GekkoCorp
Forumer storico
Forse buone notizie x i rialzisti... Anche se non escludo che la melina potrebbe andare avanti sino alle amministrative...
Da La Stampa:
Rientrato ieri dall'Asia, il nostro presidente del Consiglio trova un clima diverso da come lo aveva lasciato. Per certi aspetti migliore, per altri no. Bersani si è dato parecchio da fare sulla riforma del lavoro, cosicché c'è adesso sul tavolo una sua proposta di mediazione che prevede la possibilità di reintegro per chi verrà licenziato dall'azienda in difficoltà (la Fornero resta contraria). A decidere tra risarcimento e reintegro sarebbe il giudice (altra circostanza che non piace al Prof). Casini risulta favorevole, e perfino Alfano sembra d'accordo per effetto dell'astuta mossa del segretario Pd, il quale cederebbe in cambio qualcosa sulla cosiddetta flessibilità in entrata, cui tiene in special modo il Pdl. Insomma: tornando in Patria, Monti si è trovato un piattino già pronto che, nelle intenzioni di «A-B- C», lui dovrebbe semplicemente gustare, magari asserendo che gli piace assai. Nelle prossime ore scopriremo se le cose hanno preso davvero la piega del quieto vivere. Ma sembra difficile che Monti possa rompere l'accerchiamento. Anche perché, se il capo del governo volesse impuntarsi rifiutando il reintegro e il «Lodo Bersani», nella sua maggioranza si scatenerebbe una reazione a catena. Il mancato accordo sul lavoro farebbe saltare pure le potenziali intese su Rai e Giustizia. Ne risulterebbe una maionese politicamente impazzita che non ci aiuterebbe agli occhi dei mercati. Senza parlare dei contraccolpi in termini di scioperi e di tensioni sociali. È lo strano paradosso di queste ore: pur di ottenere un articolo 18 più gradito agli investitori internazionali, Monti dovrebbe esercitare una forzatura politica che li metterebbe in fuga... Sembra improbabile che voglia spingersi a tanto. Anche perché il Professore, impuntandosi, entrerebbe in rotta di collisione non solo con i suoi clienti politici, ma soprattutto con colui che l'ha così fortemente voluto a Palazzo Chigi, nominandolo oltretutto senatore a vita: Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica non fa mistero di gradire un'intesa sul lavoro che segni un'epoca, e che nasca in un clima «costituente», sottoscritta perfino da Cgil. Potrebbe Monti negargli questo traguardo?
Da La Stampa:
Rientrato ieri dall'Asia, il nostro presidente del Consiglio trova un clima diverso da come lo aveva lasciato. Per certi aspetti migliore, per altri no. Bersani si è dato parecchio da fare sulla riforma del lavoro, cosicché c'è adesso sul tavolo una sua proposta di mediazione che prevede la possibilità di reintegro per chi verrà licenziato dall'azienda in difficoltà (la Fornero resta contraria). A decidere tra risarcimento e reintegro sarebbe il giudice (altra circostanza che non piace al Prof). Casini risulta favorevole, e perfino Alfano sembra d'accordo per effetto dell'astuta mossa del segretario Pd, il quale cederebbe in cambio qualcosa sulla cosiddetta flessibilità in entrata, cui tiene in special modo il Pdl. Insomma: tornando in Patria, Monti si è trovato un piattino già pronto che, nelle intenzioni di «A-B- C», lui dovrebbe semplicemente gustare, magari asserendo che gli piace assai. Nelle prossime ore scopriremo se le cose hanno preso davvero la piega del quieto vivere. Ma sembra difficile che Monti possa rompere l'accerchiamento. Anche perché, se il capo del governo volesse impuntarsi rifiutando il reintegro e il «Lodo Bersani», nella sua maggioranza si scatenerebbe una reazione a catena. Il mancato accordo sul lavoro farebbe saltare pure le potenziali intese su Rai e Giustizia. Ne risulterebbe una maionese politicamente impazzita che non ci aiuterebbe agli occhi dei mercati. Senza parlare dei contraccolpi in termini di scioperi e di tensioni sociali. È lo strano paradosso di queste ore: pur di ottenere un articolo 18 più gradito agli investitori internazionali, Monti dovrebbe esercitare una forzatura politica che li metterebbe in fuga... Sembra improbabile che voglia spingersi a tanto. Anche perché il Professore, impuntandosi, entrerebbe in rotta di collisione non solo con i suoi clienti politici, ma soprattutto con colui che l'ha così fortemente voluto a Palazzo Chigi, nominandolo oltretutto senatore a vita: Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica non fa mistero di gradire un'intesa sul lavoro che segni un'epoca, e che nasca in un clima «costituente», sottoscritta perfino da Cgil. Potrebbe Monti negargli questo traguardo?
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