Idee di trading (7 lettori)

killerjump

Forumer attivo
unicredit, occhio a non dimenticare ADC (cda del 14nov)
oggi si stimano 7,5 mld

Unicredit: aumento capitale e piano industriale alle porte

Unicredit verso un aumento di capitale per 7,5 miliardi e nuovo piano industriale

GUARDANDO AL CDA DEL 14 NOVEMBRE, DOPO DECISIONE BANKITALIA SU BOND CASHES - Unicredit sarebbe intenzionata a chiedere ai soci un aumento di capitale di 7,5 miliardi, secondo alcune indiscrezioni che giungono a pochi giorni dal cda di Piazza Cordusio del 14 novembre. Se fino a qualche giorno fa si parlava di una forchetta tra i 5 e i 7 miliardi, pare che i manager della banca abbiano deciso di puntare verso una ricapitalizzazione pesante, al fine di incrementare la solidità patrimoniale e la fiducia tra gli investitori. E tutto questo, nonostante la Banca d’Italia abbia finalmente sciolto la sua riserva sulla valutazione del bond Cashes Unicredit emesso nel 2009, che ammonta a 3 miliardi. Via Nazionale ha stabilito che potrà essere considerato capitale ben l’80% del bond, il che abbasserebbe a 4,98 miliardi il fabbisogno di ricapitalizzazione, secondo quanto richiesto dall’Eba, l’autorità europea di vigilanza sul sistema bancario.

PIANO INDUSTRIALE UNICREDIT IN AGENDA – Al cda del lunedì prossimo, in verità, si discuterà anche di altri due punti, cioè del varo del nuovo piano industriale fino al 2015 e dei conti trimestrali. Su quest’ultimo punto, ci si attende un utile praticamente azzerato, pari a circa 6 milioni di euro, anche se il consensus sull’utile netto per l’intero 2011 resta ancora di 1,9 miliardi.
Quanto al piano industriale, Unicredit confermerebbe e consoliderebbe la sua vocazione di banca di sistema, con la previsione di un nuovo bond, diretto a finanziare le piccole imprese, che si aggreghino in consorzi e reti di imprese. Ciò sarebbe un sostegno allo sviluppo dell’intera economia nazionale, dato che uno dei punti critici dell’Italia sta proprio nelle piccole dimensioni medie delle sue aziende.

RAGIONI DELLA RICAPITALIZZAZIONE. RICHIESTE EBA E FSB L’aumento di capitale per Unicredit è determinato non solo da ragioni interne, vale a dire dalla necessità di prevedere maggiori risorse, al fine di espandere le attività (si guarda con interesse all’Est Europa), ma soprattutto per effetto di sollecitazioni esterne.
L’Eba ha chiesto circa tre settimane fa a Unicredit, così come alle maggiori banche dell’Eurozona, di ricapitalizzarsi, raggiungendo al più presto un Core Tier1 minimo del 9%, necessario per fare crescere la fiducia tra gli investitori e la solidità patrimoniale delle banche.
A fine giugno, Unicredit vantava un Core Tier1 dell’8,39%, pertanto, i calcoli hanno determinato la necessità di maggiori capitali per 7,39 miliardi, a cui vanno sottratti, alla luce di quanto stabilito da poche ore da Bankitalia, 2,4 miliardi del bond Cashes da 3 miliardi, riconosciuto come capitale per l’80%.
La scorsa settimana, inoltre, Unicredit è stata l’unica banca italiana ad essere considerata “di sistema”, ossia “troppo grande per fallire”, inserita nella lista Sifi del Financial Stability Board, tra le 29 mondiali e le 17 dell’Eurozona.
Alle banche sistemiche è richiesto un capitale maggiore sugli attivi, rispetto alle regole ordinarie di Basilea 3, che entreranno in vigore a partire dal 2016. Per le banche non sistemiche, infatti, la percentuale di capitale sugli attivi è richiesta nella misura del 7%, mentre per le “too big to fail” si richiede una maggiorazione tra l’1% e il 3,5%.
Pare, anche se ancora ufficiosamente, che Unicredit sia nella parte bassa della forchetta, intorno all’1-1,5% e questo determinerebbe un fabbisogno di nuovi capitali per 7 miliardi, grosso modo la stessa cifra richiesta dall’Eba.
Si fa presente che con questo ammontare di nuovi capitali, la banca punterebbe a raggiungere un Core Tier1 minimo del 10%, attestandosi tra le più patrimonializzate d’Europa.

