tommy271
Forumer storico
Ciao Tommy, ma è collegato alla crisi Greca o è solo un film interessante?
Direi che è un ottimo film greco, premiato nel 2009 a Cannes ma un poco angosciante.
Quindi si presta bene a leggere questo periodo.
Ciao Tommy, ma è collegato alla crisi Greca o è solo un film interessante?
GRECIA: IL RACCONTO DI NATALE
Le luci del giorno stavano scemando, l'albero di Natale era rimasto l'unico punto luminoso nel grande giardino ormai coperto di neve.
I riflessi multicolori degli addobbi si rispecchiavano nella penombra mentre una timida cornacchia cercava di avvicinarsi a quegli strani oggetti mai visti sino ad ora.
Tutto intorno era il grande silenzio a farla da padrona.
Il giorno precedente Giuseppe, il bidello della scuola, aveva provveduto a raccogliere le lettere degli alunni della scuola elementare per appenderle all'albero in attesa del passaggio di Babbo Natale.
Faceva freddo, ma Giuseppe non se ne curava più di tanto. In ogni lettera che appendeva era contenuto il desiderio atteso per tutto l'anno.
In quell'inverno del 1959 nel pieno del miracolo economico, anche i bambini avevano riposto tante attese che potevano concretizzarsi da lì a poche ore.
La bella calligrafia dimostrava tutto il loro impegno nel formulare la richiesta. Le bacchettate sulle mani, distribuite senza posa, dal severo maestro Marco Benzi erano perlomeno servite a qualcosa.
Lui era il classico maestro austero, vecchio stampo, piuttosto rotondetto, capelli radi con due occhi vispi e profondi che nascondevano pensieri imperscrutabili.
Le sue attenzioni maggiori erano rivolte al corpo insegnante femminile, più segnatamente a quello più giovane e carino.
L'aspetto burbero e scontroso si scioglieva come neve al sole quando intravedeva arrivare in fondo al corridoio la bella Camilla Bonacina.
Andatura elegante e slanciata, capelli neri come la pece in un corpicino esile appena distinguibile dal pesante cappotto invernale.
"Come andiamo?" Le ripeteva ogni volta tentando un approccio che finiva inevitabilmente nel giro di cinque secondi con un "bene, grazie".
"Non c'è niente da fare" si ripeteva tra sè e sè davanti ad un buon bicchierino di Fernet Branca appena servitogli da Norberto, il trevigiano che teneva un'osteria nel centro di Pavia.
"Gran bella donna", gli fece eco l'oste mentre Marco Benzi trangugiava l'ultima goccia rimasta nel bicchiere.
***
Come ogni pomeriggio la Camilla passeggiava sotto i portici del centro storico. Lui era lì che l'aspettava nascosto dietro i pesanti tendaggi dell'osteria, quel giorno però Marco Benzi era carico. Si fece forza e ruppe ogni indugio.
Uscì in punta di piedi, calcolando al millimetro il percorso per fare in modo di incrociare il suo passo con il suo.
"Come andiamo?" stava pensando di dire, ma si corresse subito. "Oh che piacere incontrarla, buon pomeriggio ...".
Un attimo di silenzio che gli sembrò lungo un secolo e poi, con un'audacia senza precedenti, riprese "questa sera Giuseppe organizza una piccola festicciola intorno all'albero di Natale, ci saranno tutti gli alunni. Sarebbe un vero peccato non esserci ...".
Colta di sorpresa da questa improvvisa richiesta stava per rispondere che non poteva, che aveva preso altri appuntamenti ... ma ci mise troppo tempo a rispondere ed il maestro Benzi la incalzò immediatamente: "l'aspetto insieme a tutti gli altri colleghi, mi raccomando".
"Va bene, cercherò di esserci" rispose lei un pò indisponente.
Marco Benzi sorrise sornione, pensando di aver già incassato un punto a suo favore.
***
La mattina era trascorsa in un clima gioioso, almeno per i suoi alunni.
Durante le ore di lezione i piccoli diavoli erano stati piuttosto bendisposti nei suoi confronti. Questo lo aveva compiaciuto molto.
Del resto le vacanze erano vicine e l'immancabile componimento della lettera di Natale aveva reso euforica la marmaglia.
"Questa sera - disse - Babbo Natale passerà a ritirare le vostre lettere, mi raccomando i verbi, i punti e le virgole".
