I sudditi italiani e le spese del Quirinale

Amleto

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E abbiamo persino un articolo della Costituzione...che dichiarerebbe che la sovranità appartiene al Popolo: figurarsi se come in UK non ci fosse scritto nulla nella carta fondamentale...ci chiameremmo (come siamo) servi della gleba...
E' scandaloso se non fosse una notizia dall'Italia...il che spiega tutto..

Saluti



Dai dipendenti ai giardini. I costi del Colle Libro-inchiesta dei giornalisti del Corriere: spese cresciute del 61% in 10 anni, fermo lo «stipendio» del Presidente

ROMA — Giorgio Napolitano non ha mai messo i cappellini della regina Elisabetta. Dio lo benedica. Non ha un marito gaffeur come il principe Filippo che a una donna cieca col cane guida che vedeva per lei disse: «Lo sa cara che ci sono cani che mangiano per le anoressiche?». E Dio lo benedica. Preferisce i babà del caffè Gambrinus alle cakes di patate, frutta secca e pancetta affumicata. E Dio lo benedica. Sulla trasparenza, però, Dio salvi la regina. La quale ha messo on line tutti i suoi conti: tutti. Precisando quanto spende per questo e quanto spende per quello fin nei dettagli. Fino all'ultimo centesimo. Da noi no: segreto. Il bilancio del Quirinale è vietato ai cittadini. (…) O meglio, alcuni dati generici il Colle li ha dati. Per la prima volta, come se volesse farsi britannicamente carico dei nomignoli di «Sir George» e di «Lord Carrington» che si trascina da una vita, il presidente ha deciso, nel gennaio del 2007, di render note le «fondamentali scelte contenute nel bilancio interno». (…) La fitta coltre di nebbia sui costi della Presidenza, però, è stata appena scalfita. (…) Tutto pubblico, in Gran Bretagna.

Su Internet: www.royal.gov.uk/output/page3954.asp. Con 33 pagine ricche di dettagli sulle tabelle entrate-uscite dedicate alla prima voce, 54 alle residenze, 33 ai viaggi. Sei un cittadino? Hai diritto di sapere che i dipendenti a tempo indeterminato a carico della Civil List alla fine del 2005 erano 310, cioè 3 in più rispetto all'anno prima. Che la regina ha avuto regali ufficiali per 152.000 euro. Che nelle cantine reali sono stoccati vini e liquori «in ordine di annata», per un valore stimato in 608.000 euro. Che le uniformi del personale sono costate 152.000 euro e «catering e ospitalità» 1.520.000. Che sul volo di Stato numero tale, il giorno tale, in viaggio da qui a lì c'erano i passeggeri Tizio, Caio e Sempronio. La convinzione democratica che chi sta ai vertici del potere abbia il dovere (non la facoltà: il dovere) di rendere conto del pubblico denaro è talmente radicata che una tabellina indica, con nome e cognome, lo stipendio dei massimi dirigenti. Sappiamo quindi che la busta paga di Lord Chamberlain (Richard Luce fino all'11 ottobre del 2006, poi William Peel) è stata di 97.000 euro, quella del segretario particolare della regina Robin Janvrin di 253.000, quella del responsabile del Portafoglio privato Alain Reid di 276.000, quella del Maestro di Casa David Walker 191.000 euro. E da noi? Boh... (…)

Certo è che i costi, stando all'unica fonte a disposizione (la comunicazione annuale con cui il Quirinale informa il governo di aver bisogno di «tot soldi» senza spiegare nulla su come vengano spesi) hanno continuato inesorabilmente a lievitare senza che mai sia stato segnalato un taglio e senza che mai sia stata fornita una risposta alle richieste di aggiornamento dei dati conosciuti e mai smentiti. Ci sono ancora 71 alloggi a disposizione dei massimi dirigenti e dei collaboratori più stretti? I cavalli della ex Guardia del re sono ancora 60? (…) Dall'altra parte, in Inghilterra, la regina ha deciso di fornire ai cittadini non solo tutti i particolari del bilancio ma di far certificare questo bilancio dalla Kpmg. (…) Altra cultura. Un giorno di qualche anno fa, per dire, il governo inglese si accorse che la Civil List aveva calcolato un'inflazione (7,5%) più alta di quella poi effettivamente registrata, col risultato che la famiglia reale aveva ricevuto 45 milioni di euro in più. Bene: Tony Blair e il cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, come riportarono tutti i giornali, decisero il congelamento dell'appannaggio per andare al recupero dei soldi. Invitata a «dimagrire», Elisabetta II ha preso l'impegno molto sul serio. Taglia di qua e taglia di là, per fare un solo esempio, a Buckingham Palace ci sono oggi 6 centralinisti a tempo pieno. La metà di quelli assunti dalla Asl di Frosinone nella tornata del dicembre del 2002. (…) Gli operai (falegnami, tappezzieri, orologiai...) impegnati nelle manutenzioni di Buckingham Palace sono in tutto 15, compreso il supervisore. Va da sé che la situazione finanziaria è letteralmente rifiorita. (…) Nel 1991-1992 la spesa pubblica per la Corona era di 132 milioni di euro, oggi è sotto i 57 milioni. Un taglio radicale. E il Quirinale? Negli ultimi anni, una sola voce è rimasta uguale: la busta paga del capo dello Stato. Che a partire da Enrico De Nicola, che non toccava gli 11 milioni di lire l'anno di indennità, è ancora praticamente la stessa. (…)

