ITALIA nella Repressione fiscale

da oltre un anno il governo monti vampirizza gl'Italiani

e il risultato qual è ??

è forse diminuito il debito pubblico? no, è cresciuto, se non erro di circa il 5%, mica poco

è forse diminuito il rapporto debito / pil ?? no di certo, visto che non solo è cresciuto il debito, ma è pure diminuito il pil, e non di poco

basterebbe questo, ma anche tutto il resto è peggiorato fortemente durante l'anno di governo degl'inetti professi, in primis l'occupazione, o forse qui dobbiamo riconoscere il loro "merito" nel far aumentare enormemente la disoccupazione :rolleyes::bow:

eppure sembra che ci siano molti Italiani che se la sono passata bene (quelli della casta? i bojardi di stato? i vari Mastrapasqua, Manganelli, Befera etc? funzionari ed ex funzionari della pubblica amministrazione con stipendi e pensioni d'oro?) e sono ben decisi a votare a febbraio gli Ominicchi e i Quaqquaraquà che si propongono di sostenere un altro governo monti nella prossima legislatura :eek::rolleyes:
 
Monti ha garantito UNA cosa sola: il pagamento a scadenza degli interessi sul debito pubblico e tutto il resto che ne consegue, rifinanziamento, spese militari, aumento tasse, taglio servizi.
 
da Economia e Libertà: FREE REPORT
Nella fase terminale della caduta dell'Impero Romano, il maggior peso per il cittadino medio erano le ingenti tasse che era forzato a pagare.
Le "riforme" fiscali dell'Imperatore Diocleziano nel III secolo erano così dure che molte persone furono spinte alla fame e la bancarotta. Lo stato arrivò al punto di perseguitare vedove e bambini per incassare le tasse dovute.

Nel IV secolo, l'economia dell'impero era così depressa e la struttura fiscale così distorsiva che molti agricoltori abbandonarono i loro terreni per ottenere i sussidi statali.
In quel momento, il governo imperiale spendeva la maggior parte dei proventi delle tasse per sussidi pubblici e spese militari. Secondo lo storico [ame="http://www.amazon.it/gp/product/052138673X/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&tag=riecho-21&linkCode=as2&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=052138673X"]Joseph Tainter[/ame] per un certo periodo coloro che vivevano di stato erano più numerosi di coloro che lo finanziavano con le tasse.
Mmm.. vi ricorda qualcosa?

Nel V secolo, le rivolte fiscali erano all'ordine del giorno nelle campagne, tra i pochi agricoltori rimasti. Il governo di Roma doveva continuamente inviare le sue legioni in giro per l'impero a sedare le rivolte contadine.
Tutto ciò però non evitò che le tasse continuassero ad aumentare.
Valentiniano III, che nel 444 D.C. osservò che ulteriori tasse sui proprietari di terra e mercanti sarebbero state catastrofiche, impose un aumento del 4% della tassa sulla vendita.. e infine decretò che tutte le transazioni commerciali dovessero essere fatte alla presenza di un esattore delle tasse.

Sotto un regime di quel tipo, sia i ricchi che i poveri si augurarono fortemente che le orde barbariche potessero liberarli dal fardello fiscale di Roma.

Zosimo, uno storico bizantino vissuto nella seconda metà del V secolo, arguì che "come risultato di questa imposizione di tasse, le città e le campagne erano piene di lamenti e proteste, e tutti.. chiedevano l'aiuto dei barbari".

Nel suo libro [ame="http://www.amazon.it/gp/product/0865471037/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&tag=riecho-21&linkCode=as2&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=0865471037"]Decadent Societies[/ame], lo storico Robert Adams scrive: “y the fifth century, men were ready to abandon civilization itself in order to escape the fearful load of taxes.”

E' probabile che tra 1000 anni, i futuri storici scriveranno le stesse cose su di noi.
Nel declino economico di ogni civiltà, l'elite politica agisce sempre secondo uno schema ben preciso: più debiti, più regole, maggiore restrizione alla libertà individuale, più svalutazione monetaria, più tasse, e più uso della forza.

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....
ecc....
 
carico fiscale che sfiora ormai il 69% circa dell’utile aziendale per chi vuole fare impresa il 2013 si presenta denso di ostacoli

da
Titolari partita Iva, tutte le scadenze fiscali di gennaio 2013

La pressione fiscale strangola l’imprenditoria: ecco le date nere del calendario delle imposizioni della Cgia






