ITALIA nella Repressione fiscale

Cgia: con rivalutazione del Pil "pressione fiscale reale al 49,5%"

"La pressione grava sui contribuenti onesti si colloca decisamente sopra il 50% perchè molti non versano nulla "


310x0_1386168279425_Elaborazione%20%20realizzata%20dalla%20Cgia.jpg
Istat.Conti pubblici.Nuovo Pil 2013 al 3,8% migliora deficit e debito.Buone notizie anche per fisco

22 settembre 2014
Con la rivalutazione del Pil, effettuata in applicazione delle nuove regole europee di contabilità nazionale, nel 2013 la pressione fiscale in Italia è scesa al 43,3 per cento: 0,5 punti percentuali in meno rispetto al dato
calcolato con la vecchia metodologia
. "Ma la pressione fiscale reale - spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - vale a dire quella che grava sui contribuenti onesti, che si misura togliendo dal Pil nominale il peso dell'economia non osservata, si colloca appena sotto il 50 per cento, attestandosi, secondo una nostra stima, al 49,4 per cento. Un carico fiscale spaventoso".

La Cgia è giunta a questo risultato ricordando che il nostro Pil nazionale, include anche la cifra imputabile all'economia sommersa prodotta dalle attività irregolari che, non essendo conosciute al fisco, non pagano né tasse né contributi.

Secondo l'Istat, l'economia non osservata - che ora include anche il valore aggiunto 'prodotto' dal contrabbando di sigarette, dalla prostituzione e dal traffico di stupefacenti - si aggira attorno ai 200 miliardi di euro all'anno. La pressione fiscale ufficiale - ricorda la nota della Cgia - è data dal rapporto tra le entrate fiscali/contributive ed il Pil prodotto in un anno, nel 2013 la nuova pressione fiscale ufficiale scende, rispetto alla precedente stima, al 43,3%.

Tuttavia, se si storna dalla ricchezza prodotta la quota addebitabile al sommerso economico e alle attività illegali che non producono nessun gettito per l'erario, il Pil diminuisce (quindi si "contrae" il denominatore) e, pertanto, aumenta il risultato che emerge dal rapporto. Quindi, la pressione fiscale "reale" che grava su coloro che pagano correttamente le tasse è molto superiore a quella ufficiale che viene calcolata dall'Istat che rispetta fedelmente le disposizioni metodologiche previste dall'Eurostat.
- See more at: Cgia: con rivalutazione del Pil "pressione fiscale reale al 49,5%" - Rai News
 
si tende a mescolare sommerso da attivita' illecita con evasione da sopravvivenza dell'operaio che la domenica fa due lavori extra o il tecnico informatico che installa il PC all'amico imprenditore

indovinate chi fra sommerso illecito e "da sopravvivenza" tutela lo stato italiano?

vi do un suggerimento i vu compra che fanno riciclaggio, vivono di espedienti e non pagano tasse a quale categoria appartengono? sopravvivenza? allora tornino a "sopravvivere" a casa loro no?
 
LA PIU’ GRANDE RIDUZIONE DI TASSE DELLA STORIA UMANA

17 ottobre 2014 Di Paolo Cardenà




SEGUI VINCITORI E VINTI SU FACEBOOK E SU TWITTER
“Quella contenuta nella Legge di Stabilità è la più grande riduzione di tasse mai fatta da un governo nella storia della Repubblica in un anno, un grandissimo messaggio che va al cuore degli italiani e delle italiane”. Matteo Renzi in conferenza stampa, il 15 ottobre 2014.
Da Italia Oggi del 17 ottobre 2014

Aumento dell’Iva spalmato su tre anni per l’aliquota del 22% e in due per quella del 10%. Ritocchi alle accise di benzina e gasolio e il taglio delle detrazioni da 3 mld, contenuto nella legge di Stabilità 2014, e pronto a scattare dal 1° gennaio 2015, rinviato di un anno, dal 2016 e nella misura di 4 mld. È questa una delle sorprese delle bozze di legge della Stabilità 2015. Gli effetti vanno a iscriversi nell’articolo 45, quello rubricato: «Ulteriori misure di copertura», che prevede tra l’altro una sforbiciata al fondo per la riduzione della pressione fiscale. Nelle bozze, approvate mercoledì dal consiglio dei ministri, non si precisa l’entità degli aumenti percentuali dell’imposta certo è che, anche limitato a un punto percentuale l’aggravio, così come ora è formulata la disposizione, sarà automatico a partire dal 2016 e se anche con un aumento di un solo punto percentuale porterà il valore dell’aliquota più alta al 25% per il 2018, una misura che non va propriamente nella direzione di spingere verso i consumi. Non solo. Accanto a questi aumenti che, serviranno a finanziare i 18 mld di tasse tagliate, come indicato dal capo del governo Matteo Renzi, resta la scure del taglio delle detrazioni e delle agevolazioni ereditate dalla legge di stabilità 2014. Infatti, nelle bozze della legge di Stabilità 2015, si interviene in due punti sul comma 430 dell’articolo 1 della legge 147/2013. In particolare è l’articolo 18, rubricato superamento clausola di salvaguardia, che rivede il taglio delle detrazioni e delle agevolazioni, previsto dalla finanziaria dello scorso anno, nella misura di 3 mld a partire dal 2015 se non si fossero fatte revisioni e razionalizzazioni alla spesa pubblica. Si rinvia la sforbiciata al 2016 nella misura di 4 mld che diventeranno 7 mld a partire dal 2017.
Sz8V1rhIX70

