Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 2

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
a marzo in due settimane hanno
- cambiato ISIN ai titoli della BCE
- introdotto le CAC
- mandato al macero 200 miliardi di €
- contabilizzato svalutazioni tra il 75 e l'80%

se si pensa che stavolta il debito è inferiore e più concentrato, potrebbero averlo fatto già questa settimana. Certo, si può anche credere che Dallara fosse in viaggio solo per tenere uno speech alla locale associazione di banchieri :lol:

anche gli hedge saranno felici della CAC-ata, avendo comprato sotto 20, e la scomparsa di 60 miliardi di debito (40 al netto delle "spese", fatto buyback diciamo ad un terzo del nominale) manderà i crucchi ad elezioni tranquille:
"Vedete? il debito greco è sostenibile...bla bla...senza soldi del contribuente...bla bla...proseguire con le riforme"

a quel punto forse contribuiranno anche BCE & sorelle con lo storno delle plusvalenze (giroconto a costo zero), e gli avvoltoi potranno dedicarsi allegramente all'italia, che uscirà "balcanizzata" dalle elezioni, così come la grecia al primo tentativo post-swap.

di nuovo, in bocca al lupo a tutti, anche se non dovesse succedere nulla
:up:


...se si muovessero io vorrei andare all agenzia OTC percomprare tanti biglietti verdi per Buenos Aires...;)
 
Juncker: zona euro e del FMI fare progressi nel risolvere la controversia sulla Grecia


ULTIMO AGGIORNAMENTO: 19:20




I governi della zona euro e il Fondo monetario internazionale stanno facendo progressi nel risolvere le divergenze in ordine come diventare un debito vitale greco, ha detto il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.

"Mi aspetto che il resto andrà la distanza con il Fondo monetario internazionale", ha detto a Reuters, a margine di un evento in Germania nordoccidentale. "Ha lavorato intensamente per raggiungere un compromesso con il FMI per la Grecia", ha comunicato, aggiungendo che resta da vedere quale sarà colmare il divario fino a quando il punto di vista il Martedì dell'Eurogruppo.

Il disaccordo tra i creditori ritardato l'erogazione della rata di 31 miliardi di euro che la Grecia ha bisogno. L'Eurogruppo di Lunedi concordato di proroga di due anni dato ad Atene per fare i tagli necessari, ma Eurozona e il FMI, "non erano" sul lungo termine, l'obiettivo di riduzione del debito greco, provocando sconvolgimenti sui mercati.

Funzionari del FMI ritengono necessarie una sorta di ristrutturazione del debito greco, ma la Germania, che ha il più grande contributo al fondo di salvataggio della zona euro, respinge come illegale l'idea di accettare perdite in materia di discriminazione debito greco.

Contro l'atteggiamento del governo tedesco, molti economisti tedeschi prediligono un nuovo taglio di capelli sulle obbligazioni greche, secondo un articolo pubblicato dalla volontà giornale Welt am Sonntag.

"Il taglio di capelli del debito greco è inevitabile", ha detto Clemens Fuest istituto ZEW. "La questione non è più se a fare questo passo, ma quando." Ma il Bofinger Pietro, che appartiene al gruppo dei consiglieri economici del governo tedesco ritiene che non ci sono alternative. "Senza una tale mossa, il paese a rimettersi in piedi", ha detto al giornale.



����:InvestireOggi - La guida agli investimenti finanziari e di Borsa
 
Lagarde: Grecia L'accordo deve essere basato sul realismo, non un pio desiderio




L'accordo tra i creditori internazionali della Grecia per ridurre il suo debito dovrebbero essere basate su dati realistici e non su un pio desiderio, ha detto il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde.

Parlando alla Reuters ha detto che è importante raggiungere un accordo in grado di fornire una soluzione duratura per il debito della Grecia per evitare l'incertezza prolungata e ulteriori danni all'economia greca.

"Sono sempre costruttivo, ma sto cercando di raggiungere due cose contemporaneamente", ha detto in un'intervista.

"Per costruire e approvare un piano per la Grecia che sarebbe stato forte, suadente oggi, domani e sostenibile basato sul realismo, non un pio desiderio."