Intorno a lui, però, il Palazzo si è gonfiato e gonfiato e gonfiato negli anni senza che neppure Ciampi, che del risanamento dei conti pubblici e della sobrietà aveva fatto una ragione di vita riuscisse a fare argine. Eppure il nostro amatissimo Carlo Azeglio, già nel febbraio del 2001, aveva sotto gli occhi una fotografia nitida della situazione. Il rapporto del comitato che lui stesso aveva voluto subito dopo l'insediamento e guidato da Sabino Cassese. Le 49 pagine, allegati compresi, non furono mai rese note. E si capisce: le conclusioni, fra le righe, non erano lusinghiere. Nonostante i paragoni non fossero fatti con la monarchia inglese ma con la presidenza francese e quella tedesca. Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio da noi era composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per «distacco», per un totale di 1.859 addetti. Tra i quali i soliti 274 corazzieri, 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!), 213 poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è davanti alla tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo), 21 vigili urbani e 16 guardie forestali, ancora a Castelporziano. Numeri sbalorditivi. Il solo gabinetto di Gaetano Gifuni era composto da 63 persone. Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri (…) e 46 addetti a varie mansioni. Quanto ai famosi 15 craftsmen di Elisabetta II, artigiani vari impegnati nella manutenzione dei palazzi reali, al Quirinale erano allora 59 tra i quali 6 restauratrici al laboratorio degli arazzi, 30 operai, 6 tappezzieri, 2 orologiai, 3 ebanisti e 2 doratori. (…) Nel rapporto si sottolineava che la presidenza tedesca, dai compiti istituzionali simili, aveva dimensioni molto più contenute: 50 addetti alle tre direzioni organizzative, 100 ai servizi logistici e di supporto e 10 agli uffici degli ex presidenti. Totale: 160. Cioè 29 in meno dei soli addetti alla sicurezza di Castelporziano.

Quanto all'Eliseo, il confronto era almeno altrettanto imbarazzante: nonostante il presidente francese abbia poteri infinitamente superiori a quello italiano, aveva allora (compresi 388 militari) 923 dipendenti. La metà del Quirinale. E infatti costava pure quasi la metà: 86 milioni e mezzo di euro in valuta attuale, contro 152 e mezzo. Per non dire del confronto, umiliante, con la presidenza tedesca che sulle casse pubbliche pesava per 18 milioni e mezzo di euro: un ottavo della nostra. (…) Eppure, dopo quella denuncia interna sull'elefantiasi della struttura, non solo sono aumentati perfino i corazzieri ma il personale di ruolo è salito (…) a 1.072 persone. E ancora più marcato è stato l'aumento sul versante del «personale militare e delle forze di polizia distaccato per esigenze di sicurezza del presidente e dei compendi»: poliziotti, carabinieri e uomini di scorta vari sono 1.086. Cioè 382 in più rispetto a dieci anni fa. Con un balzo del 54%. Fatte le somme: nelle tre sedi rimaste in dotazione alla presidenza dopo la cessione alla Regione Toscana della tenuta di San Rossore, e cioè il Colle, Castelporziano e Villa Rosebery a Napoli, lavorano oggi 2.158 persone. Il doppio, come abbiamo visto, di quelle impiegate dalla corte inglese o dall'Eliseo. (…) Col risultato che il solo personale costa oltre 160 milioni di euro. Pari, grossolanamente, a una busta paga pro capite di oltre 74.000 euro. Il doppio dello stipendio di uno statale medio. E il doppio di un dipendente della regina. I numeri più ustionanti, tuttavia, sono quelli assoluti. La «macchina» del Quirinale costava nel 1997 «solo» 117 milioni di euro. Dieci anni dopo ne costa 224 (più altri 11 milioni che arrivano al Colle da «entrate proprie quali gli interessi attivi sui depositi e le ritenute previdenziali»). Un'impennata del 91%. Si dirà: c'è stata l'inflazione. Giusto. Fatta la tara, però, l'aumento netto resta del 61%. Per non dire del paragone con vent'anni fa. Sapete quanto costava la presidenza della Repubblica nel 1986? In valuta attuale meno di 73 milioni e mezzo di euro. Il che significa che in vent'anni la spesa reale, depurata dall'inflazione, è triplicata. Mentre lassù in Gran Bretagna veniva più che dimezzata. Col risultato che oggi Buckingham Palace costa un quarto del Quirinale.
Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella
 
