Namo bene....buongiorno signori, mettersi in fila, uno davanti all'altro e continuiamo a fare gli interessi degli altri.
Titolo: Petrolio: la minaccia Iran piomba sull'Italia (MF)
Ora: 11/04/2012 08:23
Testo:
MILANO (MF-DJ)--L'Italia finisce nel mirino dell'Iran.
Ieri, scrive MF, la televisione statale Press Tv ha riportato la notizia
che Teheran potrebbe bloccare le esportazioni verso la Penisola (e verso
la Germania), dopo avere deciso nel week-end lo stop per la Grecia e,
sempre ieri, per la Spagna. "Si tratta di una mossa negoziale da parte
dell'Iran, in vista della riunione di venerdi' prossimo con il gruppo dei
cinque piu' uno (Usa, Russia, Cina, Francia, Inghilterra piu' la Germania)
sul programma nucleare", dice a MF-Milano Finanza Stefano Saglia, deputato
del Pdl ed ex sottosegretario allo Sviluppo con delega all'energia. E nel
pomeriggio di ieri proprio il Mse ha precisato che Roma non ha ricevuto
ancora "alcuna comunicazione ufficiale in merito". Nonostante il
chiarimento del governo, la situazione rimane comunque sotto osservazione
per l'Italia e, secondo Saglia, lo strappo dell'Iran e' frutto da un lato
dell'atteggiamento dell'Europa e dall'altro della poca personalita'
dimostrata dall'Italia in tutta la vicenda delle sanzioni (che prevedono,
tra l'altro, il blocco totale delle esportazioni nella Ue dal primo luglio
prossimo). "L'Unione europea e' stata piu' realista del re. � giusto avere
una posizione forte sulla questione del nucleare iraniano, ma la Ue ha
finito per tenere un atteggiamento ancora piu' intransigente degli stessi
Stati Uniti. Senza contare che, senza il coinvolgimento di Russia e Cina
nell'embargo, le armi sono spuntate. L'Italia, da canto suo, e' del tutto
omologabile al resto della Ue agli occhi di Teheran, che guarda anche alle
posizioni dei singoli Stati. E Roma non si e' mai differenziata, neanche
nelle sfumature, dalla posizione europea". Ora, se le minacce dovessero
concretizzarsi, a farne lespese sarebbero soprattutto i raffinatori: "Si
puo' sostituire abbastanza facilmente un Paese produttore con un altro, ma
la qualita' del greggio non e' la stessa e questo comporta costi
aggiuntivi per la raffinazione". Costi che, insieme alla speculazione
internazionale, potrebbero portare anche una nuova impennata della
benzina, che gia' oggi viaggia poco sotto i 2 euro al litro.
red/lab
(fine)
MF-DJ NEWS
1108:22 apr 2012