Siamo passati per la stagione delle privatizzazioni. Perché un'azienda che non va bene si chiude in quanto genera perdite che poi lo stato deve appianare.
Mah. Intatto Telecom da solida è stata gravata di 45 mld euro di debiti. Mah.
prendiamo un'azienda che abbia il fatturato in crescita dal 2000 ad oggi. Che parta da 1000 nel 2000 ed arrivi a 1500 nel 2012.
Il suo costo del lavoro sarà in aumento. Da 500 ad 900 ad esempio. Così come gli altri costi. Che so, da 100 nel 2000 a 400 nel 2012
che abbia un fatturato d'eserizio in decrescita. Da 100 nel 2000 a 20 nel 2012
Poniamo che nel 2005 l'utile passa dal pareggio alla perdita fino a mangiarsi tutto il capitale (i mezzi proprio).
Essendo un'azienda pubblica, dal 2005 in poi lo Stato deve appianare i debiti con le tasse.
Dunque ci dicono che nel 2005 era meglio chiuderla.
Allora si deve considerare il fatturato.
Il fatturato era in crescita. Da 1000 a 1500.
Nel 2000 dava allo stato, tra Iva e trattenute sul costo del lavoro, circa 350 su 1000, nel 2012 850 su 1.500.
Essendo pubblica dunque il risultato netto non è la sola voce che si deve considerare: il grosso della fetta viene dall'iva e tasse contributi sul lavoro etcc..
Quanto dovrebbe versare lo Stato per le perdite? Dipende dal risultato lordo (fatturato -(costo del lavoro + altri costi + oneri finanziari). Se fattura 1.500, il suo costo del lavoro è 900 glia altri costi sono sui 500 e gli oneri finanziari sono sui 300, l'indebitamento è a -200.
Dunque da quell'azienda lo Stato ha un feed back di 850 e deve appianare le perdite con 200.
Ha un avanzo di 650.
Era un affare per lo stato privatizzare?
Altra considerazione.
Se quell'azienda chiude cosa deve fare lo Stato? Versare l'assegno di Cassa Integrazione.
Così perde l'iva, il feed back sul costo del lavoro e in più paga i dipendenti in perdita (l'azienda l'ha chiusa)
Così da tasse - perdita andiamo a tasse - (perdita + oneri sociali).
Dunque lo Stato da un guadagno pur mantenendo l'azienda in perdita passa ad un onere di solo esborso senza più possibilità di recupero del medesimo.
Chi prende le aziende in vendita? I privati.
Chi riempie l'asset lasciato libero dallo Stato? I privati.
E' un altro meccanismo tipico del capitalismo (in senso economico) per trasferire ricchezza dai più ai meno.
Anche qui, come nell'esempio del debito pubblico, il giochino finisce all'estero: lo Stato privatizza e va in mano ai campioni nostrani, i quali poi cedono ai campioni esteri.
Mi ricorda tanto Alitalia (e chissà se i numeri sopra che ho messo ad esempio non provengano da Alitalia o da Telecom).
Ora dobbiamo chiderci: lo Stato come deve comportarsi, da impreditore privato o da garante del benessere dei suoi cittadini che lo costituiscono?
Se deve comportarsi da impreditore privato farà i conti fino all'utile\ perdita del conto economico.
Se invece deve essere Stato considererà tutta la partita: dunque utile\perdita più tasse, ammortizzatori sociali etc..
Per un privato un'azienda in perdita è un peso insopportabile. Per lo Stato no.
Ma allora perché i politici lo hanno fatto?
Io non lo so ma me lo immagino. Diciamo, anche per ignoranza.
I risultati sono però sotto gli occhi di tutti.
E ancora oggi continuano a dire che dobbiamo privatizzare.
Orbene:
OGNI VOLTA CHE UN'AZIENDA CHIUDE O DELOCALICCA LE PERDITE PER LO STATO SI AGGIRANO INTORNO AL 70% DEL FATTURATO
Dal 2001 ad oggi abbiamo perso tra il 25 e il 30% di produzione industriale, con una stima di circa 150 mld euro.
Ovvero il 10% del PIl.
La crisi viene da lontano.
E oggi se ne vedono gli effetti.
Le origini sono li. I nomi anche.
Sta a noi cercare di cambiare il presente.
Ma non venitemi a dire che i nostri governanti sono bravi. Perché se lo sono stati oggi non mi troverei in recessione. Dunque preferisco di gran lunga considerarli degli incapaci... (anche se la penso in modo diverso)