"Il secondo obiettivo è quello di mantenere l'affidabilità, l'integrità e la qualità dei consigli che diamo, non per il bene del Fondo stesso, che riguarda certo me, ma per dare ai cittadini europe."



����:InvestireOggi - La guida agli investimenti finanziari e di Borsa
 
Controversia FMI - Berlino per l'account - Non accetto il taglio di capelli di Berlino FMI sul debito greco - l'altro taglio del 50% comporterebbe una perdita di 17,5 miliardi di euro per i contribuenti tedeschi

17/11/12 - 16:23


Direttore del FMI non è disposto ad accettare "no" a Berlino "haircut" sul debito greco e appare rigido. La posizione di C Lagarde capisce l'economista R. Langkchamer. Infatti, come riportato nella pubblicazione di oggi della rivista Focus, la quota di pertinenza del Fondo monetario internazionale in caso di proroga del debito greco è stimato a € 4480000000.
Quindi, se si lascia il FMI, l'onere ricadrà per l'area dell'euro e l'importo attribuibile alla Germania è stimato a 1,22 miliardi di euro.

La posizione di C. Lagarde si intende, secondo Rolf Langkchamer, ex Vice Presidente dell'Istituto di economia mondiale, con sede a Kiel. "Il FMI è non solo i paesi europei, ma anche in molte economie emergenti, che non hanno dimenticato quanto sia stato difficile per le misure imposte dal FMI, quando hanno incontrato difficoltà. E questo è particolarmente vero per i paesi dell'America Latina e in Turchia ", dice l'economista tedesco.

Anche gli ostacoli costituzionali citati da parte del governo tedesco e di altri paesi della zona euro non sono insormontabili, dice Rolf Langkchamer e spiega: "Molte persone si basano sulla legge finanziaria di alcuni paesi e la Germania vieta il proseguimento del sostegno finanziario in un paese che è in bancarotta. Ma questo argomento non è forte. In molti casi, i paesi in via di sviluppo ha continuato l'aiuto economico o di cancellazione del debito era o perdita di valore. "

E 'chiaro e consegnato con assoluta chiarezza ieri il rappresentante del Ministero delle Finanze che Berlino cercherà di guadagnare tempo. E ciò che cerchiamo una soluzione entro il 2014. E la soluzione per coprire il fabbisogno di finanziamento derivante dall'estensione sarà un mix di misure, come ha detto la portavoce, che non distingue il rischio di scendere dal treno programma greco FMI.

E 'comunque evidente preoccupazione Wolfgang Schaeuble durante la campagna è recato in Germania. Un taglio di capelli del debito greco ai creditori ufficiali dell'ordine del 50% comporterebbe una perdita di 17,5 miliardi di euro per i contribuenti tedeschi.

E mentre il presidente sostiene l'istituto Ifo, Hans Werner Zine: "Nessuno vuole contro i suoi clienti ad ammettere che egli ha dato grande rischio. Ma la Grecia nella zona euro di essere competitivi e di essere in grado di onorare i debiti dovrebbe essere del 30% -40% in meno. Ma non ci può essere alcun dubbio su questo. "

Secondo il Centro per la politica europea con sede a Bruxelles, ogni partenza dal programma greco FMI dovranno sobbarcarsi miliardi di paesi della zona euro e in particolare la Germania.
Come riportato nella pubblicazione di oggi della rivista Focus, la quota di pertinenza del Fondo monetario internazionale in caso di proroga del debito greco è stimato a € 4480000000. Quindi, se si lascia il FMI, l'onere ricadrà per l'area dell'euro e l'importo attribuibile alla Germania è stimato a 1,22 miliardi di euro. Se, infatti, l'FMI lasciare il programma in corso per la Grecia, ha creato una carenza di finanziamenti di circa € 18200000000. E la quota attribuibile a Berlino salirà al 4,94 miliardi di euro.


