News
06/03/2012 13:58
Borse in frenata: consolidamento o correzione più duratura?
Alberto Susic
La nuova settimana è partita con il piede sbagliato per i mercati azionari internazionali che già ieri hanno ceduto il passo alle vendite dopo i progressi messi a segno nelle ultime giornate. I ribassi si fanno strada anche nella sessione odierna e mentre il Nikkei 225 è riuscito a contenere le perdite a poco più di mezzo punto, è andata decisamente peggio all'Hang Seng che ha lasciato sul parterre oltre due punti percentuali. Il timone è nelle mani dei venditori anche in Europa dove il Ftse100 arretra dell'1%, lasciando più indietro il Dax30 e il Cac40 che scendono rispettivamente dell'1,42% e dell'1,55%. Ad avere la peggio è Piazza Affari che vede il Ftse Mib scendere poco al di sotto dei 16.500 punti, con un ribasso dell'1,81%, dopo aver avvicinato non più tardi di venerdì scorso l'area dei 17.000 upnti che però ha soffocato per ora le velleità rialziste del mercato. Ci si chiede a questo punto se la flessione partita ieri possa rappresentare solo una semplice pausa del rialzo o se sia da leggere piuttosto come l'avvio di una fase correttiva più ampia destinata a durare nel breve. Certo è innegabile che i mercati sono reduci da un buon rialzo che dura ormai da dicembre scorso, senza che fino a questo momento vi siano state correzioni degne di nota. Questo discorso è ancora più valido se si sposta lo sguardo sull'opposta sponda dell'Atlantico, dove il Dow Jones ha raggiunto l'area dei 13.000 punti, che è stata solo frazionalmente superata nell'intraday fino ad ora. Ancora più tonica l'impostazione del Nasdaq Composite che ha lambito l'area dei 3.000 punti, superando ampiamente i massimi del 2011 e riportandosi sui livelli più alti dal 2000. , L'indice tecnologico a stelle e strisce viene da ben nove settimane consecutive di rialzi, evento che si verifica solo raramente come si può desumere dalla lettura delle serie storiche di questo listino. Una correzione pertanto appare più che fisiologica, considerando peraltro che non mancano fattori di incertezza tali da suggerire agli investitori di portare a casa almeno parte dei profitti realizzati di recente. Non più tardi di ieri la Cina ha rivisto al ribasso il tasso di crescita del PIL per l'anno in corso dall'8% al 7,5% e si tratta del livello più basso degli ultimi 7 anni. Una previsione di questo tipo potrebbe avere delle ricadute negative sulle economie più strettamente legate a quella cinese. Spostando l'attenzione in Europa, in focus resta sempre sulla crisi della Grecia, con gli occhi puntati sullo swap dei titoli di Stato. L'operazione per il momento non procedere come previsto e secondo Michael Hewson di Cmc Markets, la decisione dell'Isda di non dichiarare che il Paese è in default potrebbe essere messa in discussione qualora più del 75% dei detentori di bond non dovesse accettare l'offerta, evento che costringerà la Grecia a far scattare le clausole di azione collettiva. Queste ultime secondo gli esperti di ING hanno il vantggio di massimizzare il valore dell'operazione di swap, ma sono dannose per gli investitori. Intanto non arrivano indicazioni confortanti sulla crescita economica in Europa, che starebbe attraversando una fase di moderata recessione, stando a quanto dichiarato dal vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn. La seconda stima diffusa da Eurostat sul PIL del quarto trimestre del 2011, parla di una contrazione dello 0,3%, confermando la lettura preliminare. In questa direzione è molto probabile che giovedì prossimo la BCE possa rivedere al ribasso le stime sul PIL dell'anno in corso. E' questa la previsione di Marco Valli, Capo economista di Unicredit, il quale afferma che il Board guidato da Draghi probabilmente alzerà le previsioni sull'inflazione per l'anno in corso dal 2% al 2,3%/2,4%, per riflettere le pressioni guidate dai prezzi energetici. , Dati che nel complesso non fanno certo gioire i mercati, visto che secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG Markets Italy, confermano la view secondo cui la recessione possa continuare durare il primo e il secondo trimestre del 2012. Nel contempo il peggioramento dei Paesi periferici inizia ad alimentare i timori che la ripresa nella seconda metà dell'anno possa rivelarsi più lenta del previsto. Questo spiega anche la frenata dei mercati azionari che a detta di Matteo Paganini di Fxcm Italy non sono ancora pronti per ripartire. La sua idea è che siamo in presenza di Borsa ancora deboli, anche se l'esperto ritiene al contempo che non dovrebbero essere violati al ribasso livelli importanti. Fonte: News
Trend Online Fonte: News Trend-online