Tutto Su Partita Iva


Titolari partita Iva occhio alle scadenze fiscali del mese di gennaio 2013. Messo da parte, per il momento, il pagamento dell’Imu, per i titolari partita iva e gli imprenditori italiani non è ancora giunto il momento di tirare un sospiro di sollievo. Il 2013 si apre con ben 15 scadenze fiscali solo nel mese di gennaio. E a febbraio diventeranno 16. Il ‘calendario delle imposizioni’ per i titolari partita Iva, stilato dalla Cgia non lascia molta speranza alla crescita economica delle piccole e medie imprese e senza dubbio scoraggia potenziali investitori stranieri. Gli artigiani di Mestre sono molto sfiduciati: «Se si tiene conto del peso economico della burocrazia, pari a circa 26,5 miliardi di euro all’anno, del costo che devono sostenere le imprese per pagare le tasse, quasi 3 miliardi di euro all’anno, e del carico fiscale che sfiora ormai il 69% circa dell’utile aziendale per chi vuole fare impresa il 2013 si presenta denso di ostacoli».
Titolari partita Iva, scadenze fiscali di gennaio 2013

Vediamo in rassegna tutte le scadenze fiscali dei titolari partita Iva per questo mese di gennaio.
1)Comunicazione nel Mod 730 del sostituto di imposta e della disponibilità a prestare facoltativamente l’assistenza fiscale ai propri sostituiti.
2) Versamento ritenute Irpef dei dipendenti e collaboratori.
3) Versamento contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti e collaboratori.
4) Versamento liquidazione Iva relativa al mese precedente.
5) Istanza di Rimborso o di compensazione Iva infrannuale 4° Trimestre.
6) Versamento imposta sulla pubblicità.
7) Versamento diritto sulle pubbliche affissioni.
8) Versamento Tosap.
9) Canone RAI.
10) Elenchi Intrastat contribuenti tenuti alla presentazione mensile o trimestrale.
11) Comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati contenuti nelle Dichiarazioni di Intento relative agli acquisti o prestazioni confluiti nella liquidazione Iva.
12) Trasmissione telematica all’Anagrafe tributaria, da parte dei fabbricanti di misuratori fiscali e dei laboratori di verificazione periodica abilitati, dei dati identificativi delle operazioni di verificazione periodica relativi al IV trimestre dell’anno precedente.
13) Presentazione all’Inps del modello Uniemens.
14) Comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle operazioni Iva con operatori economici con sede in Paesi a fiscalità agevolata; invio mensile relativo al mese o trimestre precedente.
15) Tassa automobilistica per veicoli con scadenza periodo di validità nel mese di dicembre.


Link: http://www.investireoggi.it/fisco/t...adenze-fiscali-di-gennaio-2013/#ixzz2GwIlLEqn
 
PROVA A PENSARE COME UN LADRO!
Jan 04, 2013 05:03 pm | Riecho blog
Una classica raccomandazione degli esperti di sicurezza è: "Prova a pensare come un ladro".
E' una tecnica molto efficace per riuscire a massimizzare la sicurezza ed è valida in ogni ambito: dalla protezione della propria abitazione, a quella del proprio patrimonio, a quella informatica.

Da sempre gli uomini si difendono dai furti, dagli assassini, dalla coercizione e condannano questi atti come illegittimi.
Al nostro tempo, i ladri da cui bisogna proteggerci con maggior cura sono i politici e i loro amici.

Sono ben più pericolosi dei ladri di auto o degli hacker informatici per il semplice motivo che agiscono con lo strumento della legge dalla loro parte: «Togli il diritto, e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?» disse Sant'Agostino.

Fu Walter E. Williams a rilevare come la moralità dell'agire di un ladro sia molto più alta rispetto a quella di un politico: "A thief is more moral than a congressman; when a thief steals your money, he doesn’t demand you thank him". Il primo infatti non pretende che tu lo ringrazi mentre ti porta via il portafoglio, o il figlio. E' consapevole di ciò che sta facendo e non è così disonesto e ipocrita da aspettarsi un riconoscimento dalla propria vittima. Il politico invece ti dice che lo sta facendo per il bene della società, per il bene comune (sic?), per il tuo bene!

Per capire quali saranno le mosse dei ladri occorre quindi pensare come loro. E' necessario uno sforzo di immaginazione: immedesimati nel governo, pensa come se fossi al loro posto..

Prima domanda: qual'è la situazione?

Da una parte l'organizzazione di cui fai parte (lo stato) e che ti da sostentamento è in bancarotta perché mancano i soldi per finanziare tutte le spese (gli sprechi)

e dall'altra il sistema bancario dei tuoi amici è insolvente e deve essere ricapitalizzato.

Cioè servono soldi per lo stato e per le banche. E non stiamo parlando di soluzioni di lungo termine, ma la ricerca degli ultimi spiccioli per poter andare avanti ancora qualche mese, o anno.

Seconda domanda: come risolvere questi problemi?

C'è bisogno di entrate per lo stato e un modo per far guadagnare le banche. Il primo si ottiene aumentando il controllo della società, il controllo di ogni movimento, ogni transazione e la chiusura della possiilità di fuga dai confini. Il secondo obbligando le persone ad usufuire dei servizi bancari.

Terza domanda: dove colpire?

Ovvio, il contante.

Eliminando il contante obblighi le persone a utilizzare solo moneta elettronica, cioè usufuire dei servizi bancari. Che hanno un prezzo. E allo stesso tempo le transazioni saranno tutte tracciabili grazie ai nuovi sistemi informatici, aumentando le informazioni a disposizione per avere più controllo nella vita di tutti.

