COMMENTO DEL 06/03/2012. Le borse sono reduci da una di quelle situazioni che non possono non produrre un minimo ridimensionamento, o quantomeno una pausa nel processo di crescita: la scadenza ciclica di giovedì 1° marzo prefigurava un massimo, puntualmente pervenuto; anche perché mentre a piazza Affari il MIB finalmente raggiungeva l’estremo inferiore della fascia di resistenza a 17-17500 punti, a Wall Street lo S&P500 conosceva una vistosa condizione di ipercomprato su base settimanale.
Il calo di ieri però è ovviamente misurato, come si conviene ad un robusto rialzo, e così si allunga la sequenza di giorni consecutivi senza un calo sullo S&P di entità superiore all’1% al termine della seduta: una configurazione dalle importanti implicazioni strategiche a livello di volatilità.
Appare del tutto improbabile che questo pausa per riprendere fiato si possa prolungare oltre la prossima scadenza ciclica, riportata nel rapporto di oggi. Anche perché, se da un lato lo S&P adesso seguirà il destino tipico di un mercato in vistoso ipercomprato – proponiamo questa mattina una suggestiva mappatura sull’andamento più probabile da qui ai prossimi 6-7 mesi – dall’altro il MIB seguirà come sta seguendo la prescrizione tipica di un mercato a sua volta reduce da una analoga sequenza.