"Ricordate - proseguì - solo una richiesta potrà essere esaudita. Quindi metteteci impegno e volontà per convincere Babbo Natale".
Un moto di malumore, misto a delusione, attraversò l'aula.
"Solo uno", non è un pò poco?
Ben presto però si misero al lavoro ed un silenzio inusuale calò sulla classe, appena interrotto dal dolce rumore dei pennini intrisi di inchiosto che vergavano la carta.
Roberto Russiabondi fu il primo a precipitarsi a capo chino sul foglio immacolato, "Caro Babbo Natale, voglio una macchinina a pedali dal colore rosso fiammeggiante. Prometto di fare il bravo e di non fare più arrabbiare papà e mamma", accompagnando poi la richiesta con un artistico disegno colorato.
Gli altri lo seguirono immediatamente, Federico Maori voleva un aereoplano in grado di volare ed abbattere gli aerei nemici, Alberto Sbommi una biciclettina nuova, Carlo Fico una macchina da scrivere, Franco Giubbi un fortino con i soldatini, Gianni Traderini una radio tutta sua, Franco Disciplini un "Big Jim" da abbinare alla "Barbie" di sua sorella Cristina.
Passarono così alcune ore a scrivere e disegnare. Un bel risultato per il maestro Benzi presto però offuscato dal solito Tommy Dugento che ancora non aveva scritto niente.
"Quel testone!", disse a bassa voce. La sua solita intemperanza stava per prendere il sopravvento, ma cercò di controllarsi.
"Cosa c'è che non va?" gli chiese mentre si avvicinava al suo banco.
"Non mi viene in mente niente" gli rispose Tommy.
"Non hai qualche desiderio, qualche richiesta da fare?".
Tommy fece la solita scena muta, perdendosi nei mille pensieri che attraversavano la sua mente.
Il maestro Benzi alzò le spalle, ritornando verso la cattedra.
Era un caso disperato, uno dei tanti che gli erano capitati nel corso della sua lunga carriera.
La campanella finalmente squillò la fine delle lezioni, uno alla volta gli alunni consegnarono al maestro i propri componimenti. Quella di Tommy era rimasta desolatamente bianca con in cima il solo nome e cognome ed una scritta, per la verità piuttosto sbavata, "Per Babbo Natale".
Mise tutto in borsa e consegnò al bidello Giuseppe.
***
I chiarori della giornata si spensero presto ed intorno al parco di "Palazzo Rosa" brulicava già il vociare allegro dei bambini.
Le luci colorate creavano un'atmosfera gioiosa e nonostante il freddo pungente nessuno avrebbe rinunciato a quella serata.
Un piccolo falò era stato acceso e sulla tavolata erano state disposte in bella fila bibite e dolciumi.
Il maestro Benzi si aggirava tra i presenti dispensando sorrisi e cenni di approvazione: "Come và mio figlio?", "E' migliorato?", "Disturba ancora in classe?", "Studia?" tutte domande che gli entravano ed gli uscivano dalle orecchie con le solite ritrite risposte di circostanza.
Ormai stava per arrivare la slitta di Babbo Natale ma Camilla non si era ancora vista.
Il maestro Benzi l'aveva cercata in mezzo ai moltissimi che affollavano il parco, ma anche per lui la tensione stava per sciogliersi appena la vide arrivare. Il viso si fece più disteso e la bocca si allargò in un sorriso coinvolgente.
Gli andò incontro con il suo solito "Come andiamo?", ma questa volta Camilla gli concesse una risposta più lunga " Avete organizzato una bella festicciola, veramente bravo".
Questa volta fu lui che rimase senza parole, colto alla sprovvista da quei complimenti che il provvidenziale arrivo di Babbo Natale lo salvò da un dialogo senza senso che lo avrebbe reso ridicolo.
Tutti gli occhi dei bambini erano rivolti verso la slitta, mentre i suoi erano tutti per lei.
La gioia esplose quando Babbo Natale fermò i cavalli e scese dalla slitta.
Senza proferire una parola, con passo sicuro si avvicinò all'albero e raccolse le lettere. Alzò poi il braccio azzittendo tutti gli intervenuti: "Solo uno di voi sarà esaudito".
Detto fatto se ne andò lasciando una certa ansietà su chi fosse il prescelto.
Quella notte anche il maestro Benzi un desiderio, in cuor suo, l'aveva espresso.