L'abolizione del contante è un furto, un insulto alla libertà, un atto illegittimo.
La spacciano per qualcosa che non è: viene giustificato da tanti buoni propositi, tutti facilmente smontati.

Come affermò George Orwell: “Political language is designed to make lies sound truthful and murder respectable, and to give an appearance of solidity to pure wind.”

La neolingua. Un esempio? SerPiCo, il nuovo database dell'Agenzia delle Entrate che registrerà ogni movimento e transazione è un acronimo che sta per "Servizio per il Contribuente". Credo di non dover aggiungere altro.

Firma contro l'abolizione del contante. E fai firmare la tua famiglia e i tuoi amici.

Riecho
Editor EconomiaeLiberta.com
i9HaD3xH-tY

 
ho invitato un amico a firmare contro l'abolizione del contante

l'amico concorda al 100% e firmerebbe volentieri, ma - mi ha detto - teme che la lista dei nominativi dei firmatari verrà data in pasto a befera e - ha aggiunto - DEI SERVIZI PER IL CONTRIBUENTE NE FAREBBE VOLENTIERI A MENO, ANCHE SE E' UN LAVORATORE DIPENDENTE E NON HA MODO DI EVADERE

W LA DEMOCRAZIA E LA LIBERTA'
 
Altroconsumo ha già preannunciato il proprio ricorso al Tar e probabilmente anche le

Tasse: Aggiornate tabelle equo compenso, rincari per table, smartphone e hard disk.

La questione dell’equo compenso sembra proprio destinata a provocare un acceso dibattito in un paese già oberato di tasse. Le nuove tabelle varate dal Ministero dei Beni Culturali, prevedono infatti che gli italiani dovranno pagare sino

a 5,2 euro per l’acquisto di uno smartphone,
9 per una chiavetta Usb,

addirittura 32,20 per ogni hard disk o computer.



Se nei giorni passati erano cominciate a trapelare le prime indiscrezioni, ma in maniera parziale, ora le tabelle sono ufficiali e destinate a rinfocolare l’annoso problema sulla troppo elevata tassazione vigente in Italia.
Come è ormai ampiamente noto, l’equo compenso è quello spettante a coloro che detengono il diritto d’autore che viene applicato su tutti i dispositivi dotati di memoria. La norma è in vigore dal 2003, mentre le tabelle aggiornate risalivano al 2009. Con la nuova edizione le tariffe comportano un raddoppio netto che andrà naturalmente a colpire dispositivi molto popolari, a partire da tablet e smartphone,i quali in precedenza pagavano rispettivamente niente e novanta centesimi di equo compenso.

Per capire come non si tratti di aumenti trascurabili, basti pensare che gli aumenti possono arrivare al 2% dell’importo. Lo stesso Ministero dei Beni Culturali aveva rilasciato una nota con la quale rassicurava che le nuove tabelle non avrebbero comportato aggravi nel prezzo al consumatore, ma le associazioni dei consumatori sono state le prime ad affermare il proprio scetticismo su questo punto. Altroconsumo ha già preannunciato il proprio ricorso al Tar e probabilmente anche le altre sigle faranno la stessa cosa.


Andrebbe inoltre precisato che nel caso dei nuovi televisori dotati di registratore integrato, allo stesso, che comporta quattro euro di spesa, vanno aggiunti i costi variabili dell’hard disk, il quale va insieme al primo dispositivo, dando vita così ad una doppia tassa.

Anche i personal computer sono molto colpiti dalle nuove tabelle, con la tariffa di 5,20 euro in sostituzione dei 2,40 precedenti, mentre calano i valori dei cellulari non smartphone, i quali sono però ormai rarissimi, i quali pagheranno cinquanta centesimi contro i novanta precedenti. In calo anche i Dvd vergini, altri dispositivi praticamente tagliati fuori dall’avvento delle memorie Usb, che passano da 4 centesimi a 20.


Oltre che sull’entità dei rincari, la polemica, che ha subito interessato il mondo politico, con Capezzone di FI intento a tuonare contro le velleità tassatorie del centrosinistra, verte sul fatto che in molti considerino l’equo compenso un balzello praticamente obsoleto. A renderlo tale il fatto che ormai sono pochissimi coloro che fanno copie private della musica acquistata. A dirlo sono proprio i dati del Ministero relativi ad un sondaggio che era stato commissionato quando a capo del dicastero c’era Bray.
Nonostante ciò, alla Siae è già partito il fuoco di sbarramento contro le industrie che producono hardware, additate per i prezzi esorbitanti che caratterizzano il nostro paese nella vendita di tablet e smartphone, ricordando che in paesi come Francia e Germania l’equo compenso è più oneroso rispetto a quello anche delle ultime tabelle. La stessa Siae, al contempo, smonta le assicurazioni date dal Ministero affermando che le stesse industrie si appresterebbero a far pagare i rincari ai consumatori.
 

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