BankingNews.gr | Online ????????? ?????????
 
il punto

Crisi greca, ora i Paesi Ue valutano il taglio dei debiti di Atene

L'utlimo dato sul Pil greco (-7,2%) ha definitivamente certificato il fallimento delle misure di austerity pensate dalla Troika Ue-Bce-Fmi, con l’economia ellenica che in cinque anni è crollata del 22%. Strappo Eurogruppo - Fondo Monetario


di Giorgio Faunieri

atene-interna-nuova1.jpg



Accade ad Atene, dove la cura ha quasi ucciso il paziente e i medici non solo non sanno più che pesci prendere ma stanno litigando fra di loro. Mercoledì il dato sul Pil greco (-7,2%) ha definitivamente certificato il fallimento delle misure di austerity pensate dalla Troika Ue-Bce-Fmi: in cinque anni l’economia di Atene è crollata del 22% e l’obiettivo di far scendere il rapporto debito-Pil al 120% entro il 2020 è già oggi irrealizzabile, anche perché la Grecia ha bisogno di nuovi prestiti che farebbero aumentare ulteriormente l’indebitamento.

Ai Paesi forti dell’Unione Europea non resta altra strada che lasciar andare la Grecia alla deriva (dopo averne azzoppato in maniera irreparabile l’economia) o regalarle dei soldi, che non verrebbero dunque inclusi nel calcolo del debito pubblico. Ed è proprio questa seconda strada che, stando alle indiscrezioni riportate dalla Sueddeutsche Zeitung, si starebbe battendo a Berlino. Per la prima volta dall’inizio degli aiuti Angela Merkel, che ufficialmente prende le distanze dall’ipotesi, sarebbe pronta a spiegare ai propri connazionali che parte dei capitali prestati non torneranno più indietro, cosa che fino a ieri era stato uno dei suoi punti fermi.
La stessa cosa, però, dovrebbero spiegarla anche Francois Hollande ai francesi e Mario Monti agli italiani. Secondo il quotidiano di Monaco di Baviera si sarebbe giunti a questa soluzione dopo un duro scontro fra il direttore del Fmi, Christine Lagarde, e il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. La prima avrebbe minacciato di non far più partecipare il Fondo Monetario Internazionale al salvataggio di Atene se le capitali europee non si fossero fatte carico della nuova voragine apertasi nelle finanze greche (32,6 miliardi di euro nel triennio 2014-1026).
Anche la Bce di Mario Draghi si sarebbe detta disponibile a dare il proprio contributo, girando al governo di Antonis Samaras le probabili plusvalenze realizzate con gli acquisti dei titoli greci. A partire dalla primavera 2011 l’Eurotower ha infatti effettuato massicci acquisti di titoli governativi greci a prezzi stracciati e grazie alla risalita delle quotazioni avvenuta negli ultimi mesi, da cui hanno tratto profitto anche alcuni grandi hedge fund americani, vanta ora guadagni in conto capitale (oltre ovviamente agli interessi incassati).
Le differenze di vedute fra i membri della Troika non si limitano però alla decisione su chi deve farsi carico del nuovo buco. La Ue, per esempio, vuole concedere ad Atene tempo fino al 2022 per riportare il rapporto deficit-Pil al 120%, mentre il Fondo non vuole concedere proroghe e pretende che sia rispettata la scadenza del 2020. Inoltre, la Germania (e quindi l’Eurogruppo) non vogliono sentir parlare di una nuova ristrutturazione del debito greco, mentre Bce e Fmi la ritengono una cosa inevitabile. In una situazione così compressa e complicata il prossimo 20 novembre la riunione dell’Eurogruppo cercherà di trovare almeno un compromesso che tamponi le falle nell’immediato e consenta ad Atene di ricapitalizzare con urgenza le sue banche, rimandando ancora una volta la ricerca di una soluzione sostenibile nel lungo periodo.
 