COME AUMENTARE IL CAPITALE E L’ESBORSO DEI SOCI. GIALLO SU FONDO LIBICO La questione di queste ore si concentra non già sul se, bensì sul come avverrà la ricapitalizzazione. Le indiscrezioni parlano di un aumento cash, anche se non si esclude che possa essere effettuato il cosiddetto “script dividend”, ossia la conversione del dividendo in azioni, in modo da alleggerire il peso dell’esborso a carico dei soci, in genere, fondazioni bancarie.
Tra gli azionisti di Unicredit, troviamo la Fondazione Cariverona, con quasi il 5%, Carimonte Holding, anch’essa intorno a 5%, la Fondazione Crt al 4% circa e poi Cr Trieste, Cassamarca e Banco di Sicilia.
Queste avrebbero già stabilito contatti con il Tesoro, al fine di ricevere la necessaria autorizzazione a emettere i bond, che consentiranno loro di fare fronte a buona parte degli impegni. In sostanza, la ricapitalizzazione di Unicredit passerà per un aumento dell’indebitamento dei suoi soci principali. L’ok del Tesoro dovrebbe esserci senza problemi. Di recente, infatti, anche la Mps ha ricevuto il benestare per emettere un bond per finanziare l’aumento di capitale della storica banca di Siena.
Restano ancora alcuni dubbi sul fondo libico, azionista per il 7,5% di Unicredit, i cui diritti di opzione dovrebbero essere esercitati da altri soggetti, che si sono mostrati interessati. Si fanno i nomi del fondo Qia del Qatar e di quello cinese Cic.
Infine, a curare la fase di aumento del capitale dovrebbe essere Merryll Lynch, con anche un coinvolgimento di Mediobanca. Quest’ultima si è già occupata nel 2009 dell’emissione del bond Cashes.
 

Unoqualunque

Forumer storico
mia riflessione politica...

a prescindere dal fatto che un governo Bersani Vendola Di Pietro ci farebbe annettere al Mozambico mi chiedo quanto sia costato Silvio all'italia visto che il governo tecnico avrebbe dovuto esserci da un anno...
:(

e speriamo sia sufficiente...
:rolleyes:

mi conforta il fatto che come dico da mesi (e nn è difficile) ormai ci governa l'europa...
meno male!
:rolleyes:
 

Unoqualunque

Forumer storico
unicredit, occhio a non dimenticare ADC (cda del 14nov)
oggi si stimano 7,5 mld

Unicredit: aumento capitale e piano industriale alle porte

Unicredit verso un aumento di capitale per 7,5 miliardi e nuovo piano industriale

GUARDANDO AL CDA DEL 14 NOVEMBRE, DOPO DECISIONE BANKITALIA SU BOND CASHES - Unicredit sarebbe intenzionata a chiedere ai soci un aumento di capitale di 7,5 miliardi, secondo alcune indiscrezioni che giungono a pochi giorni dal cda di Piazza Cordusio del 14 novembre. Se fino a qualche giorno fa si parlava di una forchetta tra i 5 e i 7 miliardi, pare che i manager della banca abbiano deciso di puntare verso una ricapitalizzazione pesante, al fine di incrementare la solidità patrimoniale e la fiducia tra gli investitori. E tutto questo, nonostante la Banca d’Italia abbia finalmente sciolto la sua riserva sulla valutazione del bond Cashes Unicredit emesso nel 2009, che ammonta a 3 miliardi. Via Nazionale ha stabilito che potrà essere considerato capitale ben l’80% del bond, il che abbasserebbe a 4,98 miliardi il fabbisogno di ricapitalizzazione, secondo quanto richiesto dall’Eba, l’autorità europea di vigilanza sul sistema bancario.

PIANO INDUSTRIALE UNICREDIT IN AGENDA – Al cda del lunedì prossimo, in verità, si discuterà anche di altri due punti, cioè del varo del nuovo piano industriale fino al 2015 e dei conti trimestrali. Su quest’ultimo punto, ci si attende un utile praticamente azzerato, pari a circa 6 milioni di euro, anche se il consensus sull’utile netto per l’intero 2011 resta ancora di 1,9 miliardi.
Quanto al piano industriale, Unicredit confermerebbe e consoliderebbe la sua vocazione di banca di sistema, con la previsione di un nuovo bond, diretto a finanziare le piccole imprese, che si aggreghino in consorzi e reti di imprese. Ciò sarebbe un sostegno allo sviluppo dell’intera economia nazionale, dato che uno dei punti critici dell’Italia sta proprio nelle piccole dimensioni medie delle sue aziende.

RAGIONI DELLA RICAPITALIZZAZIONE. RICHIESTE EBA E FSB L’aumento di capitale per Unicredit è determinato non solo da ragioni interne, vale a dire dalla necessità di prevedere maggiori risorse, al fine di espandere le attività (si guarda con interesse all’Est Europa), ma soprattutto per effetto di sollecitazioni esterne.
L’Eba ha chiesto circa tre settimane fa a Unicredit, così come alle maggiori banche dell’Eurozona, di ricapitalizzarsi, raggiungendo al più presto un Core Tier1 minimo del 9%, necessario per fare crescere la fiducia tra gli investitori e la solidità patrimoniale delle banche.
A fine giugno, Unicredit vantava un Core Tier1 dell’8,39%, pertanto, i calcoli hanno determinato la necessità di maggiori capitali per 7,39 miliardi, a cui vanno sottratti, alla luce di quanto stabilito da poche ore da Bankitalia, 2,4 miliardi del bond Cashes da 3 miliardi, riconosciuto come capitale per l’80%.
La scorsa settimana, inoltre, Unicredit è stata l’unica banca italiana ad essere considerata “di sistema”, ossia “troppo grande per fallire”, inserita nella lista Sifi del Financial Stability Board, tra le 29 mondiali e le 17 dell’Eurozona.
Alle banche sistemiche è richiesto un capitale maggiore sugli attivi, rispetto alle regole ordinarie di Basilea 3, che entreranno in vigore a partire dal 2016. Per le banche non sistemiche, infatti, la percentuale di capitale sugli attivi è richiesta nella misura del 7%, mentre per le “too big to fail” si richiede una maggiorazione tra l’1% e il 3,5%.
Pare, anche se ancora ufficiosamente, che Unicredit sia nella parte bassa della forchetta, intorno all’1-1,5% e questo determinerebbe un fabbisogno di nuovi capitali per 7 miliardi, grosso modo la stessa cifra richiesta dall’Eba.
Si fa presente che con questo ammontare di nuovi capitali, la banca punterebbe a raggiungere un Core Tier1 minimo del 10%, attestandosi tra le più patrimonializzate d’Europa.

COME AUMENTARE IL CAPITALE E L’ESBORSO DEI SOCI. GIALLO SU FONDO LIBICO La questione di queste ore si concentra non già sul se, bensì sul come avverrà la ricapitalizzazione. Le indiscrezioni parlano di un aumento cash, anche se non si esclude che possa essere effettuato il cosiddetto “script dividend”, ossia la conversione del dividendo in azioni, in modo da alleggerire il peso dell’esborso a carico dei soci, in genere, fondazioni bancarie.
Tra gli azionisti di Unicredit, troviamo la Fondazione Cariverona, con quasi il 5%, Carimonte Holding, anch’essa intorno a 5%, la Fondazione Crt al 4% circa e poi Cr Trieste, Cassamarca e Banco di Sicilia.
Queste avrebbero già stabilito contatti con il Tesoro, al fine di ricevere la necessaria autorizzazione a emettere i bond, che consentiranno loro di fare fronte a buona parte degli impegni. In sostanza, la ricapitalizzazione di Unicredit passerà per un aumento dell’indebitamento dei suoi soci principali. L’ok del Tesoro dovrebbe esserci senza problemi. Di recente, infatti, anche la Mps ha ricevuto il benestare per emettere un bond per finanziare l’aumento di capitale della storica banca di Siena.
Restano ancora alcuni dubbi sul fondo libico, azionista per il 7,5% di Unicredit, i cui diritti di opzione dovrebbero essere esercitati da altri soggetti, che si sono mostrati interessati. Si fanno i nomi del fondo Qia del Qatar e di quello cinese Cic.
Infine, a curare la fase di aumento del capitale dovrebbe essere Merryll Lynch, con anche un coinvolgimento di Mediobanca. Quest’ultima si è già occupata nel 2009 dell’emissione del bond Cashes.


chissà quanto costerà la nuova azione?
30/40 cent?
:rolleyes:
 

zoe

Forumer attivo
a spanna direi di sì
al close di ieri sera (0,753) la capitalizzazione di ucg è 15,3 mld
7,5 mld significano quindi 0,368

quindi grosso modo appena staccano i diritti il prezzo dell'azione scende a 0,3 - 04 vista l'attuale quotazione.
A questo punto chi le ha in portafoglio non è meglio che molli tutto ?
 

zoe

Forumer attivo
La nomina di Monti pare non passi troppo agevolmente si stanno mettendo di mezzo sia IDV e Vendola da una parte, sia Lega dall'altra oltre a vari gruppi di interesse; vari malpancisti o simili dei due schieramenti.
 

killerjump

Forumer attivo
quindi grosso modo appena staccano i diritti il prezzo dell'azione scende a 0,3 - 04 vista l'attuale quotazione.
A questo punto chi le ha in portafoglio non è meglio che molli tutto ?

beh ... un 50% di ADC rispetto alla capitalizzazione vuol dire circa questo.
e chiaro che quello che manca (in termini di controvalore) va conteggiato come valore del diritto.

a spanna i termini sono questi (facendo un punto fermo a ieri sera)
evidentemente, quando c'è un ADC cruento, il titolo scende copiosamente appena la notizia sull'ADC diventa certa nei suoi termini
il mercato potrebbe già portare UCG (cum diritto) attorno a 0,60 a metà della prossima settimana: in questo caso la stima di 0,36 resterebbe comunque tale e quale

farle fuori adesso?
secondo me ne varrebbe la pena ... da martedì mattina occasioni di ingresso ante e post scorporo (sul titolo e sul diritto) saranno molteplici
 

Unoqualunque

Forumer storico
beh ... un 50% di ADC rispetto alla capitalizzazione vuol dire circa questo.
e chiaro che quello che manca (in termini di controvalore) va conteggiato come valore del diritto.

a spanna i termini sono questi (facendo un punto fermo a ieri sera)
evidentemente, quando c'è un ADC cruento, il titolo scende copiosamente appena la notizia sull'ADC diventa certa nei suoi termini
il mercato potrebbe già portare UCG (cum diritto) attorno a 0,60 a metà della prossima settimana: in questo caso la stima di 0,36 resterebbe comunque tale e quale

farle fuori adesso?
secondo me ne varrebbe la pena ... da martedì mattina occasioni di ingresso ante e post scorporo (sul titolo e sul diritto) saranno molteplici

e le mie put verranno rettificate vero?
:rolleyes:
 

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