ficodindia
Forumer storico
L'avanzo primario, ossia la carta di riserva di Syriza?
Si dice che Tsipras ed il suo partito Syriza possano tecnicamente rifiutare il debito e quindi rifiutare il finanziamento del mercato in quanto lo Stato greco ha realizzato l'avanzo primario, ossia le spese correnti sono completamente finanziate dalle entrate fiscali.
Ossia lo Stato greco sarebbe nella condizione di autofinanziarsi senza necessità di ricorrere al mercato e tantomeno all'aiuto dei cc.dd. creditori internazionali, alias Troika.
Ciò è palesemente un'illusione essenzialmente per due motivi: uno contabile e l'altro di politica economica.
Il primo è dovuto al fatto che l'avanzo primario è un avanzo di competenza e come insegna la contabilità pubblica tale avanzo non coincide necessariamente con un avanzo di cassa. Infatti i pagamenti e gli incassi si susseguono continuamente, in un certo senso sfasati rispetto alla competenza per cui si verifica appunto il c.d. fabbisogno di cassa, ossia un deficit che sarà coperto contabilmente dalle future entrate di competenze, che tuttavia deve nel frattempo essere coperto ricorrendo al mercato.
Ne consegue che tecnicamente la contabilità di cassa, nonostante l'avanzo primario, implica il ricorso al mercato anche se si esce dall'euro, a meno che non si voglia stampare moneta innescando un processo inflazionistico pericoloso. Comunque la permanenza nell'euro così come vuole Syriza esclude ogni possibilità di stampare moneta. Appare quindi puramente demagogica l'affermazione di molti esponenti di Syriza per cui La Grecia può fare a meno dei mercati.
L'altro motivo, per cui l'avanzo primario non implica l'autonomia finanziaria, riguarda gli investimenti in quanto questi implicano, se uno stato vuole cresce così come strombazza Syriza, l'aumento degli investimenti, non certo finanziati con le entrate fiscali. Del resto l'aberrazione teutonica implica proprio l'inclusione degli investimenti nelle entrate fiscali non volendoli scorporate dal famigerato conteggio del deficit del 3%. Ora Tsipras ed il suo partito sono avversari dichiarati di tale politica, ossia della c.d. austerità, per cui mi sembra almeno strano che vogliano fare affidamento solo sull'asfittico ed insufficiente avanzo primario senza ricorrere al finanziamento sui mercati, per finanziare gli investimenti.
Si dice che Tsipras ed il suo partito Syriza possano tecnicamente rifiutare il debito e quindi rifiutare il finanziamento del mercato in quanto lo Stato greco ha realizzato l'avanzo primario, ossia le spese correnti sono completamente finanziate dalle entrate fiscali.
Ossia lo Stato greco sarebbe nella condizione di autofinanziarsi senza necessità di ricorrere al mercato e tantomeno all'aiuto dei cc.dd. creditori internazionali, alias Troika.
Ciò è palesemente un'illusione essenzialmente per due motivi: uno contabile e l'altro di politica economica.
Il primo è dovuto al fatto che l'avanzo primario è un avanzo di competenza e come insegna la contabilità pubblica tale avanzo non coincide necessariamente con un avanzo di cassa. Infatti i pagamenti e gli incassi si susseguono continuamente, in un certo senso sfasati rispetto alla competenza per cui si verifica appunto il c.d. fabbisogno di cassa, ossia un deficit che sarà coperto contabilmente dalle future entrate di competenze, che tuttavia deve nel frattempo essere coperto ricorrendo al mercato.
Ne consegue che tecnicamente la contabilità di cassa, nonostante l'avanzo primario, implica il ricorso al mercato anche se si esce dall'euro, a meno che non si voglia stampare moneta innescando un processo inflazionistico pericoloso. Comunque la permanenza nell'euro così come vuole Syriza esclude ogni possibilità di stampare moneta. Appare quindi puramente demagogica l'affermazione di molti esponenti di Syriza per cui La Grecia può fare a meno dei mercati.
L'altro motivo, per cui l'avanzo primario non implica l'autonomia finanziaria, riguarda gli investimenti in quanto questi implicano, se uno stato vuole cresce così come strombazza Syriza, l'aumento degli investimenti, non certo finanziati con le entrate fiscali. Del resto l'aberrazione teutonica implica proprio l'inclusione degli investimenti nelle entrate fiscali non volendoli scorporate dal famigerato conteggio del deficit del 3%. Ora Tsipras ed il suo partito sono avversari dichiarati di tale politica, ossia della c.d. austerità, per cui mi sembra almeno strano che vogliano fare affidamento solo sull'asfittico ed insufficiente avanzo primario senza ricorrere al finanziamento sui mercati, per finanziare gli investimenti.
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