LA GENTE CHE HA ROVINATO QUESTO MONDO HA LA CRAVATTA, NON I TATUAGGI.

Sempre peggio......non si può toccare il bimbo prodigio.

ROMA – Ha insultato il premier Matteo Renzi in un post su Facebook e per questo motivo una donna è stata licenziata dall’azienda Piaggio.
Nei guai anche una collega che ha messo “mi piace” al post della donna, che aveva scritto “Ammazziamoli tutti quei bastardi” sulla sua pagina Facebook commentando la notizia della visita di Renzi alla sede della Piaggio in cui lavora.

E così è scattata la repressione dell’azienda, che ha convocato la dipendente che ha messo “mi piace” prima per consegnarle una lettera di contestazione e pochi giorni dopo le ha recapitato una lettera di licenziamento. Stessa sorte sarebbe toccata anche alla dipendente che ha commentato duramente la notizia”.

La notizia è stata tenuta nascosta dai sindacati fino a ieri ............
 
Ma cosa ci facciamo con le caccole? Lo spiega l’Università del Winsconsin che da un’indagine su mille abitanti della città di Dane County ha scoperto che un buon 90,3% affida al fazzoletto la morte delle sue caccole.
Gli altri però danno sfogo alla fantasia: il 28,6% le lancia sul pavimento, il 7,6% le attacca sotto un mobile, l’8% fa la cosa forse più naturale, cioè le mangia.
 
sostanzialmente x i fautori del NO è votare contro il governo renzi e quindi cercare di mandarlo a casa....con l'alibi della DEMOCRAZIA e altre belle parole x i fautori del SI cercare di cambiare l'assetto legislativo esistente in uno piu' snello , piu' efficiente e moderno

Questo è quello che vuol farti credere Renzi, è lui che per primo ha personalizzato il referendum mettendoci "la faccia". Noi che dobbiamo decidere, invece, dobbiamo cercare di metterci il cervello. La deforma della Costituzione, sopravviverà a questo governo. Io non voglio insinuare che renzi voglia il potere assoluto (anche se in realtà con questo referendum cerca un plebiscito, cosa che di solito fanno i dittatori), voglio solo farvi ragionare su come potrebbe arrivare qualcuno, dopo renzi, che cerca il potere assoluto. Questo è un rischio che non possiamo permetterci semplicemente per veder sparire il CNEL (unica cosa buona dentro la deforma) o veder ridotto il numero di Senatori. Non fatevi ingannare, non c'è bisogno di un parlamento che legiferi "di più", c'è bisogno di un parlamento che legiferi "meglio".

ps: per confutare la tua prima affermazione, io non credo assolutamente che renzi si dimetterà se perderà il referendum.
pps: non ci sono solo travaglio e berlusconi sul fronte del no, ci sono pure i partigiani (e questo ualche dubbio dovrebbe farvelo venire)
 
Questo è quello che vuol farti credere Renzi, è lui che per primo ha personalizzato il referendum mettendoci "la faccia". Noi che dobbiamo decidere, invece, dobbiamo cercare di metterci il cervello. La deforma della Costituzione, sopravviverà a questo governo. Io non voglio insinuare che renzi voglia il potere assoluto (anche se in realtà con questo referendum cerca un plebiscito, cosa che di solito fanno i dittatori), voglio solo farvi ragionare su come potrebbe arrivare qualcuno, dopo renzi, che cerca il potere assoluto. Questo è un rischio che non possiamo permetterci semplicemente per veder sparire il CNEL (unica cosa buona dentro la deforma) o veder ridotto il numero di Senatori. Non fatevi ingannare, non c'è bisogno di un parlamento che legiferi "di più", c'è bisogno di un parlamento che legiferi "meglio".

ps: per confutare la tua prima affermazione, io non credo assolutamente che renzi si dimetterà se perderà il referendum.
pps: non ci sono solo travaglio e berlusconi sul fronte del no, ci sono pure i partigiani (e questo ualche dubbio dovrebbe farvelo venire)

E' proprio quello a cui pensavo anche io!! Soprattutto da quando l'Europa... anzi... la Germania... ci mette lo zampino... tanto siamo abituati ad avere Governi non eletti :confused:
 
Buongiorno. La nostra politca estera è un colabrodo.....d'altra parte con un ministro così, non saprei cosa aspettarci di meglio.

Abbiamo 750 militari in Afghanistan,
1100 in Libano,
550 in Kosovo
e presto arriveremo a dispiegarne 1300 in Iraq.

In Libia - scrigno dei nostri interessi strategici e roccaforte di uno Stato Islamico distante meno di 500 chilometri da noi - non manderemo un solo fantaccino.
Il nostro posto nell'ex-colonia lo prenderanno i caschi blu del Nepal.

E così chiederemo a loro, in caso di bisogno, di difendere uno stabilimento di Mellitah costato 7 miliardi o quel gasdotto Greenstream che garantisce il 12 per cento dei consumi italiani di gas.
 
Per comprendere l'irrilevanza del nostro governo basta esaminare le decisioni della Conferenza di Vienna a cui partecipavano ieri, oltre a Paolo Gentiloni, i ministri degli esteri di una quindicina di paesi impegnati ad appoggiare il governo di «unità nazionale» guidato dal premier Fayez Serraj.
In quella conferenza l'Italia svolge ufficialmente un ruolo guida al fianco degli Stati Uniti. Ma è un ruolo puramente formale.

E lo dimostra l'aleatorietà, ma meglio sarebbe dire la subalternità, di un esecutivo passato, in pochi mesi, dalle elucubrazioni sull'invio di 5mila uomini a quelle sui «forse 900» fino allo zero assoluto.

In verità a dettare i termini dell'impegno italiano ci pensano Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, ovvero gli stessi che nel 2011 cercarono di estrometterci dallo scacchiere libico.
Non a caso, mentre l'Italia annuncia il proprio disimpegno, la conferenza di Vienna annuncia la fine dell'embargo sulle forniture di armi alla Libia in vista della formazione di un nuovo esercito agli ordini di Serraj.
La formazione di quell'esercito sarebbe dovuta spettare all'Italia che avrebbe così potuto influenzare direttamente le attività dei suoi comandanti svolgendo un ruolo non solo politico, ma anche strategico.

Ma a darci il benservito su quel fronte ci ha pensato lo stesso premier Serraj
 
Per capirlo basta leggersi l'articolo pubblicato a sua firma non su un quotidiano italiano - come sarebbe naturale se fossimo noi la nazione guida - ma sul Daily Telegraph, ovvero sul quotidiano più vicino a quel governo britannico che continua a inviare in Libia forze speciali.
Un articolo in cui invita amici ed alleati a rinunciare a qualsiasi d'intervento contro lo Stato Islamico per concentrarsi invece sul rafforzamento del governo e dell'esercito di unità nazionale.

Un invito a cui Renzi obbedisce azzerando la nostra presenza militare.

Quel placido assenso è la premessa per l'esclusione da tutta la partita libica.
Se infatti da una parte è chiaro che non saremo noi a riarmare Tripoli incassando fruttuose commesse è anche evidente che la formazione di un esercito nazionale libico non può venir lasciata ai nepalesi.
Qualcun altro, quindi, svolgerà, al nostro posto, le funzioni di grande consigliere militare» del governo Farraj e della Tripolitania.

Ancor più imbarazzante è la nostra assenza su quel fronte cirenaico dove la Francia non fa mistero di aver scelto l'alleanza con l'Egitto e l'esercito di Khalifa Haftar per combattere il Califfato.
Renzi, dopo un iniziale avvicinamento al Cairo, sembra in balia di quella deriva autolesionista, tanto cara alla sinistra, che ci spinge, in nome d'improbabili verità sul caso Regeni, a trattare l'Egitto alla stregua di un potenziale nemico.
E così - mentre le forze speciali americane, francesi e inglesi bivaccano nelle basi di un generale Haftar sicuramente manovrato dal Cairo, ma anche comandante dell'unica formazione armata in grado di affrontare lo Stato Islamico, noi lavoriamo per emarginarlo.

E così assenti in Tripolitania e stranieri in Cirenaica ci riduciamo al ruolo di «potenza» di facciata.
Una «potenza» protagonista di conferenze e incontri internazionali, ma completamente assente su quel terreno dove i nostri concorrenti decidono affari e strategie.
 
Qualcuno inizia a ragionare

ogni volta si finisce qui ...ed e' irritante
se non ci adeguiamo a sti teatrini siamo dei cretini...quando, ma non mi permetto di dirlo :D, e' il contrario
saluto la Dany, purtroppo sto 3d scivola troppo in politica , e non so se reggo 7 mesi senza sbroccare..ciao
 

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