Da Dagospia

IL ‘CORRIERE’ OSA L’INOSABILE: DEMOLIRE CIAMPI, L’INTOCCABILE PER ECCELLENZA
C’È UN FARAONE-ONE-ONE AL QUIRINALE: COSTA QUATTRO VOLTE BUCKINGHAM PALACE
L’IRA DI CARLETTO VERSO NAPOLITANO, CHE HA RESO PUBBLICO IL BILANCIO (PARZIALE)


1 - STRAPISSI
Ieri è stato un sabato da tregenda (e tragedia) per il presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. La lettura sul Corriere della Sera dell’anticipazione del nuovo libro di Rizzo & Stella “La Casta” – tutta dedicata alle spese pazze del Quirinale – ha mandato su tutte le furie colui che ha predicato – prima da palazzo Koch, poi dal primo Colle della politica – la “politica dei sacrifici”, a partire dai conti pubblici.

Ebbene, Rizzo & Stella osano l’inosabile: demoliscono l’Intoccabile per eccellenza, il padre della patria, il primo nonno degli italiani buoni e politicamente corretti. La furia del tosco-livornese di Carletto si è rivolta – oltre ai due manigoldi del Corriere – anche verso un’altra persona, vale a dire Giorgio Napolitano. Infatti, è tutta colpa di quest’ultimo, che ha voluto rendere noto il bilancio (parziale) del Quirinale, dicendo che ha tagliato molte spese: e il predecessore non ha per niente gradito...

2 - CIAMPI, LO STIPENDIO DIMEZZATO E I COSTI DEL COLLE
Dal Corriere della Sera di oggi, domenica 29

Il Quirinale più costoso dell'Eliseo e di Buckingham Palace? L'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi replica all'inchiesta di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sui costi del Colle, anticipata ieri dal Corriere della Sera e contenuta nel libro
”La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili”.

Il presidente emerito della Repubblica interviene sulla gestione finanziaria del Quirinale durante il suo settennato, sottolineando che «per quanto mi riguarda personalmente dagli stessi dati pubblicati risulta che il compenso annuo del presidente della Repubblica nel corso degli ultimi dieci anni è rimasto invariato in termini nominali e si è ridotto di quasi la metà in termini effettivi essendo stato sottoposto dal 1996, per volontà presidenziale — la decisione fu presa dal suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro, ndr —, a tassazione (prima era esente)».

Per quanto concerne la gestione delle spese sostenute dal Quirinale, l'ex presidente ricorda le innovazioni da lui introdotte: «Circa i bilanci, da sempre pubblici nel dato complessivo, della Istituzione presidente della Repubblica — ha detto Ciampi — quest'ultima è certamente in grado di fornire ogni ragguaglio, quantitativo e qualitativo, delle voci di spesa e della loro finalità sulla base della documentazione agli atti. Ciò che posso aggiungere è che, nel corso del mio settennato, le procedure di bilancio e di spesa sono state rafforzate sia nella fase decisionale sia in quella di controllo — ha concluso l'ex capo dello Stato — con l'istituzione di un collegio di revisori dei conti composto da personalità indipendenti». ———————

LA REPLICA DI SERGIO RIZZO E GIAN ANTONIO STELLA
È vero: come abbiamo scritto ne La Casta, lo stipendio del capo dello Stato si è di fatto dimezzato dal 1996 grazie all'iniziativa di Oscar Luigi Scalfaro di pagare l'Irpef. Abbiamo scritto pure che «Carlo Azeglio Ciampi scelse di non adeguare mai, nei suoi sette anni, i propri emolumenti». Di più: nutriamo verso l'ex presidente una stima profonda e un affetto quasi filiale. Ma è proprio questo il punto: perfino un galantuomo come Scalfaro e un tenace difensore dei conti pubblici come Ciampi non sono riusciti ad arginare l'aumento smisurato delle spese di una macchina impazzita. E perfino un gentleman d'altri tempi come Giorgio Napolitano non è ancora riuscito che a scalfire il muro di segretezza su un bilancio che in Inghilterra è trasparente addirittura nel rapporto sulle bottiglie in cantina. I conti, purtroppo, sono lì. Imbarazzanti. Viva Scalfaro! Viva Ciampi! Viva Napolitano! Ma se il Colle costa il quadruplo della monarchia inglese e otto volte più della presidenza della Repubblica tedesca, c'è qualcosa che non va.
 

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