Lo scandalo dei rimborsi elettorali
Elio Veltri
Rifondazione comunista nel 2006 spese un milione e 636mila euro per la campagna elettorale, ma ricevette 34 milioni 932 mila euro di rimborsi elettorali, ovvero 6 milioni 987mila euro per ogni anno della legislatura, anche se quella finì anticipatamente nel 2008: ma la legge prevede il pagamento anche in caso di scioglimento anticipato delle Camere.
Nel 2008 la Lega ha speso 2milioni 940mila euro per le elezioni politiche, e in base ai voti ottenuti, ha incassato 8 milioni 277mila euro all’anno di rimborsi. Totale: 41 milioni 385mila euro. Il Pdl, a fronte di una spese di 54 milioni ne ha incassati 206; il Pd ne ha sborsati 18 e ne ha incassati 180 milioni.
Hai voglia ad aumentare i prezzi per il cornetto alla buvette di Montecitorio e quelli dei primi al ristorante del Senato, o a limare le indennità dei parlamentari, tagliando al massimo il forfait per i portaborse, se poi rimangono in vita simili sprechi.
Elio Veltri e Francesco Paola in
I soldi dei partiti, edito da
Marsilio, da domani in libreria, tracciano una radiografia dei costi della politica in Italia, un tema di bruciante attualità. L’intera macchina costa circa 23miliardi all’anno, e i rimborsi elettorali, che ne rappresentano una fetta spesso misconosciuta, dal 1999 al 2008 sono aumentati del 1100 per cento. Ed è felice la citazione di Giancarlo Pagliarini, secondo cui “quasi tutti dicono che bisogna cambiare la legge elettorale, ma non ho ancora sentito nessuno dire che bisogna cambiare la legge sui rimborsi elettorali”.
Nel 2008 i partiti hanno ricevuto contributi per 291,5 milioni di euro, che diventano 600 milioni per il triennio 2008-2010, ovvero il doppio – fanno notare i due autori – rispetto ai 300 milioni presi dai fondi Fas per fronteggiare la crisi degli stabilimenti di Pomigliano D’Arco e di Termini Imerese. Il libro sarà presentato domani alle 18 al circolo della stampa di Milano, con Pippo Civati, Valerio Onida, Marco Vitale e Maria Teresa Brassiolo.