Interessante perchè di una mente aperta e non è un discorso
del giorno dopo.
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Negli anni novanta,
Krugman si dedicò soprattutto ad un'analisi delle
politiche economiche, negli articoli del
New York Times e in
Peddling Prosperity. Nel corso del decennio avanzò forti critiche riguardo al
progetto di un'unione monetaria europea (EMU), affermando, tra l'altro, che essa non aveva lo scopo di giovare a tutti i paesi europei,
bensì di tornare a vantaggio della Germania, cosa di cui l'Italia, disse, avrebbe risentito fortemente[1][2].
Nel
2007 uscì
The conscience of a liberal (La coscienza di un liberal), in cui all'interno di una disamina della storia politica ed economica degli
Stati Uniti, analizzava le ragioni dell'accentuazione del divario tra le
classi sociali, auspicando l'attuazione di un altro
new deal da parte della nuova amministrazione democratica. Vinse il
Premio Nobel 2008 per l'economia con la seguente motivazione: "
Premiato per la sua analisi degli andamenti commerciali e del posizionamento dell'attività economica".
Nel
2012 pubblicò
End this depression now! (ed. it. "Fuori da questa crisi, adesso!"), nel quale ripercorrendo le cause della recente crisi finanziaria, proponeva nuovamente l'idea di un ritorno dello Stato quale attore economico decisivo.