LA MONTAGNA PIU' ALTA RIMANE SEMPRE DENTRO DI NOI

L’aumento riguarda soprattutto persone asintomatiche;

questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai

che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane,

in parte ad un aumento dei casi importati

ed in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening e ricerca dei contatti in fasce di età più basse.
 

Allegati

Vi ricordo altri dati ufficiali :

Popolazione Italiana per fasce d'età :

0 - 9 anni 5.090.482 - decessi 4 (tutti con altre gravi patologie pregresse)

10 - 19 anni 5.768.874 - decessi 0

20 - 29 anni 6.201.270 - decessi 16

30 - 39 anni 7.074.218 - decessi 67

40 - 49 anni 9.242.654 - decessi 313

50 - 59 anni 9.352.231 - decessi 1.233


Il dato reale ci dice che su un totale di 42.729.729 abitanti - cioè il 70% della popolazione italiana -

abbiamo avuto - dall'inizio di questa "malattia" all'11 Agosto - Nr. 1.633 decessi.

CIOE' LO 0,00382% DI CASI DI MORTALITA'.


Allargando l’orizzonte rispetto al coronavirus riportiamo i dati Istat secondo cui ogni anno in Italia
(stando alle statistiche degli ultimi anni) muoiono tra le 600 mila e le 650 mila persone .


CIO' SIGNIFICA UNA MEDIA DI 1.643/1.780 PERSONE AL GIORNO.
 
Ultima modifica:
fermare questo popolo di nottambuli pieno di incoscienti è l'unica cosa sensata fatta dal governo, sicuro non leggeremo di incidenti e mori sulle strade per un pò di tempo, incidenti dovuti per la maggiore non alla musica ma..."al contorno"........oggi fatto di CHIMICA in pasticche che neanche risulta ai test

 
«I numeri ci dicono che uno dei problemi più grossi che abbiamo avuto è il fatto che dal 20 al 30% di tutti i nuovi contagi riguardano persone provenienti dall’estero».


«Il ministro Speranza ha annunciato giustamente un mese e mezzo fa che sarebbero stati fatti controlli sulle persone provenienti da alcune aree.

Ma a me risulta che le cosiddette “triangolazioni” da Paesi ad alto rischio come Perù e Brasile non siano mai state intercettate.

E lo stesso è avvenuto per la cosiddetta “rotta balcanica”, con i molti lavoratori regolari provenienti da Romania, Bulgaria, Serbia, Croazia».


lg.php


«Bisogna continuare a investire sulla quarantena più che sul tampone.
Chi arriva da zone particolarmente endemiche, deve fare la quarantena.
Il tampone negativo non è liberi tutti l’unico modo per essere sicuri è che il viaggiatore al rientro faccia la quarantena».


Il commento dell’infettivologo è caustico.

«Si continua nella strategia del terrore e dell’allarmismo senza pensare alle conseguenze di tutto questo.

La cosa che più colpisce è che a farlo non siano i medici, che hanno curato e curano questa infezioni.

Ma tutti quelli che si sono autoproclamati esperti o i miracolati dal Covid, tra cui molti medici.

A questo gioco al massacro io non ci sto.

Sappiate che in Italia il virus lavora e contagia solo di sera e notte.

Di giorno invece si riposa.

Sarà mica un virus fornaio?

Rido per non piangere»



conclude Bassetti con una battuta ironica.
 
Questa la realtà reale .



Con l'aggiornamento di oggi, lunedì 17 agosto, sull'evoluzione della pandemia da coronavirus in Lombardia si aggiungono 43 casi di contagio,

tra cui sei debolmente positivi e uno accertato a seguito di test sierologico.

Tutti gli altri sono emersi a seguito dei 4.174 tamponi processati nel corso dell'ultima giornata.

85 le persone guarite o dimesse, mentre si aggiunge un nuovo paziente in terapia intensiva.

Stazionario il numero dei ricoveri meno gravi.

Zero i decessi registrati nell'ultima giornata in Lombardia.

La Provincia di Lecco è tornata a non registrare nuovi casi.

17-agosto-riepilogo-generale.jpeg
 
Non mi sembra che dopo 2500 "malati" - come dicono loro - "contagiati" come dicono gli altri

in 5 giorni, le terapie intensive siano al collasso.....anzi.

