Il primo ed unico libro in Italia che descrive ... (4 lettori)

vicenzatrader

Nuovo forumer
beh da parlare ci sarebbe per ore ... tuttavia attenzione a queti dati:

- nel 1929 il rapporto deficit/pil in USA era al 240 % oggi siamo oltre il 300 %
- il dollaro ha perso l'agganciamento all'oro
- il metallo giallo è diretto oltre i 500 $
- il petrolio va verso i 75 USD
- il debito sul PIL dell'argentina prima del crack era al 140 %
noi siamo al 105 % ( e non accenna adiminuire)

non voglio spavenatre nessuno ...
solo riportare come in questo momento ci siano delle forti e preoccupanti similitudini con quel periodo ...

ciao
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
Ripensando al 1991 ed a quella crisi (ciclica e non strutturale) mi viene da riportare questo:

- si poteva svalutare la lira (ora non più)
- si poteva fare + debito pubblico (ora non più)
- si potevano abbasssare i tassi (ora non più)

qualcuno mi può dire con che variabili macroeconomiche si potrebbe risollevare il paese ??
 

Nonsoniente

Forumer storico
Vicenzatrader ha scritto:

Ripensando al 1991 ed a quella crisi (ciclica e non strutturale) mi viene da riportare questo:

- si poteva svalutare la lira (ora non più)
- si poteva fare + debito pubblico (ora non più)
- si potevano abbasssare i tassi (ora non più)

qualcuno mi può dire con che variabili macroeconomiche si potrebbe risollevare il paese ??

Una strada potrebbe essere l'adozione di monete regionali complementari.

L'altra se mi date pieni poteri, congelo il debito pubbico e nazionalizzo la Banca d'Italia. L'unico ente autorizzato ad emettere moneta è il Governo del Popolo tramite la Banca d'Italia, la quale avrà solo il compito di fissare la quantità di moneta che il Governo emetterà.
Sicuramente dopo qualche giorno verrei eliminato fisicamente.
Ciao Vicentino.
 

Nonsoniente

Forumer storico
Per quanto riguarda le monete complementari sul sito di Arcoiris c'è una belissima conferenza inerente alla materia di Margrit Kennedy.
Come vedi non sei il solo a porsi il problema di un crack finanziario.
Quest'anno ne hanno anche discusso in Parlamento durante la mozione Lettieri per una nuova Bretton Woods.
Ciao.
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
Come potete rilevare voi stessi la storia ci insegna che il com-portamento umano si ripete con una certa frequenza, e non c’è leg-ge o super autorità che vigili e controlli affinché managers, operato-ri, brokers e auditors possano innescare una folle corsa al ribasso di tutte le attività.
Come ho già detto il denaro non dorme mai (così insegnano a Wall Street) e proprio in virtù di questo che anche l’impossibile di-venta possibile, niente riesce a fermare un fiume in piena di ordini di vendita nato o da strategie speculative (vedi crollo del baht thai-landese) o da comportamenti irrazionali di operatori e risparmiatori. Ogni tanto la giostra per far soldi (Wall Street) si rompe o si inceppa ed i costi per farla ripartire sono tutti a carico del pubblico rispar-miatore, e qualche volta anche di qualche banca o intermediario inefficiente o incompetente.
Il mercato è fatto di uomini, perciò da molte persone che in alcu-ne occasioni si possono comportare in maniera irrazionale a pre-scindere dalle loro lauree di Harvard o masters al MIT: il crash del fondo LTCM ne è una dimostrazione, proprio quando i suoi fondatori e gestori erano accreditati ed ammirati premi Nobel per l’economia e la finanza.
Per quanto sia stato fatto per regolamentare l’attività speculativa sui mercati borsistici, nulla è stato fatto in previsione della pazzia che può impadronirsi degli operatori di borsa e risparmiatori quando questi intravedono la possibilità di arricchirsi.
Il momento di preoccuparsi a mio avviso arriverà proprio quando istituzioni ed operatori del mercato cominceranno a spiegarvi che nulla di critico e grave può accadere o ricapitare perché la situazio-ne è fondamentalmente sana, proprio come diceva il Presidente Hoover sette giorni prima del traumatico Giovedì Nero del 29. E proprio come sentiamo da qualche settimana anche in Italia.
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
Tratto dalla Prefazione ... di Giuseppe Abbinante
per chi me lo ha chiesto in questi giorni ....



Il libro di Eugenio Benetazzo fa riflettere. In realtà lancia un gri-do di allarme ai risparmiatori e più in generale ai cittadini italiani, che spero venga raccolto prima ancora che da loro dalle istituzioni che li rappresentano. Sono solo queste ultime, infatti, le uniche in-sieme ai soggetti collettivi organizzati, con in testa imprese e sinda-cati in grado di invertire la probabile rotta sulla quale ci stiamo diri-gendo.
Si fa fatica a non essere d’accordo su quanto scritto e analizzato, nelle pagine che seguono, sul declino post industriale che stiamo vi-vendo in questi anni e sulla continua destrutturazione del nostro si-stema economico. In più si intravede una cattiva prospettiva di un futuro che sembra avvitato su stesso.

