spina57
è....
Spina scommetti che lo tengono SOPRA 860 ??? ... se non sbaglio a spanne soglia della tua squad
precisamente
Spina scommetti che lo tengono SOPRA 860 ??? ... se non sbaglio a spanne soglia della tua squad
anzi, lo chiudono a 905
TRIPCOVICH ... 'gnurant, ... era il mio agente di cambio, ... vuoi che ti racconti la storia vera ?
ma 'zZziporkschiff ... ma guarda se mi devi cimentare in 'ste storie scheletrite, ... allora adesso ti mangi lo zuppone, poi ti interrogo, ... sallo !!!certo che voglio che mi racconti
ma 'zZziporkschiff ... ma guarda se mi devi cimentare in 'ste storie scheletrite, ... allora adesso ti mangi lo zuppone, poi ti interrogo, ... sallo !!!
...Tripcovich dove i debiti arrivarono a 600 miliardi su 1.200 di fatturato e le perdite cannibalizzarono il patrimonio ... il patrimonio intero !
Un libro soci del tutto simile ad un volume di araldica che rendeva le riunioni del consiglio d' amministrazione paragonabili alle adunanze a Corte.
C'erano baroni, principi e conti, (Rinaldo no) ... non manca nemmeno la nipote di un Re come Bianca di Savoia, discendente di Umberto ed erede di Amedeo d' Aosta l' eroe dell' Amba Alagi; ... Bianca era la moglie di un altro personaggio nelle cui vene il sangue blu scorreva da secoli e secoli, ... si chiamava Giberto Arrivabene Valente Gonzaga ed era amministratore delegato della Tripcovich.
La madre del ragazzo era Graziella Brandolini d' Adda ed era imparentata con gli Agnelli che, certamente all' interno della borghesia industriale italiana, svolgevano le funzioni di casa regnanante.
Era veramente complicato districarsi nel libro soci della Tripcovich, ... ad ogni pagina c' era almeno un principe e sulle poltrone del consiglio d' amministrazione era facilissimo trovare un conte o un barone.
La presenza di tanto sangue blu era legato strettamente alle origini della Tripcovich che, fondata quasi un secolo addietro era finita, per via ereditaria nelle mani dell' attuale presidente Raffaello De Banfield (sua madre era una Tripcoviché).
La società svolgeva una piccola attività, di tutto riposo, come la gestione dei rimorchiatori al porto di Trieste, ... un lavoro di poco impegno che aveva consentito al padre di Raffaello di coltivare altre passioni come quella per gli aerei, tanto da diventare uno degli assi dell' aviazione austriaca durante la Prima Guerra Mondiale.
Neanche Raffaello, chiamato Falello dagli amici, ebbe mai tanta voglia di occuparsi della società, ... i suoi desideri erano altri, i suoi amori molto più raffinati delle banali pratiche d' affari.
La sua vera passione era la fi ... ... la musica tanto da diventatare direttore artistico del Teatro Verdi di Trieste e animatore del Festival di Spoleto.
Musicologo di gran qualità il barone Falello, per anni, condusse una vita assolutamente tranquilla, ... ricche frequentazioni mondane, importanti pacchi di Generali di cui uno posseduto personalmente (con relativo posto nel consiglio d' amministrazione della compagnia) e l' altro conservato nella Tripcovich.
Il controllo della società di navigazione blindato dalla presenza di un altro partner di sangue blu come la baronessa Barbara Orsi Mangelli, ... = a solide proprietà immobiliari al centro di Milano, una scuderia di cavalli da corsa che fu l' orgoglio dell' ippica italiana.
Poco versata, però, la baronessa Barbara per gli affari, ... dapprima chiuse la Omsa, l' azienda di casa che fabbricava calze con un marchio molto noto, ... poi incappata nel crack della Trenno, la società che gestiva alcuni ippodromi molto importanti fra cui quelli di Milano e Firenze e che possiedeva, intorno a San Siro, larghi appezzamenti di terreno.