ancora sugli aiuti

Piano d'emergenza per la Grecia
"Gli Stati usino bilanci nazionali"
L'indiscrezione arriva dalla Sueddeutsche Zeitung secondo cui i Paesi forti dell'eurozona starebbero discutendo dell'ipotesi di concedere ad Atene finanziamenti gratuiti attingendo ai propri conti e non più a quelli del Salvastati

dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

120835591-76ed0476-8ee4-4770-9d70-70ac8d45f863.jpg

BERLINO - Nuovi piani d'emergenza europei per tentare il salvataggio della Grecia. Lo scrive la Sueddeutsche Zeitung nel servizio di apertura della sua prima pagina di stamane. Secondo l'autorevole quotidiano liberal di Monaco di Baviera, gli Stati forti dell'eurozona stanno discutendo per la prima volta dell'ipotesi di concedere ad Atene finanziamenti sostanzialmente gratuiti, cioè aiuti, tratti dai loro bilanci nazionali e non più solo dai fondi europei. E' giunto il momento in cui i governi dell'eurozona devono dire la verità ai loro congtribuenti e cittadini, afferma l'articolo della Sueddeutsche. Precisando: "bisogna dire ai cittadini che parte del denaro dei contribuenti impegnato per il salvataggio dell'eurozona non tornerà, non verrà restituito".

Finora, gli esecutivi nazionali dei paesi membri dell'area della moneta unica avevano sostenuto in pubblico proprio il contrario. Ma a causa di una recessione molto più lunga e dura del previsto, si è creato un buco di almeno 32 miliardi ad Atene. Non può essere tappato con nuovi crediti, perché l'indebitamento della Grecia in tal caso salirebbe ancor di più. Siccome la Germania e altri paesi rigoristi rifiutano l'idea di un condono ufficiale dei debiti, resterebbe come unica alternativa quella di finanziamenti diretti presi dai bilanci nazionali. I quali potrebbero finanziare direttamente il governo ellenico, o rimpinguare le riserve del fondo salvastati Efsf il cui intervento a favore della Grecia

dovrebbe aumentare di consistenza, a causa del peggioramento dei conti pubblici ellenici di cui si è detto.

La situazione, sempre secondo la Sueddeutsche, sarebbe il vero motivo di fondo del contrasto emerso nei giorni scorsi tra i presidenti del Fondo monetario internazionale e dell'Eurogruppo, cioè Christine Lagarde e Jean-Claude Juncker. Madame Lagarde ha esortato i paesi forti dell'eurozona a pensare appunto a interventi diretti ed espliciti per Atene, minacciando in caso contrario un ritiro del Fmi dall'operazione salvataggio. Quest'ultima ipotesi sarebbe catastrofica per l'eurozona che dovrebbe accollarsi da sola il costo della crisi ellenica.

(15 novembre 2012)
 
Crisi greca, ora i Paesi Ue valutano il taglio dei debiti di Atene

L'utlimo dato sul Pil greco (-7,2%) ha definitivamente certificato il fallimento delle misure di austerity pensate dalla Troika Ue-Bce-Fmi, con l’economia ellenica che in cinque anni è crollata del 22%. Strappo Eurogruppo - Fondo Monetario


di Giorgio Faunieri

atene-interna-nuova1.jpg



Accade ad Atene, dove la cura ha quasi ucciso il paziente e i medici non solo non sanno più che pesci prendere ma stanno litigando fra di loro. Mercoledì il dato sul Pil greco (-7,2%) ha definitivamente certificato il fallimento delle misure di austerity pensate dalla Troika Ue-Bce-Fmi: in cinque anni l’economia di Atene è crollata del 22% e l’obiettivo di far scendere il rapporto debito-Pil al 120% entro il 2020 è già oggi irrealizzabile, anche perché la Grecia ha bisogno di nuovi prestiti che farebbero aumentare ulteriormente l’indebitamento.

