnist. The opinions expressed are his own)

As Greece slouches ever closer to a disorderly default and euro exit we see how the more one thinks the unthinkable the more thinkable it becomes.

Athens on Monday sent representatives on an emergency trip to Washington for talks with the International Monetary Fund after talks with its creditors broke down.

Facing 14.5 billion euro of loans coming due in March,
Greece must agree a bond swap with its creditors before it can begin planned negotiations later this week with the ECB, IMF and EU for a second 130 billion euro bailout.

The problem, in short, is that a continuing deterioration in its economy means Greece cannot live with the terms of the deal it struck last year to write down half of its debts with private creditors.

Someone needs to pony up more money and none of the obvious candidates feel able or willing to cooperate.

That deal, tortuously structured so as not to be a default and not to impair the ECB and euro zone national central banks' massive holdings of Greek debt,
left Greece too little wriggle room and few tools short of a default to improve its situation.

Avoiding a default means credit default swap contracts don't trigger payment, something that would instantly and unpredictably hurt those banks and insurers, many in the U.S.,
which wrote the protection.

As for the ECB and its member central banks,
they are sitting on so much exposure to rickety Greek bonds that forcing them to recognize that impairment very likely would leave them without sufficient capital.

Thus Greece, and some of the hedge funds who own its debt,
have both the motivation and means to use and quite possibly employ default,
either as a negotiating technique or a means to a perversely better outcome.

At the time the 50 percent debt swap was negotiated, banks and other private sector creditors expected that the new debt they would receive would carry an interest rate of about 4.0 percent.

That is no longer seen as sustainable for Greece, and now a coupon closer to :-?2.0 percent is on offer.

That will punish both banks,
most of whom have already written down their exposure,
and hedge funds who bought in at lower prices, usually using borrowed money.

While the banks may prove susceptible to official pressure,
some hedge funds may be less biddable.

CENTRAL BANK RECAPITALIZATION

The obvious solution, but not perhaps not the likely one, is for the EU, IMF and ECB to cut Greece yet another break,
giving it leeway to give the banks a better deal, avoiding the hornet's nest of a default and a CDS payout.

It is unclear how far, exactly, down the road of debt forgiveness we can go without central bank's recognizing that their holdings have lost value and will not be repaid in full.

As well better terms for Greece will immediately be :titanic:met by calls for better terms from Dublin, Lisbon, Madrid and even Rome.

If things go the other way and Greece defaults, things will be worse still, likely for Greece , but :(most definitely for the ECB.

The ECB is holding something on the order of 50 billion euros of Greek debt.

Far more still has been pledged as collateral by banks.

Should Greece leave the euro, Greek banks will likely instantly and en masse default, an event that means the vast majority of the 100 billion or so euros the Greek central bank owes other euro zone central banks will not be recovered.

That may well leave the ECB and some of its peers needing an injection of capital,
something that would be all the more crucial because a Greek euro exit and the effective vaporization of the Greek banking system would leave some European banks in need of support from those same central banks. Remember too that all of the debate about Greek write downs is part of a plan which has as its goal getting Greece's rati....
 

StockExchange

Forumer storico
e gli squilibri cronici dei conti con l'estero come pensi di "ristrutturarli" ? :rolleyes:

Allora diciamo meglio:
L'euro verrà difeso con le unghie e con i denti in primis proprio dalla Germania.
E i debiti pubblici che non riescono a essere sostenuti con mezzi propri dai singoli stati rischiano seriamente di essere ristrutturati in ragione del margine che sarà stimato di sostenibilità.
A quel punto avremo assistito al fallimento dell'eurozona 1.0
Però a quel punto ci si doterà di eurobond e strumenti di relativa unione fiscale, come a dire, l'ombrello quando non serve più.
Così che i Crucchi non abbiano a temere che l'unione fiscale significhi trasferimento fiscale a ripianare vecchi megaindebitamenti pregressi altrui.
E ricominceremo l'euroavventura per un altro decennio freschi come roselline, ristrutturati nel debito,"fiscalmente compatti", eurobondizzati (fra qualche anno). Quando dopo un altro decennio fallimentare ci troveremo a constatare che gli squilibri di cui parli tu sono cronici e proprio nel nostro DNA come popoli diversi, allora forse manderemo veramente al diavolo questa euroavventura. Oppure si accetta che le diversità sono una ricchezza e che non si misura tutto col denaro. E così come per chiamarci Italiani, i nordici accettano di sostenere più oneri fiscali rispetto al mezzogiorno, così si dovrà fare in Europa. Certo in questo senso siamo partiti proprio male....:rolleyes:
Ovviamente è giusto limare le differenze e cercare maggior produttività al sud. Ma credo si debba rinunciare all'idea di escludere un principio di minima assistenza. Chi sta meglio non può pensare di pagare tasse solo in ragione dei servizi che riceve, in un'ottica solo individualistica e mercantile. Una quota non potrà mai prescindere dall'essere di pura "solidarietà".
E se decidiamo di essere europei sotto una medesima bandiera, allora quella solidarietà deve essere anche trans-nazionale.
Ovviamente non intendo chi sta meglio perchè si ammazza di lavoro a fronte di chi sta peggio scansafatiche. Intendo quando si scontano differenze storiche enormi di sviluppo e differenze di risorse.
Ma è chiaro che non sono ammissibili differenze "culturali" nel senso di quelle "furbizie" e del "tirare a campare" tipico di noi popoli greci-latini-mediterranei.
Questa è una "cultura" che va sradicata col diserbante e in questo sono ben contento che siamo stati commissariati come Italiani.
 

Nobody's

Γένοιο οἷος εἷ
Banche, pressioni per vendere titoli Stato da agenzie rating, Autorità - Cannata

Reuters - 17/01/2012 14:51:38




ROMA, 17 gennaio (Reuters) - Alcune banche hanno ricevuto pressioni sia dalle agenzie di rating sia dalle Autorità di vigilanza affinché riducano l'esposizione verso i titoli di Stato per evitare di compromettere la loro capacità di finanziarsisul mercato.

Lo ha detto il direttore generale del Tesoro Maria Cannata nel corso di un'audizione alla commissione Bilancio della Camera.

"Alcune banche hanno ricevuto pressioni per vendere titoli di Stato non solo dalle agenzie di ratinganche dalle Autorità di vigilanza", ha detto la Cannata.

Il dirigente del Tesoro non ha fornito dettagli, ma nel corso dell'audizione si è mostrata critica verso l'Eba, l'Autorità bancaria europea, che ha imposto alle principali banche europeedi ricapitalizzarsi per neutralizzare le potenziali perdite di portafoglio sui titoli di Stato.

Secondo la Cannata la decisione dell'Eba ha prodotto "un effetto molto pesante" sul mercato del debito pubblico italiano.

"I soggetti italianihanno incrementato con riluttanza il loro portafoglio per non esser richiesti di aumenti di capitale basati su fattori contingenti", ha aggiunto la Cannata riferendosi alle conseguenze della decisione assunta dall'Eba.

Ot.
 
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