eco un quadretto della situazione..
ATENE (WSI) - Martedì scade il piano di salvataggio attuale e con esso tutte le basi sulle quali si è negoziato finora per prolungare gli aiuti alla Grecia. Al momento in cui il referendum sull'austerità si terrà, domenica 5 luglio, non ci sarà alcun contratto che le autorità elleniche possono accettare o rifiutare.
Tecnicamente quindi non ci sarebbe nulla su cui votare effettivamente. I greci sarebbero chiamati a esprimersi su qualcosa che non può più accadere. Pertanto, anche in caso di vittoria dei si, come si auspica il presidente della Commissione Ue Juncker, il quale ha invitato il popolo a "non commettere suicidio per paura della morte", le autorità europee non riuscirebbero facilmente a elargire altri fondi.
Tsipras aveva per la verità chiesto ai leader europei una proroga degli aiuti oltre la scadenza del presito all'Fmi di martedì, per poter sopravvivere finanziariamente fino allo svolgimento del referendum. Ma sabato scorso aveva poi ottenuto un no come risposta.
Perché ci sia qualcosa effettivamente su cui votare concretamente domenica prossima, gli analisti di RBS sottolineano che bisognerebbe ricorrere a un nuovo contratto riscritto da zero, che dovrà essere approvato da tutti i parlamenti degli Stati membri.
In secondo luogo, se le cose rimarranno così anche nelle prossime ore, il prestito da 1,6 miliardi di euro dovuto all'Fmi non sarà rimborsato. Merkel e Hollande si sono detti entrambi pronti a trattare ancora con Tsipras, ma è molto probabile che la Grecia sarà comunque in ritardo nei pagamenti.
Attualmente appare impossibile che il governo sia in grado e voglia ripagare il prestito il 30 giugno. Tecnicamente non costituisce un default totale, bensì selettivo. Tuttavia nemmeno dal fronte Fmi è chiaro al 100% cosa il mancato pagamento significhi.
Le banche elleniche riapriranno i battenti giovedì per consegnare ai greci i loro assegni pensionistici.
Il direttore generale del fondo, Lagarde, ha detto che non concederà più tempo ad Atene e che considerà il paese in arretrato nei pagamenti. Allo stesso tempo il Fondo stesso potrebbe concedere una sorta di "periodo di grazia" di quattro settimane, dichiarando l'esistenza di un default. Se optasse per questa soluzione, allora ci sarebbe un periodo ponte fino a dopo lo svolgimento del referendum. RBS la ritiene che ci sia una "alta probabilità" che ciò avvenga.
Secondo gli analisti di Bank of America è possibile che il popolo greco voti a quel punto si al referendum sul nuovo piano di aiuti offerto dai creditori internazionali in cambio di austerità e a cui il governo Tsipras si è opposto. In quel caso è possibile che si vada a nuove elezioni.
L'eventualità sarebbe naturalmente bene accolta dagli investitori, "poiché ridurrebbe in modo significativo il rischio che la Grecia lasci la zona euro". Secondo gli analisti, comunque, la reazione degli investitori, una massiccia conversione all'avversione al rischio, dovrebbe consigliare alle autorità dell'Eurozona un intervento "per calmare i mercati e assicurare che la ripresa continuerà. Questo dovrebbe creare una opportunità di acquisto".
BofA raccomanda perciò "pazienza"agli investitori, "con l'obiettivo di cercare un'opportunità per comprare sia nel caso di vittoria del sì al referendum, sia di un intervento della Bce o delle autorità per calmare i mercati".