Journal to portfolio afterlife

Dal mio punto di vista è solo una questione politica. Le armi e munizioni potrebbero essere prodotte relativamente in fretta ma bisognerebbe trasformare le economie occidentali in economie di guerra, e credo sia impossibile farne digerire le conseguenze all'opinione pubblica.

Il fronte pro-Ucraina ha subito un altro colpo. Il Regno Unito, uno dei maggiori sostenitori di Kiev, ha esaurito l’equipaggiamento militare da donare al Paese invaso dalla Russia. L’informazione, condivisa da un alto ufficiale britannico e riportata dal Telegraph, è arrivata dopo le rivelazioni dell’ex segretario alla Difesa Ben Wallace, che ha dichiarato di aver chiesto al primo ministro Rishi Sunak di stanziare altri 2.8 miliardi di sterline per il sostegno all’Ucraina prima di dimettersi.

 
Sottoscrivo quasi tutto. Sopratutto il richiamo al fatto che il prezzo della guerra dell'energia lo stanno pagando molto caro in tutto il mondo. Più volte anche in passato ho citato l'esempio paradigmatico del Pakistan.

Il 3 ottobre il ministro degli Esteri ungheresi Peter Szijjarto (nella foto sotto) ha criticato l’approccio dell’Unione Europea al conflitto in Ucraina e le sue conseguenze.
“Posso dire che il mondo fuori dall’Europa guarda già con ansia la fine di questa guerra, perché non capisce molte cose. Non capisce, per esempio, come sia possibile che quando la guerra non è in Europa, l’Unione Europea, guardando dall’alto con fantastica superiorità morale, invita le parti alla pace, sostiene i negoziati e la fine immediata della violenza, ma quando c’è una guerra in Europa, l’Unione Europea fomenta il conflitto, fornisce armi e chiunque parli di pace viene immediatamente stigmatizzato”, ha detto Szijjarto in un’intervista al quotidiano Magyar Nemzet.
Secondo il ministro altre nazioni non capiscono perché l’Europa abbia “reso questo conflitto globale” e perché le persone che vivono in Asia, Africa e America Latina devono pagarne le conseguenze a causa della crescente inflazione, dei prezzi dell’energia e dell’instabilità delle forniture alimentari. Szijjarto ha quindi aggiunto che la posizione dell’Ungheria sulla questione è trattata con “grande rispetto” al di fuori dell’Ue, cosa che ha potuto constatare più di una volta durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Szijjarto ha inoltre respinto le accuse di presunta interferenza della Russia nelle elezioni parlamentari in Slovacchia ed ha accusato Bruxelles di avere etichettato come “spie russe” tutti i politici che non seguono la corrente principale liberal europea. “Quando un politico patriottico o una famiglia politica che mette al primo posto gli interessi nazionali e si oppone alla corrente liberale di Bruxelles vince le elezioni o almeno ha la possibilità di partecipare alle elezioni, Bruxelles inizia immediatamente a esercitare pressioni, attacchi ed etichette”, ha detto Szijjarto al quotidiano ungherese Magyar Nemzet.

 
La correzione è stata pesante.


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