(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 05 nov - Ripresa
lenta, debole. Fuori dalla recessione, ma lontani da un
percorso di crescita rassicurante, appena sopra l'1% nel
2014, decisamente sotto il 2% nel 2015. Con tanti, troppi
disoccupati ancora per un paio d'anni. Con tanti rischi sia
interni che esterni (arrivano dagli Usa e dal rallentamento
delle economie emergenti). E' questo il quadro che emerge
dalle nuove stime della Commissione europea. Non c'e' uno
scenario di deflazione e questa e' una conferma rassicurante.
Tuttavia l'incertezza sulle mosse future dell'Eurozona e la
lunga restrizione del credito, di cui non si vede ancora la
fine, rafforzano comportamenti 'deflazionistici' con il
rinvio di decisioni di consumo e investimento. L'Italia trova
sostanzialmente confermati gli scenari che sorreggono le
scelte di bilancio, a patto che tutte le misure decise siano
"pienamente attuate", siano "coperte" in modo credibile. Un
auspicio che suona piu' come un avvertimento in attesa del
passaggio parlamentare della finanziaria. La partita sullo
'sconto' per gli investimenti in progetti Ue co-finanziati,
comunque', e' ancora aperta.
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 05 nov - Tra i rischi
esterni la Commissione europea indica l'incertezza sulla
gestione dell'indebitamento pubblico americano e per gli
effetti sui mercati delle mosse di politica monetaria della
Fed (piu' volatilita'), il rallentamento delle economie
emergenti, che indebolisce un pilastro della domanda
mondiale. Tra i rischi interni la Commissione mette tutto:
rischi politici, economici e finanziari. Innanzitutto
slittamenti nell'attuazione delle riforme strutturali e nel
consolidamento dei bilanci, dovuti alla 'fatica'
dell'austerita'. C'e' la consapevolezza che la ripresa e'
talmente stentata da non modificare le condizioni di
occupazione e di reddito delle classi medie. Poi la stretta
del credito e la situazione delle banche, con l'aumento delle
sofferenze piu' rapido del previsto: fattori che potranno
essere superati solo fra un anno, cioe' dopo la 'bonifica'
dei bilanci sotto supervisione Bce. Poi c'e' il cambio
dell'euro, che ha pesato sull'andamento della produzione
quest'anno e pesera' anche l'anno prossimo.
Dall'altra parte della medaglia ci sono fattori positivi
importantissimi e fra questi uno e' piu' importante di altri:
non ci si interroga piu' sul futuro dell'unione monetaria.
Anzi, "i mercati finanziari - dice la Commissione - sembrano
meno sensibili a eventi politici nei paesi vulnerabili
avvalorando l'ipotesi che gli strumenti europei per gestire
la crisi si dimostrano efficaci". In ogni caso, nonostante
l'uscita dalla recessione sono piu' i rischi di un
peggioramento - rispetto alle previsioni - che non l'opposto.
La Commissione insiste nella difesa delle strategie
perseguite: l'economia e' a una svolta perche' sono state
fatte le riforme giuste e sono stati ridotti i deficit. Nelle
previsioni non si sa che ruolo giocano i tanti e spezzettati
'pacchetti' di sostegno alla crescita messi in cantiere a
livello europeo: di qui il sospetto che siano per ora
ininfluenti. La spinta alla crescita non puo' arrivare da
li'.
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 05 nov - Un tale
quadro esclude toni trionfalistici ma anche eccessivamente
pessimisti. Le previsioni riflettono chiaramente il fatto che
l'Eurozona non e' in grado di rafforzare la domanda globale.
Forse i richiami (ultimamente anche da parte americana) a una
maggiore responsabilita' della Germania in questo senso
produrranno qualcosa: e' gia' una assoluta novita' che la
prossima settimana sia all'ordine del giorno la possibilita'
di metterla sotto osservazione per l'accumulo eccessivo di
surplus di parte corrente, noto fattore di squilibrio
nell'area europea. Il commissario Rehn e' sembrato
favorevole, ma il peso politico della Germania, tanto piu'
oggi alle prese con il programma della grande coalizione, e'
enorme e la discussione ai vertici comunitari e' tutta in
salita.
Quanto all'Italia in realta' non c'e' molto di nuovo e
questo per il governo e' una cosa molto positiva: le stime
macro-economiche non sono in contraddizione con quelle del
governo. La questione dell'Italia riguarda il rispetto di
quanto previsto, il rischio che il parlamento decida dei
cambiamenti che mettano in discussione i saldi finali. Per la
Commissione la linea rossa e' non sforare il 3% e avere nel
2015 un pareggio di bilancio in termini strutturali (oggi e'
previsto un deficit di 0,9%) in modo da poter rispettare la
regola della riduzione del debito dal 2015 con soli
interventi di "manutenzione" del bilancio. Sui margini per
beneficiare della clausola degli investimenti, che permette
di 'scontare' la spesa per progetti infrastrutturali di
importanza europea dal calcolo del deficit ai soli fini della
valutazione del percorso di avvicinamento al pareggio (il
deficit/pil nominale comunque non puo' superare il 3%), la
Commissione decidera' la prossima settimana quando rendera'
note le valutazioni complessive sulla finanziaria 2014.
L'Italia vuole usare tutto lo spazio a disposizione sotto il
3% nominale nel 2014, la Commissione non vuole che si corra
alcun rischio.
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 05 nov -
All'indomani di una seduta al rialzo, i future a Wall Street
perdono terreno sulla scia del taglio delle stime di crescita
per l'Eurozona arrivato dalla Commissione Ue. L'outlook piu'
grigio delle attese porta gli investitori ad essere cauti in
attesa dell'Ism non manifatturiero e di una serie di discorsi
da parte degli esponenti della Fed. Si cerchera' di capire
quando la banca centrale americana optera' per il "tapering",
la riduzione del ritmo con cui acquista Treasury e bond
ipotecari al passo di 85 miliardi di dollari al mese. Intanto
continuano le trimestrali: il gruppo Internet AOL ha
registrato nel terzo trimestre utili in calo del 90% (colpa
di costi di ristrutturazione e svalutazioni), sotto le attese
degli analisti. I ricavi pero' hanno superato le stime motivo
per cui il titolo guadagna nel premercato. I future dell'S&P
500 perdono lo 0,3%, quanto quelli del Dow e del Nasdaq. I
future a dicembre del greggio perdono lo 0,31% a 94,31
dollari al barile, quelli dell'oro salgono dello 0,17% a
1.317 dollari l'oncia.
Usciti dall'area di ipercomprato, anche con un simpatico "falling wedge" in formazione (che ai livelli di oggi è stato un pochino violato).
Mi scuso con gli analisti tecnici per le due linee supportive blu e per tutto il resto. A 1135 siamo appena sopra la prima supportiva.
MACD così così.