1597682059010.png
 
Il MES per “salvare la sanità pubblica”: ovvero come usare la salute per farsi sottomettere meglio dalla UE


Chiedere il MES per salvare la sanità pubblica (dopo averla ridotta alla fame) è una trovata propagandistica.


Con un unico scopo: imbrigliare l’Italia ai diktat, alle condizioni e alle “commissioni” di Bruxelles.


E con un obbiettivo di contorno: rendere il guinzaglio cortissimo per il caso di cambiamenti futuri delle maggioranze governative.


Quanto al premuroso interesse oggi palesato, dai cultori del MES, nei confronti del S.S.N., fa semplicemente ridere.


Soprattutto dopo decenni trascorsi a mettere a punto una perversa strategia:

quella di rottamare la sanità pubblica per tirare la volata al “secondo pilastro” della sanità integrativa privata e del business assicurativo.
 
Mascherina obbligatoria all’aperto dalle 18 alle 6 e chiusura di discoteche, sale da ballo e locali assimilati su tutto il territorio nazionale.

Questo in buona sostanza il contenuto dell’art. 1, primo comma, lettere a) e b) dell’ordinanza ministeriale
con cui il ministro della Salute Roberto Speranza ha stretto le maglie dell’estate italiana.

Una ordinanza emanata in forza della risalita dei contagi, notizia tra l’altro smentita dai dati diffusi nella giornata ieri,
che ha visto il numero dei nuovi contagiati diminuire di circa centocinquanta unità rispetto al giorno precedente,
senza morti (appena 4) e con pochissime persone ricoverate in terapia intensiva, 55 in tutta Italia.

Le limitazioni della libertà personale in assenza di emergenza,

quello stato di emergenza che Conte ha prorogato fino al 15 ottobre

e che Speranza ha richiamato nella sua ordinanza.


Non è vero dunque, come ha detto il Presidente del Consiglio a fine luglio,
che la proroga serviva per fare in fretta nella corsa alla riapertura delle scuole,
serviva invece per richiudere da un giorno all’altro alcune attività economiche
ed obbligare sessanta milioni di italiani a rimettere le mascherine anche all’aperto,
in pieno agosto e senza alcun riscontro scientifico.



Che si può fare?

Gli strumenti sono quattro, due nelle mani dei cittadini e due in quelle della politica.


Primo.
Le associazioni di categoria di discoteche e sale da ballo, ma pure di teatri e cinema visto che l’ordinanza parla anche di “locali assimilati”,
potranno presentare ricorso al TAR delle Regioni di competenza e chiedere l’annullamento dell’ordinanza ministeriale,
anche perché il danno economico provocato dall’esecutivo si aggira attorno ai 2-3 miliardi di euro, se non di più.

Limitare le libertà economiche, e quindi il principio fondamentale del lavoro, con un semplice atto amministrativo quale è una ordinanza ministeriale
– che in periodi normali servirebbe per stabilire la lunghezza delle siringhe -, è ragione sufficiente per ricorrere al tribunale amministrativo.

Le decisioni che comprimono le libertà fondamentali – quella economica lo è perché strettamente connessa al lavoro – sono coperte da riserva di legge,
talvolta assoluta e giurisdizionale, quindi è del tutto illegale che ciò avvenga con semplice ordinanza ministeriale,
atto amministrativo di rango secondario nella scala gerarchica delle fonti del diritto.

I motivi di ricorso possono essere diversi: eccesso di potere, sproporzionalità della decisione in assenza di una emergenza sanitaria concreta e attuale,
lesione irragionevole dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi dei ricorrenti.

Ma v’è di più.

Il secondo comma dell’art. 1 dell’ordinanza ministeriale prevede che
le Regioni possono introdurre ulteriori misure solo in termini più restrittivi rispetto a quelle di cui ai punti a) e b)“.

I ricorsi al TAR dovranno chiedere l’annullamento dell’ordinanza ministeriale anche su questo punto,
cioè nella parte in cui non è consentito alle Regioni di intervenire in senso migliorativo, visto che l’art. 117 della Costituzione
tra le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni (dove lo Stato si limita all’emanazione delle sole linee di principio) –
prevede proprio la tutela della salute e la promozione e organizzazione di attività culturali, categoria in cui rientrano i “locali assimilati” alle discoteche.



Secondo.
Il singolo cittadino che si rifiutasse di indossare la mascherina all’aperto dalle 18 alle 6,
se contravvenzionato con la multa da parte degli agenti accertatori, potrà non pagare la sanzione
e ricorrere al Giudice di Pace competente per chiedere l’annullamento della sanzione.

