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28/02/2012 15:16
Nomura: dieci cose che non sappiamo
Di seguito pubblichiamo un report elaborato da Olgay Buyukkayali, strategist di Nomura. Nel report Buyukkayali elenca dieci osservazioni.
1)I prezzi del petrolio hanno guadagnato quasi il 20% negli ultimi tre mesi. Sembra molto, ma non è poi così tanto se si osservano le performance medie dell’oro nero su periodi di pari lunghezza negli ultimi cinque anni. I veri picchi si sono avuti nel momento in cui le quotazioni, nell’arco di 15 settimane, sono cresciute di oltre il 40 per cento.
2)Inoltre i prezzi delle commodity energetiche sono gli unici in crescita mentre, come accaduto nel 2008, le materie prime industriali mostrano un andamento divergente.
3)Anche il rame, principe delle commodity industriali mostra una discesa delle quotazioni e non conferma la posizione rialzista del petrolio (proprio come nel 2008). Ciò indica che la crescita dei prezzi del barile non è guidata dalla crescita mondiale.
4)Un recente studio del Fondo monetario internazionale mostra che la domanda nei mercati emergenti, insieme con l’eccesso di liquidità, guida i prezzi del petrolio, ma anche quelli dei vini di pregio. Ebbene i prezzi dei vini di pregio stanno seguendo il rame, non il petrolio. Mostrano un andamento divergente.
5)Il rialzo delle quotazioni potrebbe essere allora legato a problemi della produzione temporalmente limitati? L’ultimo World economic outlook del Fondo monetario internazionale non prevede miglioramenti a breve termine sul fronte delle forniture di petrolio. Bisognerà attendere il 2013 per vedere un sensibile avanzamento.
6)L’effetto di uno shock petrolifero sul Pil di un Paese è diverso a seconda del livello delle importazioni di petrolio. In ogni caso l’effetto è modesto anche nei Paesi che importano di più. Per i Paesi importatori un rialzo del 25% dei prezzi del barile si tramuta in un calo tra lo 0,4% e l’1% del Pil. Sono davvero così negative le prospettive globali in caso di shock petrolifero? Inoltre l’effetto dello shock è “ritardato” di un anno.
7)La correlazione tra le componenti cicliche del Pil reale e i prezzi del petrolio è cresciuta nell’ultimo decennio.
8)Diversi Paesi subiscono l’effetto di rialzi dei prezzi delle materie prime in maniera diversa.
9)Nei Paesi Eemea (Emergenti Europa, Medio Orente e Africa) la variazione dei prezzi del petrolio dovrebbe avere effetti diversi sulla politica moneraria: quella della Russia dovrebbe diventare espansiva e restrittiva negli altri Paesi dell’area.
10)In Russia il deficit di servizi e redditi sta crescendo più del surplus commerciale, un motivo che ci spinge a non essere positivi sul rublo. E la dipendenza della Turchia dal petrolio significa che la politica monetaria dovrebbe diventare più restrittiva.
Fonte: News Finanza.com