Un’economia avvitata su stessa. Ma cerchiamo di meglio ca-pire i passaggi di questa catena. Le imprese chiedono flessibilità, questa eccessiva elasticità nei rapporti di lavoro, in assenza di un sostegno pubblico che può spendere in sussidi e in formazione, si trasforma in precarietà. Quest’ultima a sua volta a effetti sui redditi prima e sui consumi dopo. Il risultato finale è una domanda interna sempre più debole, che in termini meno cattedratici vuol dire che tutti comprano meno macchine, vestiti, vacanze e addirittura si è scoperta negli ultimi mesi una contrazione dei consumi alimentari. A questo punto ci può salvare solo la domanda estera, cioè le esporta-zioni? Niente affatto, anzi proprio il settore manifatturiero è stato quello più esposto alla concorrenza internazionale con una flessione delle quote mercato e dei posti di lavoro che ha toccato in particolar modo il tessile, il calzaturiero, la manifattura, l’industria pesante. Le ragione di tutto ciò, e fin troppo nota a tutti, ed è la perdita di competività, che ancora una volta tradotto nel linguaggio corrente, vuol dire che le nostre merci sono troppo care rispetto ai prodotti che arrivano dal sud est asiatico e in europa.
A questo punto la palla passa alle imprese che investono meno, chiedendo contestualmente una maggiore flessibilità salariale e il ciclo riprende.

Quando il futuro vuol dire fiducia. Ma fin qui io credo che tutto sia noto a tutti, e il libro di Benetazzo, serve a ricordarlo. Il punto è invece, quando si avvertiranno gli effetti più negativi? e che cosa possiamo ancora salvare? come si arresta, con costi contenuti questo processo?
La prima domanda io credo che sia la più difficile alla quale ri-spondere, nonostante sono molti gli interrogativi posti anche ai mi-gliori economisti di casa nostra. I diversi anni passati in un ufficio studi economico mi hanno portato a pensare, che nulla è possibile di economicamente distruttivo finchè regna la fiducia dei singoli ope-ratori che compongono il sistema. La fiducia per il futuro e per il presente è la barriera più importante alla crisi generalizzata. Oggi questa componente sicuramente non brilla, ma certamente nessuno può affermare con ragionevole certezza che siamo su soglie o livelli di non ritorno. Si continua a spendere e a espandere i debiti. Come ha velatamente ricordato Benetazzo nel corso delle pagine che se-guono pochi infatti sanno che le banconote che conserviamo o che depositiamo presso i principali istituti di credito sono soltanto in parte coperte da un quantitativo di oro contenuti nei forzieri delle Banche Centrali Europee, il resto è mosso a fiducia. Tutti però, e ogni giorno continuiamo a scambiare denaro metallico e cartaceo perché abbiamo fiducia che quel contro valore esiste ed è rappre-sentativo di qualcosa di reale.
Certo stiamo assistendo a qualcosa di epocale. A fronte di un passato dove le imprese erano unità in deficit di denaro e le famiglie in surplus, il sistema va orientandosi verso un deficit anche di parte del secondo aggregato. Cosi interpreto l’ascesa dei mutui o del cre-dito al consumo.
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
ecco un altro articolo significativo sull'atteso crollo degli immobili ...
peccato che non si possano vendere le abitazioni allo scoperto

:eek: :evil: [file:3663b7b67a]http://www.investireoggi.it/phpBB2/allegati/1125569522crollo_imoobili_gdv_feb_05.pdf[/file:3663b7b67a]
 

Leo's

Forumer storico
vicenzatrader ha scritto:
ecco un altro articolo significativo sull'atteso crollo degli immobili ...
peccato che non si possano vendere le abitazioni allo scoperto

:eek: :evil: [file:ea225c7732]http://www.investireoggi.it/phpBB2/allegati/1125569522crollo_imoobili_gdv_feb_05.pdf[/file:ea225c7732]

cliccando sul link mi da pagina inesistente.. :-?
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
lo riallego ...
probabilmente il file era troppo pesante ed era stato scartato
eventualemnte puoi cercare una copia + leggibile sul sito del
www.panorama.it

ciao
1125647034crolla_il_mattone_panorama_10_giugno_2005.jpg
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
eh così anche i ricchi diverranno poveri (non tutti !!!)
sul giornale di vicenza ... la fine di Lane Rossi Vicenza (gruppo marzotto) e tempo fa l'allarme lanciato su FIAMM, controllate sul vostro cofano dell'auto che avrete una sua batteria ... chiudono e vanno in Cina ...
a casa migliaia di operai ... povera italia ... il titanic affonda ogni giorno sempre di più

trovate gli articoli su www.ilgiornaledivicenza.it

:-x :( :evil:
 

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