***
Babbo Natale si era allontanato giusto il tempo per restituire il ronzino che trascinava la slitta ad una cascina poco distante, rientrando poi di nascosto qualche ora dopo nel suo "Palazzo Rosa".
I preparativi e la serata erano stati faticosi e già pensava che quello sarebbe stato il suo ultimo anno.
D'altra parte - pensò - gli anni passavano per tutti, anche per lui. Gli era rimasto vicino Giuseppe, dopo la morte della moglie, in quel palazzo desolatamente vuoto ma carico di memorie.
Si sedette sulla poltrona del grande salone, accostando il sacco pieno di lettere. Cominciò ad aprire e selezionare, gettandone poi nel camino acceso la maggior parte.
Ne tenne da parte qualcuna per pensarci meglio, quando incriciò quella di Tommy che attirò la sua attenzione: era completamente bianca.
La guardò meglio pensando che era troppo tardi ed i suoi occhi iniziavano a giocargli brutti scherzi.
Fu allora che i colori del fuoco gli parvero stranamente vivi ed intensi, alzò lo sguardo e vide benissimo le scritte in fondo al salone. Si rese conto che ci vedeva meglio.
Babbo Natale si tolse allora la barba finta, appoggiò il cappello sul tavolo e si portò le mani sugli occhi.
Non gli sembrava vero, ma la sua vista era ritornata quella di cinquant'anni fa.
Riprese in mano il foglio bianco e guardandolo in trasparenza si accorse che poteva leggere tutto quello che la sua mente desiderava.
Fu allora che si ricordò dei suoi investimenti sbagliati e di altri disgraziati caduti nelle fauci dei lupi.
Rimase un attimo a riflettere.
Nel frattempo un improvviso colpo di vento spalancò le finestre ed una leggera brezza profumata attraversò la casa, il fuoco si spense ed una voce spettrale eccheggiò dalla canna fumaria diffondendosi nell'aria: "Ci pensiamo noi".
Un vago sentore di soprannaturale lo mise in agitazione e gli spiriti evocati dalla lettera presero a rivelarsi: "Avrai un trattamento di favore, continueranno a pagarti le cedole, ma le scadenze verranno spostante più avanti di cinque anni".
Babbo Natale era ammutolito ma riuscì a replicare "mi sarei aspettato un regalo più grande, cedole e nominale rimborsato alla scadenza naturale".
"Questo è quanto possiamo fare, sarà già un risultato importante se riusciremo ad ottenerlo", gli fece eco un'altra voce.
"Prova a scrivere unche tu una lettera a Babbo Natale, non si sa mai" replicò un'altra voce mentre il fuoco riprese magicamente vigore.
Il vento cessò improvvisamente e le finestre si richiusero da sole.
Fu allora che Babbo Natale prese in mano la lettera magica di Tommy e cominciò a scivere: "Caro Babbo Natale, mi piacerebbe che ...".
***
Auguri a tutti i bondisti ellenici.
L'ho fatta leggere a mio figlio, mi ha detto che è una CACata ... ma ormai l'ho scritta. Una più, una in meno...
Deliziosa, un vero talento! Grazie a te e auguri a tutti noi bondisti greci...GRECIA: IL RACCONTO DI NATALE
Le luci del giorno stavano scemando, (...)
GRECIA: IL RACCONTO DI NATALE
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Auguri a tutti i bondisti ellenici.
L'ho fatta leggere a mio figlio, mi ha detto che è una CACata ... ma ormai l'ho scritta. Una più, una in meno...
Immagino che per girare questa cagata il produttore avra' ricevuto cospicui contributi pubblici
Big Jim - WikipediaIn quell'inverno del 1959 nel pieno del miracolo economico, anche i bambini avevano riposto tante attese che potevano concretizzarsi da lì a poche ore.....
..... Franco Disciplini un "Big Jim" da abbinare alla "Barbie" di sua sorella Cristina.
Big Jim - Wikipedia
Big Jim era una popolare linea di giocattoli, prodotta dal 1971 al 1986 dalla Mattel per il mercato nordamericano ed europeo. In Italia venne commercializzato a partire dal 1973
Immagino che per girare questa cagata il produttore avra' ricevuto cospicui contributi pubblici
dev'essere bello per un possessore di ggb vedere dove vengono buttati i suoi soldi