Idee e grafici. - Cap. 1 (8 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

ghost dog

SNAFU
chiudo lo sh da 485 che aveva take 390 ma ci sono dati adesso
(ma sopratutto fibmaster ha detto 425 ma dove volevo andare?)

cmq sotto per me ci sono i 380 e i 280 sempre de perde il livello
 
Ultima modifica:

FibMaster

Forumer storico
oh belli...è andata come da pronostico....tutta fortuna ovvio!!:D

rimetto il grafico fatto sabato
 

Allegati

  • 425.jpg
    425.jpg
    28,1 KB · Visite: 502

FibMaster

Forumer storico
bene raga,vedete la figura del grafico,sembra un testa spalle roveschiato...quindi rialzista...però la spalla sx l'ha realizzata in 8-9 sedute
quindi al momento è tutto in discussione

se sale sopra 14700 è rialzista
se scende sotto 14050 circa
si frega i 13600 al ribasso

attenti a ws che ha il carburatore sporco
saluti
 

dondiego49

Forumer storico
The Guardian: I critici dell’Argentina sbagliano ancora sulla rinazionalizzazione del petrolio

Mark Weisbrot su The Guardian spiega che l'Argentina ha bisogno di riprendersi la compagnia petrolifera nazionale per riequilbrare la bilancia commerciale che tende a calare. E che fa bene.

24 aprile 2012 , ore 1:02 - 3 Commenti




Mark Weisbrot – Riprendendosi la compagnia di petrolio e gas YPF, lo stato Argentino sta correggendo gli errori del passato. L’Europa non è nella posizione di mostrarsi indignata. La decisione del governo Argentino di rinazionalizzare la compagnia di petrolio e gas YPF è stata accolta dalla stampa internazionale con alte urla di indignazione, minacce, previsioni di rabbia e di rovina, e una certa dose di rozzi insulti. Tutto questo l’abbiamo già sentito.

Quando il governo ha dichiarato default sul suo debito alla fine del 2001 e poi svalutato la propria moneta poche settimane dopo, nei media era tutto un catastrofismo. La svalutazione avrebbe causato un’inflazione fuori controllo, il paese avrebbe dovuto affrontare delle crisi di bilancia dei pagamenti per non essere più in grado di prendere in prestito, l’economia si sarebbe avvitata in una spirale di profonda recessione. Poi, tra il 2002 e il 2011, il PIL reale Argentino è cresciuto di circa il 90%, il più veloce dell’emisfero. L’occupazione è ormai a livelli record, e sia la povertà che la povertà estrema sono state ridotte di due terzi. La spesa sociale, al netto dell’inflazione, è quasi triplicata. Tutto questo è probabilmente il motivo per cui lo scorso ottobre Cristina Kirchner è stata rieletta con una vittoria schiacciante..

Naturalmente questa storia di successo è raccontata raramente, soprattutto perché si è trattato di un’inversione delle fallimentari politiche neoliberiste – appoggiate da Washington e il suo Fondo Monetario Internazionale – che avevano portato il paese alla rovina nella sua peggiore recessione del 1998-2002. Ora il governo sta correggendo un’altra politica fallimentare neoliberista degli anni 1990: la privatizzazione del petrolio e del gas, che in primo luogo non sarebbe mai dovuta accadere.
Ci sono valide ragioni per questa mossa, e ancora una volta probabilmente il governo dimostrerà di avere ragione. Repsol, la compagnia petrolifera Spagnola che possiede attualmente il 57% dell’Argentina YPF, non ha prodotto abbastanza per tenere il passo con l’economia in rapida crescita dell’Argentina. Dal 2004 al 2011, in Argentina in realtà la produzione di petrolio è diminuita di quasi il 20%, e di gas del 13%. E le riserve accertate di petrolio e gas della società sono diminuite notevolmente negli ultimi anni.

Il rallentamento della produzione non rappresenta un problema solo perché non soddisfa le esigenze dei consumatori e delle imprese, ma è anche un serio problema macroeconomico. Il deficit di produzione di petrolio e gas ha portato ad un rapido aumento delle importazioni. Nel 2011 sono raddoppiate rispetto all’anno precedente, a $ 9,4 miliardi, annullando in tal modo gran parte del surplus commerciale dell’Argentina. Dal suo default nel 2001, la bilancia commerciale favorevole è stata molto importante per l’Argentina. Poiché il governo è in gran parte tagliato fuori dai prestiti sui mercati finanziari internazionali, è necessario stare attenti ad avere abbastanza valuta estera per evitare una crisi della bilancia dei pagamenti. Questa è un’altra ragione per cui il paese non può più permettersi di lasciare la produzione e la gestione dell’energia al settore privato.

Allora perché questa indignazione contro la decisione dell’Argentina di acquisire – attraverso un esproprio – una partecipazione di controllo in quella che per gran parte della storia dell’impresa è stata la compagnia petrolifera nazionale? Il Messico ha nazionalizzato il suo petrolio nel 1938, e, come un certo numero di paesi Opec, non consente neppure gli investimenti esteri nel petrolio. La maggior parte dei produttori di gas e di petrolio del mondo, dall’Arabia Saudita alla Norvegia, sono compagnie statali. Le privatizzazioni di petrolio e gas negli anni ’90 erano considerate una aberrazione: il neoliberismo era scatenato. Anche quando il Brasile privatizzò imprese statali per 100 miliardi di dollari, negli anni ’90, il governo mantenne il controllo di maggioranza sulla Energy Corporation Petrobras.

Come l’America Latina ha raggiunto la sua “seconda indipendenza” negli ultimi quindici anni, il controllo sovrano delle risorse energetiche ha rappresentato una parte importante della ripresa economica della regione. La Bolivia nel 2006 ha rinazionalizzato la sua industria degli idrocarburi, e aumentato le entrate da idrocarburi da meno del 10% ad oltre il 20% del PIL (la differenza sarebbe di circa due terzi delle entrate pubbliche attuali negli Stati Uniti). L’Ecuador sotto Rafael Correa ha notevolmente aumentato il suo controllo sul petrolio e la sua quota nella produzione delle imprese private.

Così l’Argentina sta recuperando terreno con i suoi vicini e il mondo, e recuperando gli errori del passato in questo settore. Per quanto riguarda i suoi detrattori, sono in una posizione debole per attaccare. Le agenzie di rating che minacciano di declassare l’Argentina – chi potrebbe prenderle sul serio dopo che hanno assegnato rating AAA agli inutili titoli spazzatura sui mutui durante la bolla immobiliare, e poi preteso che il governo degli Stati Uniti potesse effettivamente fare default? E per quanto riguarda le minacce provenienti dall’Unione Europea e dal governo di destra della Spagna – che cosa hanno fatto di buono ultimamente, con l’Europa caduta nella sua seconda recessione in tre anni, quasi a metà di un decennio perduto, e con il 24% di disoccupazione in Spagna?
E’ interessante che l’Argentina abbia avuto un notevole successo economico negli ultimi nove anni, ricevendo pochissimi investimenti diretti esteri, ed essendo per lo più evitata dai mercati finanziari internazionali. Secondo la maggior parte della stampa economica, queste sono le due condizioni più importanti che ogni governo dovrebbe assicurarsi di soddisfare. Ma il governo Argentino ha avuto altre priorità. Forse questa è un’altra ragione per cui l’Argentina raccoglie così tante critiche.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Alto