Il nostro rapporto con l'arte dopo Covid 19

No mi dispiace ma mi sono ripromesso di scattare delle foto alla prima occasione utile. Così almeno ci giochiamo in po' su :)
 
Vedi l'allegato 557088
Questa tela cm 150x100 è del 2008 : "Naufragio con spettatori"
Avrà forse inteso l'Artista il naufragio della globalizzazione spregiudicata ?
Vedi l'allegato 557091
Lo stesso Artista su tela cm120x170 in seguito ha proposto : "Tutti sulla stessa nave"
Quanto realizzatosi oggi con Covid-19 !
L'Università La Sapienza di Roma, con gli studi intorno alle opere di Renato Mambor e la successiva pubblicazione, avrebbe inteso approfondire la conoscenza del pensiero dell'Artista, delle sue attese, delle sue performance, della sua avanguardia teatrale e delle sue intuizioni; quindi non in particolare le opere pittoriche che aveva prodotto, ma il pensiero che le avrebbe generate. Quanti Artisti hanno avuto un simile privilegio ?

Ho già specificato che non apprezzo Mambor, ma non intervengo per aggredire o questionare, né assolutamente per denigrare. Sarò sincerissimo, E' che, curiosamente, di primo acchito non l'ho riconosciuto. Ho allora valutato che fosse un artista giovane e abbastanza incerto, che si arrangia con mezzi un po' adolescenziali per comunicare qualche idea tutto sommato poco "pittorica", con insufficienti agganci visivi. Sapere poi che, invece, si trattava di Mambor mi ha fatto riflettere, giungendo alla conclusione che proprio quell'invece è sbagliato, anzi, alla fine per me quella era appunto la sua caratteristica.
Poi però viene la tua ultima affermazione a proposito del pensiero dell'artista e dello studio di questo pensiero. Che non conosco, e quindi mi taccio. Però sinceramente le opere postate, che dovrebbero essere il grasso della faccenda, non mi forniscono queste grandi illuminazioni di pensiero. Credo che il voler comunicare troppe cose senza averne i mezzi possa aver nociuto infine all'espressione artistica di Mambor. O forse no, magari era l'unico modo di tirarne fuori qualcosa di apprezzabile.
Ripeto che esprimo queste riflessioni di getto e senza alcun intento polemico, proprio perché l'episodio del mancato riconoscimento mi ha offerto la serendipity di alcune immaginazioni più o meno condivisibili.
Non me ne voglia l'estimatore di Mambor. :) Amicus Plato, sed magis amica veritas (trad: Platone è un amico, ma in verità sarebbe meglio un'amica :daisy: )
 
@baleng mi sono permesso di mettere in evidenza quelle due opere postate perché potrebbero essere in tema, a mio avviso, con il Covid-19 ed in quanto l'Artista ha sempre posto in primo piano l'individuo, pur nella globalizzazione; quindi rientrante nell'odierna attualità.
Sarebbe riduttivo pensare che siano "il grasso della faccenda"; ma come abbiamo rilevato per Hopper una relazione al Covid-19, così pure la si potrebbe rilevare, almeno in parte su Mambor.
I cicli pittorici ed artistici di Mambor sono molteplici (non unico e pressante tema come in molti altri Artisti) in un continuo sviluppo prospettico, a cui potrò eventualmente portare anche un mio contributo di conoscenza nel 3D dedicato, se potrà interessare.
Poi ho citato gli studi umanistici sul pensiero di Renato Mambor, da parte dell'Università La Sapienza di Roma, con pubblicazione da parte della stessa "University Press" e con il titolo "Renato Mambor Studi intorno alle opere, la performance, il teatro." disponibile sul sito web dell'Università senza costi. Pubblicazione che evidenziavo come inusuale da parte di un importante Ente Universitario : quali altri artisti sono stati studiati ? Comunque non vedo proprio polemiche, ma solo la ricerca di comprendere.
potrebbero essere in tema e forse postandone anche altre il tuo contributo si arricchirebbe, no?
la si potrebbe rilevare ... portare anche un mio contributo di conoscenza appunto, ma perché no?
ho citato gli studi umanistici e questo, per me, è già un primo contributo. In fin dei conti, va bene, sarà forse difficile farmi apprezzare Mambor, ma la conoscenza è sempre buona cosa, e comunque io sono uno, anzi mezzo. Quantomeno potremmo capire anche il mondo che ruota intorno all'artista ed i suoi estimatori.
 
Platone mi è amico, ma più amica mi è la verità (Libro X della Repubblica, in merito alla condanna dell'arte imitativa…)
Capisco che in verità, oltre Platone, ,,,,,,,sarebbe meglio un'amica , invece di un piccolo collezionista (anche rompis……) sempre amico di Platone, di cui sta facendo restaurare un ritratto del '700 di un'artista veneziano.
Mmmmm , non fidarti molto delle mie traduzioni dal latino. :ombrello:, la più vicina al vero è, da "Historia magistra vitae", "La maestra di storia fa la vita", e forse non è nemmeno così arbitraria ... :fiu:

Perché è noto che Summum ius summa iniuria. Cioè che "Il conto è giusto, ma il totale è davvero vergognoso" :pollicione: (absit iniuria verbis , cioè chi sbaglia verbo stia seduto) :titanic: :help:
 
No mi dispiace ma mi sono ripromesso di scattare delle foto alla prima occasione utile. Così almeno ci giochiamo in po' su :)

Oggi nello studio dietro Gennaro Migliore credo un Franz Borghese... il dubbio è d'obbligo perchè si vedevano soprattutto i piedi! :D

Dietro la giornalista Marianna Aprile, spesso ospite di Lilli Gruber, occhieggia... termine non proprio esatto visto che gli occhi sono sempre chiusi :rolleyes: un lavoro di Kaws.
 
Ultima modifica:
... Signore e signori, buona serata a tutti, questo Virus sta impartendo una dura lezione..

IMG_20200316_171630.jpg


Spero che crepino un po' di sciacalli, di ruffiani, di gente cattiva.. di criminali economici, e che il mondo che verrà possa essere un po' meglio ...
 
Nel merito del3d, pian piano mi sto rendendo conto di qualcosa. Prima del virus avevo molta libertà di muovermi e molto interesse per l'arte visiva. Spentasi la prima, anche la seconda è scemata. Non so se sia qualcosa di simile a quanto denuncia Lory, che si era ripromessa di far molte cose e poi si è ritrovata addosso una invincibile apatia. Di solito è quanto a me succede durante una malattia, la testa viene occupata da un commando dei Chissenefrega, tribù temibile e perniciosa, che mette la quasi totalità dei pensieri e della volontà di azione in una torpida prigione foderata di gommapiuma. Di certo ho capito che davvero, dopo il molto muoversi nel mondo fisico, l'arte rappresentava, direi letteralmente, la finestra attraverso cui guardavo in un altro mondo, forse cercando serenità, o più semplicemente altre regole, quali quelle del sogno e dell'infinito possibile.
Ciò può forse aiutare a spiegare il rifiuto di categorie quali l'arte concettuale, che apre la finestra verso lidi diversi da quelli, e pure le installazioni, le cui percezioni sono in compresenza proprio di quel muoversi che con altra arte si placa. Addirittura, persino la scultura, che per ragioni logistiche difficilmente possiamo ammirare una volta finito il nostro girare per il mondo, mi è sempre stata un po' più lontana, e così la fotografia, che, quand'anche lo cerchi, fatica ad entrare nelle dimensioni del sogno e della libertà, vista in questo senso.
Viceversa, artisti inquietanti quali Goya, Rops, Klinger ecc. mi sono sempre stati cari e vicini: la finestra che essi aprono è pur sempre quella del sogno, e per di più non un sogno edulcorato ad uso consolatorio, ma un sogno in cui la ricerca dell'ignoto è il vero motore dell'azione artistica, che invece solitamente offre l'espressione di quanto è già tranquillamente noto.

E' un post che mando a me stesso. Non so quanti possano ritrovarcisi.
 
Tutti noi possiamo ritrovarci in quello che scrivi.
Penso che per tutti l'arte sia quella che tu definisci "la finestra attraverso cui guardavo in un altro mondo", la differenza sta che ognuno di noi cerca la sua "serenità" e quindi tutto di conseguenza
 
Tutti noi possiamo ritrovarci in quello che scrivi.
Penso che per tutti l'arte sia quella che tu definisci "la finestra attraverso cui guardavo in un altro mondo", la differenza sta che ognuno di noi cerca la sua "serenità" e quindi tutto di conseguenza
Certo Cris. In particolare mi sembrava importante, almeno per me, sottolineare come quella finestra prenda senso proprio perché prima vi è stato il movimento, che porta a contaminazione con il reale. Il sogno ha un particolare valore se si alterna con la veglia (la vita attiva, in questo caso). Chi sempre giace nel suo spazio addirittura non avrà più né la forza né il desiderio di affacciarsi a quella finestra. La quale ti pone in una situazione di passività che, senza il compenso del moto quotidiano, potrebbe risultare intollerabile.
Non so, per esempio, quanti di noi potrebbero tollerare di vivere in una casa con muri quasi totalmente ricoperti di grandi quadri di ottima qualità, antichi o anche moderni, con tutto il loro potere condizionante, conscio e subconscio. Per rispondere al quale una vita attiva ed "importante" sarebbe il minimo della pena necessaria, rischiando la persona "normale" di rimanerne schiacciata. Una situazione del genere corrisponderebbe invero ad una richiesta perentoria di darsi da fare nella vita, presto e con forza. Altro che arte come consolazione!
 

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