Nel merito del3d, pian piano mi sto rendendo conto di qualcosa. Prima del virus avevo molta libertà di muovermi e molto interesse per l'arte visiva. Spentasi la prima, anche la seconda è scemata. Non so se sia qualcosa di simile a quanto denuncia Lory, che si era ripromessa di far molte cose e poi si è ritrovata addosso una invincibile apatia. Di solito è quanto a me succede durante una malattia, la testa viene occupata da un commando dei Chissenefrega, tribù temibile e perniciosa, che mette la quasi totalità dei pensieri e della volontà di azione in una torpida prigione foderata di gommapiuma. Di certo ho capito che davvero, dopo il molto muoversi nel mondo fisico, l'arte rappresentava, direi letteralmente, la finestra attraverso cui guardavo in un altro mondo, forse cercando serenità, o più semplicemente altre regole, quali quelle del sogno e dell'infinito possibile.
Ciò può forse aiutare a spiegare il rifiuto di categorie quali l'arte concettuale, che apre la finestra verso lidi diversi da quelli, e pure le installazioni, le cui percezioni sono in compresenza proprio di quel muoversi che con altra arte si placa. Addirittura, persino la scultura, che per ragioni logistiche difficilmente possiamo ammirare una volta finito il nostro girare per il mondo, mi è sempre stata un po' più lontana, e così la fotografia, che, quand'anche lo cerchi, fatica ad entrare nelle dimensioni del sogno e della libertà, vista in questo senso.
Viceversa, artisti inquietanti quali Goya, Rops, Klinger ecc. mi sono sempre stati cari e vicini: la finestra che essi aprono è pur sempre quella del sogno, e per di più non un sogno edulcorato ad uso consolatorio, ma un sogno in cui la ricerca dell'ignoto è il vero motore dell'azione artistica, che invece solitamente offre l'espressione di quanto è già tranquillamente noto.
E' un post che mando a me stesso. Non so quanti possano ritrovarcisi.