Ai Paesi forti dell’Unione Europea non resta altra strada che lasciar andare la Grecia alla deriva (dopo averne azzoppato in maniera irreparabile l’economia) o regalarle dei soldi, che non verrebbero dunque inclusi nel calcolo del debito pubblico. Ed è proprio questa seconda strada che, stando alle indiscrezioni riportate dalla Sueddeutsche Zeitung, si starebbe battendo a Berlino. Per la prima volta dall’inizio degli aiuti Angela Merkel, che ufficialmente prende le distanze dall’ipotesi, sarebbe pronta a spiegare ai propri connazionali che parte dei capitali prestati non torneranno più indietro, cosa che fino a ieri era stato uno dei suoi punti fermi.
La stessa cosa, però, dovrebbero spiegarla anche Francois Hollande ai francesi e Mario Monti agli italiani. Secondo il quotidiano di Monaco di Baviera si sarebbe giunti a questa soluzione dopo un duro scontro fra il direttore del Fmi, Christine Lagarde, e il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. La prima avrebbe minacciato di non far più partecipare il Fondo Monetario Internazionale al salvataggio di Atene se le capitali europee non si fossero fatte carico della nuova voragine apertasi nelle finanze greche (32,6 miliardi di euro nel triennio 2014-1026).
Anche la Bce di Mario Draghi si sarebbe detta disponibile a dare il proprio contributo, girando al governo di Antonis Samaras le probabili plusvalenze realizzate con gli acquisti dei titoli greci. A partire dalla primavera 2011 l’Eurotower ha infatti effettuato massicci acquisti di titoli governativi greci a prezzi stracciati e grazie alla risalita delle quotazioni avvenuta negli ultimi mesi, da cui hanno tratto profitto anche alcuni grandi hedge fund americani, vanta ora guadagni in conto capitale (oltre ovviamente agli interessi incassati).
Le differenze di vedute fra i membri della Troika non si limitano però alla decisione su chi deve farsi carico del nuovo buco. La Ue, per esempio, vuole concedere ad Atene tempo fino al 2022 per riportare il rapporto deficit-Pil al 120%, mentre il Fondo non vuole concedere proroghe e pretende che sia rispettata la scadenza del 2020. Inoltre, la Germania (e quindi l’Eurogruppo) non vogliono sentir parlare di una nuova ristrutturazione del debito greco, mentre Bce e Fmi la ritengono una cosa inevitabile. In una situazione così compressa e complicata il prossimo 20 novembre la riunione dell’Eurogruppo cercherà di trovare almeno un compromesso che tamponi le falle nell’immediato e consenta ad Atene di ricapitalizzare con urgenza le sue banche, rimandando ancora una volta la ricerca di una soluzione sostenibile nel lungo periodo.

Strano... proprio un giornale tedesco riporta indiscrezioni che la Merkel si prepara a dire ai contribuenti ed elettori l'enento osi?
Sarà per aumentare la tiratura?
D'altra parte sembra anche che martedì si cercherà non di decedere in modo pesante ma definitivo, ma di mettere l'ennesima toppa.
La parte comune di tutto sembra essere invece la Lagarde, che minaccia di non partecipare se non partecipano tutti gli stati europei, lasciando così una mina vagante in Europa.
Per la BCE non sarebbe la stessa cosa, sembra che Draghi si renda, a questo punto, a restituire le plusvalenze senza passare per le singole banche centrali nazionali.
C'è davvero speranza che si risolva con un'OSI + restituzione plusvalenze della BCE?
 
a marzo in due settimane hanno
- cambiato ISIN ai titoli della BCE
- introdotto le CAC
- mandato al macero 200 miliardi di €
- contabilizzato svalutazioni tra il 75 e l'80%

se si pensa che stavolta il debito è inferiore e più concentrato, potrebbero averlo fatto già questa settimana. Certo, si può anche credere che Dallara fosse in viaggio solo per tenere uno speech alla locale associazione di banchieri :lol:

anche gli hedge saranno felici della CAC-ata, avendo comprato sotto 20, e la scomparsa di 60 miliardi di debito (40 al netto delle "spese", fatto buyback diciamo ad un terzo del nominale) manderà i crucchi ad elezioni tranquille:
"Vedete? il debito greco è sostenibile...bla bla...senza soldi del contribuente...bla bla...proseguire con le riforme"

a quel punto forse contribuiranno anche BCE & sorelle con lo storno delle plusvalenze (giroconto a costo zero), e gli avvoltoi potranno dedicarsi allegramente all'italia, che uscirà "balcanizzata" dalle elezioni, così come la grecia al primo tentativo post-swap.

di nuovo, in bocca al lupo a tutti, anche se non dovesse succedere nulla
:up:

Quasi sicuramente l'ipotesi è stata vagliata, insieme alle altre.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto