Devo essere io molto molto strana perché a me questa insistenza del PD sulle piazze piene per la legge Zan sembra sconcertante e surreale.
Cioè: delle due, queste piazze accentuano la papagna (dall’abruzzese leggasi “il manrovescio”) che ci hanno preso in Aula, non è che la attenuano. Significano tante aspettative tradite e tanto consenso che non si è stati capaci di tradurre in politica.
Ci vuole una certa dose di sfacciataggine per rivendicarle senza neanche un’ombra di vergogna.
Ma poi: siamo al principio di post-verità più conclamato, ormai. Si possono avere certamente sospetti sul fatto che tutto il tradimento sia imputabile a Italia Viva ma nessuna certezza di questo, sia per una questione di numeri che comunque non tornano sia perché il voto segreto vuol dire che comunque tu non lo sai chi ha votato no. Anzi sai che uno che era palesemente contro la legge era Tommaso Cerno che è del PD, è gay ed è pure un antirenziano di tutta la vita. E ha detto che la legge faceva pena. Non puoi sparare in questo modo nelle piazze, sui social e dai megafoni un’accusa che non sei in grado di dimostrare.
I senatori PD stanno spingendo una non-verità riguardo a come sono andati i fatti in Aula e riguardo alla responsabilità di Italia Viva che più orwelliana non si può. E chi scende in piazza senza contezza di tutto questo dimostra di non possedere la minima coscienza politica. Altrimenti, starebbero protestando contro il PD che gli aveva promesso la legge e non gliel’ha data e adesso li sta pure raggirando utilizzando sfacciatamente la non-verità.
È tutto surreale, tutto analfabetico, tutto decisamente antipolitico quello che sta succedendo.