Grecia: la questione dei privati nella ristrutturazione 'volontaria'
	
		
	
	
		
		
			Salve 
Io posseggo dei titoli di stato greco scadenza 05/2013 4.6%, da quello che leggo sotto mi vedrei ridurre del 50% il mio capitale a scadenza.
Fatemi capire, ma i privati non dovevano essere tenuti fuori dalla svalutazione ?
		
		
	 
Dopo la formazione di un governo di transizione in Grecia, è ripartita  la corsa contro il tempo per attuare le decisioni prese nel Consiglio  Europeo del 23 Ottobre, in particolare la svalutazione del debito  definita volontaria a carico del settore privato. Tutto ruota attorno al  significato della parola "
volontaria". Il fatto  che questa svalutazione sia volontaria, infatti, sarebbe la motivazione  per la quale non si vorrebbero far scattare i CDS a copertura di  default del Paese.
Vediamo quindi di capire la situazione per vedere chi è coinvolto,  numeri alla mano. Il debito greco nel suo complesso è pari a circa 
357 miliardi.  Di questi, 100 circa sono in mano alla BCE, 206 alle Banche, 24 alle  assicurazioni e fondi pensione, mentre il resto, 27 miliardi circa, è  nei portafogli dei risparmiatori individuali. La ristrutturazione del  debito avverrebbe scambiando le attuali obbligazioni in circolazione con  altre obbligazioni di durata trentennale e valore nominale dimezzato.
Già si sa che la BCE non parteciperà allo scambio. L’IIF, l’associazione  che raggruppa le principali banche mondiali, ha affermato tramite il  suo presidente Dallara che il 90% delle banche parteciperà: in cambio  tali istituti riceveranno finanziamenti dall’EFSF per riequilibrare i  loro conti. Le assicurazioni non hanno ancora fatto sapere.
L’adesione del 90% delle banche, di per sé, sarebbe sufficiente a  coprire gli obiettivi dichiarati: il documento del Consiglio Europeo del  23 Ottobre dice che la partecipazione privata deve fare scendere il  rapporto debito/PIL greco dal 160% al 120%, cioè di 40 punti  percentuali. Il PIL greco è di 230 miliardi circa, il 40% è 92 miliardi  circa. Il numero è compatibile con quello che dice Dallara. Se la fetta  in mano alle Banche è 206 miliardi e il 90% aderisce (186 miliardi), il  50% di taglio porta a 93 miliardi, in linea con il documento.
E i risparmiatori? La logica direbbe che se lo scambio è volontario, chi  non aderisce potrà portare le obbligazioni a scadenza e ricevere le  cedole e il rimborso finale. Ma 
nulla è stato affermato in questo senso,  anzi si sono diffuse voci che i risparmiatori non avrebbero voce in  capitolo e sarebbero costrette allo scambio. Occorre prestare molta  attenzione perché il mancato chiarimento a volte porta a brutte sorprese  e inoltre il prezzo dei titoli di stato greci quotati sul MOT non sono  rassicuranti. Prendiamo ad esempio l’obbligazione in scadenza il  18/5/2012 con cedola 5,25%. Quota a prezzi attorno a 41-42, cioè a  prezzi che scontano una ristrutturazione al 50% generalizzata e non  volontaria.
Il suggerimento che ci sentiamo di dare a coloro che si trovassero a  detenere bond greci in portafoglio è di non svenderli a questi prezzi,  ma di attendere l’evoluzione degli eventi di cui vi daremo conto in un  prossimo intervento. Per coloro che invece non hanno titoli greci in  portafoglio, avventurarsi in acquisti speculativi in questa fase sembra  una operazione veramente ad altissimo rischio, anche se sulla carta ci  sono le condizioni per alti profitti.
* Consulente Finanziario Indipendente
Associato AIAF e NAFOP
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