Intorno alla Trenno, per anni furono imbastite grandi speculazioni borsistiche nella speranza che quelle aree diventassero edificabili, ... il titolo rimase vittima di una di queste manovre e la baronessa Barbara, che presiedeva la società, non fu capace di reggere la partita e alla fine si ritirò dopo aver perso qualche decina di miliardi (pari al valore del suo pacco di maggioranza che venne sostanzialmente azzerato).
In quel momento, per superare il trauma finanziario subito sulla Trenno la nobildonna milanese si vide costretta ad alleggerire la partecipazione nella Tripcovich spianando la strada all' ingresso di Agostino Della Zonca: un conte naturalmOnt !
Che uomo Della Zonca al barone Falello e alla baronessa Barbara doveva essere sembrato proprio un inviato dal cielo, belle maniere, abiti eleganti, amicizie importanti e, soprattutto, buona esperienza manageriale avendo guidato il Colorificio Veneziani Zonca.
Le azioni Tripcovich vengono blindate in un patto di sindacato e Della Zonca comincia a lavorare togliendo i soci dall' imbarazzo di occuparsi di cose noiose come le navi, i trasporti, i container and so on ..., porta il titolo alla Borsa di Milano e comincia a fare una robusta campagna di shopping che culmina con l' acquisto della Gottardo Ruffoni e della Finrex.
Il fatturato del gruppo, da poche decine di miliardi, viene di brutto portato ai 1.200 ..., ma ... , il sodalizio si rompe, che cosa sia accaduto non è chiarissimo, ... forse nella sua politica di espansione Della Zonca non tenne conto che i suoi azionisti erano ricchi di blasone ma non altrettanto di soldi.
Forse volle fare il passo più lungo della gamba dando l' impressione al barone Falello e alla baronessa Barbara di volere sfilare la società dal loro portafoglio.
Sta di fatto che il piano di ricapitalizzazione del gruppo che serviva a finanziarlo salta e il conte Della Zonca esce accompaganto da code avvelenate.
Gli venne rimproverata una gestione troppo nepotistica quale ad esempio, sua figlia Caterina, di 28 anni, nominata amministratore unico dell' hotel Duca d' Aosta di proprietà della Tripcovich, Cesare Pizzul, marito di Caterina, alto dirigente del gruppo e l' altro figlio, di 19 anni una presenza stanziale negli uffici di Milano, la zia gobba e la mamma un po' puttàna ... e chi più ne ha ne metta, ... poareto.
Il barone De Banfield devette correre ai ripari e, a quanto pare, siccome non gli riuscì di trattare affari con personaggi che avessero meno di due cognomi, si rivolse a Gabriele Galateri di Genola, finanziere di razza e amministratore delegato della Ifil.
Il problema venne risolto rapidamente: il presidente di Ifil era Umberto Agnelli che, in prime nozze, sposò Antonella Bechi Piaggio, ... , ... un' altra ragazza Piaggio era la prima moglie di Sebastiano Gattorno, 37 anni, proprietario del gruppo Serra che da Genova cercava spazio verso altri lidi.
Ad un certo momento parve che nella combinazione dovesse entrare anche Sebastiano von Furstemberg, nobile naturalmente, figlio di Ira e fratello di Egon.
Non se n' è fece nulla.
Invece Sebastiano Gattorno venne nominato amministratore delegato della Tripcovich insieme a Giberto Arrivabene Valente Gonzaga figlio di Graziella Brandolini d' Adda, seconda moglie del barone Falello, i due guardarono i conti e poi corrsero subito a chiedere aiuto perché il gruppo era ad un passo dal fallimento.
Ed il resto si disperse nelle nebbie ancestrali di mediobanca ... amen.
da 21.860 a 22.030 ... terra di nessuno, sotto corto sopra lungo'ndì
da 21.860 a 22.030 ... terra di nessuno, sotto corto sopra lungo
R 22.180
S 21.670