da Vincitori e Vinti di Paolo Cardenà
 
Rientro capitali: ora c’è il reato di autoriciclaggio

boh! non ci ho capito molto ma non e' che con sta cosa inquadrato gli italiani trasferitesi all'estero come "riciclati" :D


fame di soldi eh?

vediamo un po la pressione fiscale nell'Italia dei fancazzisti statali piu' pagati al mondo:

- la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ per l’artigiano del 66%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro di Reddito, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 66 euro, e solo 34 vanno a lui.

- per il Commerciante la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ del 69%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro di Reddito, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 69 euro, e solo 31 vanno a lui

- per il Professionista infine la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ del 72%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro di Reddito, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 72 euro, e solo 28 vanno a lui


- la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ per l’operaio del 66%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro che l’azienda paga, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 66 euro, e solo 34 vanno a lui.

- per l’impiegato e’ la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ del 70%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro che l’azienda paga, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 70 euro, e solo 30 vanno a lui

- per il Dirigente infine la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ del 77%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro che l’azienda paga, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 77 euro, e solo 23 vanno a lui


- la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ per l’impiegata a tempo determinato part time del 64%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro che l’azienda paga, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 64 euro, e solo 36 vanno a lei.

- per il Quadro aziendale e’ la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ del 73%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro che l’azienda paga, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 73 euro, e solo 27 vanno a lui

- per il Manager, Amministratore Delegato infine la PRESSIONE FISCALE, TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA e’ del 80%, vale a dire che nella realta’, ogni 100 euro che l’azienda paga, lo stato in un modo o nell’altro si impossessa di 80 euro, e solo 20 vanno a lui

Ovviamente la pressione fiscale complessiva effettiva e’ al 57,2%, perche’ e’ pari alla media di quella:

delle Imprese (calcolata da vari studi internazionali mediamente al 68% in Italia e record assoluto Mondiale),
dei Lavoratori (calcolata a seconda delle casistiche tra il 64% e l’80%, anche in questo caso Record Assoluto Mondiale),
e quella sui Pensionati, Persone assistitite ed altre categorie (che generalmente non hanno contributi previdenziali da versare e perfanto sono soggetti a pressione fiscale inferiore).


Simulazione della Pressione Fiscale e Contributiva Reale su 9 figure professionali Dipendenti ed Autonome (tra 64 e 80%) - Rischio Calcolato

tok tok default?
 
l'Osservatorio Indis Unioncamere. Al top i rincari per rifiuti solidi urbani (+18,2%), l'acqua (12,7%), le tariffe postali (+10,1%)
 
Iva, scaldarsi con il legno costerà 12% in più di tasse

Stampa Invia Commenta (18) di: WSI | Pubblicato il 15 dicembre 2014| Ora 07:49

Imposta sulle caldaie a pellet salirà al 22% per effetto della legge Stabilità. L'Italia è il più importante mercato a livello europeo di pellet. .



ROMA (WSI) - L'imposta sui consumi di pellet salirà dal 10% al 22% per effetto della legge di Stabilità.
L'Italia è il più importante mercato a livello europeo del combustibile in legno e saranno interessate più di due milioni di famiglie.

L'Iva verrà applicata alle cessioni di pellet di legno e portera 96 milioni di gettito addizionale nelle casse statali.

A prevederlo è un emendamento alla legge di Stabilità presentato dal governo in commissione Bilancio del Senato.

"L'Italia - si legge nella relazione tecnica - è il più importante mercato del pellet a livello europeo e il consumo complessivo nell'anno 2013 ammonta a 3,3 tonnellate".

Secondo l'esecutivo, è atteso dalla misura un maggior gettito Iva di circa 96 milioni di euro l'anno.

Protesta la Lega Nord. "Incredibile la fantasia tassatoria del governo. Un emendamento alla legge di stabilità prevede l'aumento dal 10 al 22% dell'Iva sul pellet necessario per il riscaldamento".

"Lo sapevate? - si chede il segretario del partito Matteo Salvini - Qualche tivù o giornale ne ha parlato? La Lega si opporrà in ogni maniera, riscaldarsi non è un lusso".

Secondo la Lega 2 milioni e oltre di famiglie "hanno investito su una scelta economica ed ecologica rispetto ai tradizionali metodi di riscaldamento", di conseguenza la misura penalizza chi ha puntato sulle energie rinnovabili in casa.

La biomassa è in pieno boom[questo probabilmente infastidisce i nostri politici] con le società italiane produttrici di caldaie e stufe che crescono con tassi a doppia cifra.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto