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Il gap della spesa sanitaria pro capite con la media dei Paesi europei dell'area Ocse è di 829 euro, e per l'anno 2022 corrisponde ad un gap di quasi 48,8 miliardi di euro.
Questo dato è in linea con l'entità del definanziamento pubblico per la sanità. A evidenziarlo è il sesto rapporto della Fondazione Gimbe sul Servizio sanitario nazionale presentato a Roma, che parla di un Ssn ormai al capolinea.
Per il periodo 2023-2026, infine, la Nota di Aggiornamento del Def 2023, approvata lo scorso 27 settembre, il rapporto spesa sanitaria/PIL precipita dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e poi ancora al 6,1% nel 2026.
La conseguenza, spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta, sono "interminabili tempi di attesa, affollamento dei pronto soccorso, impossibilità di trovare un medico o un pediatra vicino casa, inaccettabili diseguaglianze regionali, aumento della spesa privata sino alla rinuncia alle cure".

 
Sarà un bagno di sangue preannunciato. Purtroppo il dialogo costruttivo che si era visto ai tempi di Rabin e Arafat è finito da lungo tempo.

 
La pressione del gasdotto è diminuita in modo rapido attorno alle 2 del mattino, e questo — ha spiegato a Reuters un anonimo funzionario locale con diretta conoscenza dell’incidente — «lascia intendere che potrebbe non trattarsi di una piccola falla». Secondo l’operatore finlandese Gasgrid è probabile che ci vorranno mesi per ripararlo. «La causa non è ancora stata identificata, l’indagine congiunta fra Finlandia ed Estonia sta proseguendo», ha dichiarato il presidente Niinisto.

 

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