5 giu - Tassi d'interesse fermi o taglio
dall'1,0% allo 0,75? I mercati hanno preso posizione e gia'
scontano una nuova riduzione del costo del denaro che
comunque, nonostante il tasso Eonia a 12 mesi viaggi allo
0,23%, non e' detto che accada nella riunione di domani della
Bce. Il deterioramento del quadro macroeconomico
nell'Eurozona e le nuove tensioni sul debito sovrano, "hanno
aumentato la probabilita' di un calo del tasso di policy, ma
credo si possa scivolare a luglio, forse con qualcosa di piu'
robusto", spiega Marco Valli, capo economista eurozona di
Unicredit.
Dello stesso parere Jens Sondergaard, economista di
Nomura, "assegniamo una probabilita' del 30% al ribasso del
costo del denaro gia' da mercoledi"'. "Diciamo che entro
fine anno il tasso di policy potrebbe scendere almeno allo
0,50%, d'altra parte l'inflazione e' in retromarcia e la
domanda appare sempre piu' debole. Pero' Francoforte vorra'
prima verificare la reale volonta' dei governi dell'Eurozona
a rimuovere le cause della crisi del debito sovrano", spiega
Alessio Fontani, responsabile servizo studi della Crf.
C'e' invece una ragionevole certezza che l'Eurotower
confermi la scelta di fornire, nell'ambito delle operazioni
di rifinanziamento, liquidita' illimitata alle banche. Allo
stesso tempo viene esclusa una terza operazione di prestiti
con durata triennale al sistema bancario.
Se il Board della Bce prendesse alla lettera i
suggerimenti del Fondo Monetario Internazionale avrebbe gia'
dovuto tagliare il costo del denaro. Ma il presidente
dell'Eurotower, Mario Draghi, spiegano gli economisti, deve
prima confrontarsi con tre incognite, nessuna della quali
puo' essere risolta a Francoforte.
La prima riguarda l'esito delle elezioni politiche in
Grecia del prossimo 17 giugno che potrebbero complicare non
poco la tenuta dell'Eurozona.
La seconda riguarda il salvataggio di parte del sistema
bancario spagnolo su cui non sembra profilarsi, al momento,
alcuna soluzione europea, quanto piuttosto una soluzione
nazionale che fara' crescere il deficit pubblico di Madrid e,
forse, dara' un altro colpettino alla credibilita' del
"fiscal compact".
La terza, forse quella decisiva, riguarda gli esiti del
prossimo vertice europeo del 28-29 giugno dove, dalle
enunciazioni di principio, si dovrebbe passare a proposte
concrete per garantire una maggiore stabilita' dell'area
euro.
Per gli economisti, Draghi potrebbe dunque lasciare i
tassi fermi e seguire una strategia "wait and see". Poi, se
fosse necessario, scegliere una mossa piu' aggressiva in
luglio piuttosto che affidarsi a tagli simbolici ribasso
peraltro gia' incorporati nei tassi di mercato monetario.