Tra i motivi da addurre, la limitazione della libertà personale senza il rispetto della riserva di legge assoluta e giurisdizionale prevista dall’art. 13 della Costituzione,
eccependo l’assenza dell’emergenza sanitaria concreta e attuale, prodromica all’emissione dell’ordinanza ministeriale.

Il Giudice di Pace dovrà necessariamente entrare nel merito delle eccezioni e pronunciarsi per l’annullamento della sanzione.

Non è possibile obbligare indistintamente sessanta milioni di cittadini, senza alcuna differenziazione territoriale fondata su dati scientifici,
ad indossare uno strumento di protezione individuale che interessi metà del volto e due organi vitali come naso e bocca.

Una invasione irragionevole nella sfera della libertà individuale di ciascuno.

Dov’è il requisito dell’attualità dell’emergenza sanitaria che giustifichi le misure contenute nell’ordinanza?

Rispetto a marzo sono più che raddoppiati i posti letto in terapia intensiva e, ad oggi,
gli ospedalizzati sono meno di sessanta con un numero di morti che si contano sulle dita di una mano.



Terzo.
Le Regioni. Già da oggi ciascuna singola Regione può impugnare l’ordinanza del ministro Speranza davanti al TAR,
eccependo il mancato rispetto delle competenze regionali – di cui all’art. 117 della Costituzione –
in materia di tutela della salute e di promozione e organizzazione di attività culturali,
categoria in cui rientrano i “locali assimilati” alle sale da ballo.

Il TAR non dovrebbe fare altro che applicare la Costituzione come sopra richiamato.

Ma c’è un’altra strada.

Le Regioni potrebbero emanare, anche adesso, ordinanze regionali meno restrittive rispetto a quella ministeriale, aspettando che il governo faccia ricorso al TAR.

In tal modo i giorni passano (i tribunali sono in sospensione feriale fino al 31 agosto, quindi l’attività è ridotta)
e nel frattempo vige l’ordinanza regionale in attesa della pronuncia del TAR, che in ogni caso dovrà applicare il dettato costituzionale
in ordine alle materie concorrenti Stato-Regioni, tenuto conto dell’assenza di una emergenza attuale
e della mancata differenziazione territoriale da parte del ministero della salute.

A quel punto Conte potrebbe sostituirsi al potere delle Regioni ai sensi del secondo comma dell’art. 120 della Costituzione (per tutela dell’unità giuridica),
ma non lo farà perché a breve ci sono le elezioni regionali.


Quarto.
L’obbligo della mascherina all’aperto dalle 18 alle 6 è valido, per il momento, fino al 7 settembre,
ma nulla vieta al ministro di prorogarlo fino al 15 settembre, giorno in cui ha termine la bassa stagione estiva.

In piena campagna elettorale per le regionali e per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari (si vota il 20 e 21 settembre).

L’obiettivo del governo è chiaro: impedire o rendere molto difficile a Matteo Salvini di fare comizi elettorali nelle piazze.

In tal caso, se il centrodestra perdesse le elezioni regionali, potrebbe chiedere all’ufficio competente in materia elettorale della Corte di Cassazione
di invalidare i risultati in quanto gravemente inficiati da uno degli elementi essenziali della competizione:
aver impedito una normale e ordinaria campagna elettorale, in aperta lesione del principio democratico.

Idem per il referendum confermativo, dove i parlamentari e i comitati schierati per il “No” potrebbero chiedere alla Suprema Corte
di annullare l’esito del referendum (nel caso vincessero i Sì) per non aver potuto – su decisione del governo – spiegare nelle piazze le ragioni del “No” al taglio.

Insomma, chi volete che vada ai comizi elettorali con la mascherina?

Ovviamente in pochi, e ciò costituisce una grave limitazione della democrazia ad esclusivo vantaggio di una sola parte politica:

i giallo-rossi alle regionali e i sostenitori del Sì al referendum costituzionale.


La strada per reagire è stretta, difficile e tortuosa.


Resta da constatare che i popoli si stanno cominciando a ribellare contro i governi.


Non più solo a Berlino, ma ora persino a Madrid migliaia di persone scendono in piazza smascherati al grido di “libertà”.


A quando anche a Roma?
 
Ce ne fosse uno in Italia ......... tutti servi del potere pidiota ?


"Spero che sarete tutti in piazza, io sono la Resistenza",

così Miguel Bosé ha esortato i suoi follower e i cittadini spagnoli a scendere in piazza

per protestare contro le restrizioni imposte dal governo iberico per contenere la pandemia da coronavirus.



Il cantante, 64 anni compiuti lo scorso aprile, con un accorato appello social
ha invitato i suoi concittadini a protestare pubblicamente - con un movimento pacifista -
contro l'obbligo della mascherina e le altre restrizioni anti-covid vigenti nella penisola iberica.

Al grido di "Liberta'!" migliaia di persone sono scese in strada a Madrid e si sono radutate nella famosa Plaza Colon,
nel cuore della capitale madrilena, per dire "no" all'uso obbligatorio delle mascherine e alle altre restrizioni imposte per limitare i contagi da coronavirus.

Una folla pacifica che ha catalizzato l'attenzione, per circa due ore, sulla volontà di negare, non tanto il virus,
quanto le scelte e le misure intraprese dal governo spagnolo sul tema.

Scelte che secondo quanto espresso dai sostenitori del movimento
non possono giustificare l'arresto dell'economia di un paese già profondamente in crisi e non solo per la pandemia.


La protesta è stata sostenuta, con un video messaggio pubblicato sui suoi canali social,
dal cantante Miguel Bosé che da mesi sta portando avanti questa battaglia con l'hashtag #YoSoyLaResistencia.

L'artista è apparso su Twitter e Instagram - attraverso le sue pagine personali - per radunare i manifestanti
ed invitarli a partecipare numerosi, ma in modo pacifico, per la libertà da mascherine e obblighi.

Poche parole quelle affidate al web da Miguel Bose, ma che in poche ore hanno fatto il giro del mondo e catalizzato l'attenzione mediatica sull'artista.

La risposta degli spagnoli all'appello di Bosé è stata positiva.
 
La lira turca affonda, precipitando da 3 TRY per dollaro, al minimo record di 7,37 la scorsa settimana
dopo un breve e coraggioso tentativo di imporre il controllo dei movimenti di capitali, soprattutto underground,
da parte di Erdogan (che ora è de facto a capo del banca centrale) è fallito miseramente alla fine di luglio,
e nemmeno un draconiano aumento dei tassi di finanziamento overnight oltre il 1000% la scorsa settimana
(per schiacciare le vendite allo scoperto) è stato in grado di impedire un tuffo della lira verso nuovi minimi storici.


I risultati sono quelli che si vedono in questo grafico:


usd-try-16-08.png




Ora Erdogan sta sempre più controllando le istituzioni statali truche, ma le cose non migliorano,
anzi le tensioni internazionali con Siria, Russia, Libia, Egitto, Grecia, Armenia, Unione Europea,
creano un ambiente estremamente ostile ad eventuali investitori nel debito o nelle attività del paese.

Con una bilancia commerciale fortemente in rosso ed il turismo estero fermo
non ci sono afflussi di valuta estera e questo apre la porta alla svalutazione della moneta e quindi all’inflazione.


Il risultato?

Come nota Reuters chi può sta comprando oro.

Lo fa memore delle precedenti svalutazioni e, nello stesso tempo, del fatto che comprare dollari o valute pregiate
sta diventando sempre più complesso, per cui meglio comprare qualcosa che, in questo momento, si sta rivalutando perfino rispetto al dollaro: oro.


Attualmente le famiglie turche hanno cumulato ben 5000 tonnellate d’oro detenuto privatamente e messo nel materasso.

Per dare un’idea della quantità di cui parliamo la banca d’Italia, la quarta al mondo per riserve di metallo prezioso,
ne detiene 2450 tonnellate, quindi i turchi ne posseggono il doppio.


Ci sono notizie di gente che vende perfino le auto per acquistare oro o valute pregiate, spedendo il prezzo alle stelle.


gold-in-lira.jpg




I turchi fanno questo in barba alle limitazioni della banca centrale, cioè, in questo momento, di Erdogan.

Anche se il governo decidesse di imporre controlli o limiti al possesso di oro non farebbe che spedire alle stelle il mercato nero del metallo prezioso.


Tutta questa attività di acquisto di valuta pregiata e d’ora ha un effetto sicuro: sta esaurendo le riserve in valuta della Banca centrale:


turkey-gross-fx.jpg



Si prepara quindi una stagione di forte svalutazione per la Lira.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto